Il Crocifisso di Luca Macchi è stato presentato lo scorso 11 febbraio

Giubileo: una nuova opera d’arte sacra donata alla nostra Cattedrale

di Alexander Di Bartolo

Sappiamo quanto sia difficile oggi per l’arte sacra trovare spazio tra il grande pubblico e nella critica, contornati come siamo di opere dal gusto eclettico e trasversale, difficilmente classificabili per stile e materia e tendenti soprattutto a scioccare più che a provocare (riflessione in chi guarda). Papa Paolo VI nell’omelia pronunciata in occasione della «Messa degli artisti» tenuta nella Cappella Sistina il 7 maggio 1964 esordì con la famosa affermazione per cui bisognava ristabilire «l’amicizia tra la Chiesa e gli artisti».

Ma il pittore sanminiatese Luca Macchi questa amicizia non l’ha mai persa, anzi l’ha coltivata nel suo intimo regalando preziose opere di pura espressione nella Cappella di S. Matteo Evangelista a Moriolo (2000), nella chiesa della SS.ma Trinità a San Miniato (2004) e nella «parete della restituzione» del Santuario di Maria Madre dei Bimbi a Cigoli (2011). E per i quattro secoli della nascita della Diocesi l’allievo spirituale di Dilvo Lotti ha regalato un prezioso Crocifisso su tavola sagomata, tempera e foglia d’oro, che verrà collocato nella cattedrale, la chiesa più rappresentativa della Diocesi. Sabato 11 febbraio l’atto di donazione, alla presenza di un folto pubblico, autorità, personalità della cultura, semplici amici, che hanno voluto accompagnare la scopertura dell’opera, davvero importante per dimensioni e composizione. Il vescovo Migliavacca ha voluto fortemente presenziare per la benedizione, introducendo l’evento e ringraziando il pittore per la fatica che ben si inserisce nel contesto delle celebrazioni giubilari.

L’opera esprime, grazie al potere evocativo delle figure rappresentante e dei simbolismi, le radici e il futuro della Diocesi. Oltre al Cristo che occupa il centro della scena pittorica e che rappresenta il futuro immutabile, la salda speranza di ogni fedele, vi sono quattro santi: Maria, Giovanni, Miniato e Genesio che si collegano idealmente alle origini dedicatorie delle chiese della città diocesana. Rispetto alla tradizione il cartiglio INRI è sostituito da un ramoscello d’ulivo e dalla frase giovannea «Stavano presso la croce» con l’aggiunta «Ed era già Pasqua». Mentre l’iconografia dei Santi è quella tipica della tradizione agiografica, con gli attributi loro assegnati, ai piedi del Cristo le insegne episcopali, lo stemma del presule Andrea e la cattedrale sanminiatese a firmare indelebilmente l’epoca di realizzazione.

È stato poi il proposto della Cattedrale don Francesco Zucchelli a fornire un approfondimento teologico dei motivi della Croce come porta per la Salvezza dei fedeli e anche per la particolare tonalità del blu che fa da sfondo al Christus patiens. Infine, prima della benedizione dell’opera, è stato il pittore Macchi a intervenire di fronte all’uditorio ringraziando la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, rappresentata dall’avvocato Urti, e tutti i presenti per la calorosa e partecipata presenza. Commosso, Luca Macchi ha voluto sottolineare la spontaneità della donazione rimarcando come per lui e altri amici già in giovane età questo Giubileo era discusso e pensato nel tempo come evento che avrebbe dovuto essere festeggiato con solennità. E il maestro Macchi ha rispettato quella promessa giovanile realizzando un’opera ricca di umanesimo, che ricerca il bello e quindi per sua natura è «appello al Mistero».