Santa Maria a Monte

L’ingresso di don Sunil nell’unità pastorale di Santa Maria a Monte

di Renato Colombai

Il carico di emozione e di gioia si è manifestato da subito. Da quando cioè don Sunil Thottathussery e don Patrizio Zimulinda sono entrati in contatto con la nuova realtà, quella in cui eserciteranno il loro ministero sacerdotale. Infatti il primo avrà la responsabilità dell’unità pastorale in cui insiste la parrocchia di Santa Maria a Monte con il ruolo di “proposto” e inoltre sarà parroco di Montecalvoli e San Donato. Lo sosterrà con funzione di vice[1]parroco, don Patrizio. Tutto questo è avvenuto domenica scorsa, 12 febbraio, in piazza della Vittoria, presente una nutrita rappresentanza di ex parrocchiani di Larciano che così hanno inteso manifestare ancora una volta la gratitudine verso don Sunil per l’azione pastorale svolta presso di loro per quasi vent’anni (dal 2004).

In piazza della Vittoria erano presenti il sindaco di Santa Maria a Monte Ilaria Parrella, la sua collega di Larciano Lisa Amedei ed i rispettivi gonfaloni, e i bambini della scuola materna «Beata Diana Giuntini» in un assaggio di primavera, dopo giorni in cui il freddo si era fatto sentire. Dopo l’indirizzo di saluto del sindaco Parrella, i partecipanti si sono recati in chiesa per la Santa Messa, presieduta da monsignor Magliavacca. La capienza della Collegiata di Santa Maria a Monte a stento è riuscita a contenere i fedeli.

Nell’omelia monsignor Migliavacca, ha sottolineato come don Sunil e don Patrizio siano chiamati a raccogliere l’eredità di bene lasciata dai predecessori, arricchendola con le specificità del loro carisma e dei valori irrinunciabili proprio in questa temperie. Il parroco, all’interno della propria parrocchia, rende presente il ministero del vescovo e agisce in piena comunione con lui. Tutta la comunità parrocchiale, ricevendo dalle mani di Dio il dono del parroco, si impegna a pregare per lui, affinché si rinnovi ogni giorno nel suo cuore la generosità dell’«Eccomi» pronunciato il giorno dell’ordinazione. Questa disponibilità alla chiamata del Signore ripetuto ogni giorno, rende l’animo del prete molto semplice: ogni scelta, ogni preoccupazione, ogni prova, ogni gioia trova in questa consegna la sua pace. «Cristo – ha proseguito il vescovo- ci chiama ad una fede “incrementale”, per cui non è mai abbastanza quello che facciamo».

Il Signore ci chiede “un di più”, che implica un impegno costante. È dunque nella successione e nella continuità del ministero che si esprime l’indole pastorale della Chiesa, in cui Cristo vive ed opera per mezzo di coloro ai quali il vescovo affida una porzione del suo gregge. La Chiesa tutta è mistero di comunione. Le prove, le rinunce e le relazioni in questa temperie mettono alla prova ciascuno di noi, e più ancora i sacerdoti. L’esperienza della misericordia che un cristiano fa nella preghiera, nei sacramenti, nel dono della fede, nel vivere la comunione ci insegna a vivere da fratelli e da figli (le due cose non si possono separare),ma soprattutto ci introduce nel dono dell’amicizia che Gesù ha voluto vivere con i suoi discepoli.

Alla fine della giornata un momento di fraternità presso i locali della chiesa di Ponticelli. Un apericena davvero all’altezza dell’avvenimento.

(Foto: Simone Massetani)