Omelia per il pellegrinaggio dei Vicariati alla Cattedrale

San Miniato, Cattedrale ore 17.30
24-09-2023

 

Siamo qui nella nostra bella cattedrale, dalle parrocchie dei nostri quattro vicariati, a celebrare insieme, con un gesto di pellegrinaggio, il Giubileo dei quattrocento anni della nostra diocesi. Essere pellegrini, non è camminare senza meta, ma essere in cammino con Gesù che ci si fa compagno nei volti dei fratelli e sorelle delle nostre comunità, nell’unità della nostra Chiesa intorno al vescovo e ai suoi sacerdoti, ma lo stesso Gesù che ci accompagna è anche la meta del cammino, è il senso del nostro camminare insieme. “Per me il vivere è Cristo e morire un guadagno”.

          Queste parole di San Paolo ci sfidano e ci rendono inquieti, nella loro radicalità. Per lui Gesù è tutto. Tutto: vivere è Cristo. Non è “la cosa più importante”, è tutto. Tutto, perché senza di lui la realtà si sgretola in tanti frammenti senza senso, senza meta, senza armonia. Invece con Lui, in Lui, tutto si ordina e nasce un’unità imprevedibile nella persona e tra le persone, un’esperienza di pienezza e di pace, che riaccende la speranza.

          L’osservazione di Isaia, I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri… non perde la sua verità, ma attraverso Gesù, nell’esperienza della sua presenza tra noi, nella sua Parola, nei Sacramenti, nei volti della comunità, impariamo a sentire familiare Dio, a riconoscerci amati, e desideriamo ringraziarlo ogni momento: Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre… Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

          Lui tra noi, Lui che ci ha chiamati, noi operai dell’ultima ora, per essere nel mondo suoi testimoni. Viviamo un momento storico, un cambiamento d’epoca, che ci obbliga a chiederci cosa abbiamo da dire al mondo, ai giovani, alla gente che incontriamo ogni giorno.

          Comprendiamo che non basta il ripetersi delle nostre attività pastorali e che abbiamo bisogno di un vento nuovo che ci renda come gli apostoli che portarono Cristo a un mondo che non lo conosceva, che abbiamo l’ardore dei missionari e la radicalità di Paolo.

          Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo, dice Paolo, approfondendo la sfida. Senza un passo di fede, di santità non potremo dare questa testimonianza che il mondo attende.

          Ma la novità e l’efficacia della nostra testimonianza da dove verrà a noi? «Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino.» «Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità».

          Da una parte non dobbiamo aver timore della nostra povertà, siamo gli operai dell’ultima ora, ci sentiamo a volte scoraggiati e peccatori, eppure il Signore, come il padrone della parabola dà a noi molto più di ciò che meritiamo, ci dà se stesso.

          Come faremo a essere Chiesa più viva, più evangelica, più convincente? Certo possiamo credere che succeda con uno sforzo morale, oppure arroccandoci in difesa, o rassegnandoci, come sembra a volte, a continuare sempre allo stesso modo “finché dura”.

          Invece il Papa, i Vescovi, la Chiesa ci propone un cammino: è questo il senso del Cammino Sinodale, un cammino per crescere nella comunione, nell’apertura a tutti e nella fiducia nell’azione dello Spirito, che può fare ben di più di quello che otterremmo con i nostri progetti.

          Lo Spirito agisce dentro il mistero della storia e noi siamo chiamati a riconoscere la sua opera e assecondarla e con la nostra disponibilità alla conversione, a lasciarla trasparire. Voglio invitare tutti voi a rendervi protagonisti, nei momenti e nelle attività che saranno proposte, di questa avventura che ci aspetta.

          Parlando ai vescovi e ai delegati diocesani del cammino sinodale della chiesa italiana, nello scorso maggio il Papa diceva:

Cari fratelli e sorelle, proseguiamo insieme questo percorso, con grande fiducia nell’opera che lo Spirito Santo va realizzando. È Lui il protagonista del processo sinodale, Lui, non noi! È Lui che apre i singoli e le comunità all’ascolto; è Lui che rende autentico e fecondo il dialogo; è Lui che illumina il discernimento; è Lui che orienta le scelte e le decisioni. È Lui soprattutto che crea l’armonia, la comunione nella Chiesa. Mi piace come lo definisce San Basilio: Lui è l’armonia.

          Oggi insieme, affidandoci a Maria, a San Genesio a San Miniato, nostri patroni, chiediamo che da questo giubileo, nel cammino sinodale in cui quest’anno siamo chiamati a discernere gli atteggiamenti e le pratiche che il Signore ci chiede di rinnovare, possiamo essere segno vivo di Cristo e della sua novità per tutti i nostri fratelli e sorelle di questa bella terra della diocesi di San Miniato.

          Un ultimo appuntamento che ritengo possa segnare in profondità la nostra chiesa: il pellegrinaggio a Rona il prossimo 16 dicembre, alla tomba di Pietro, per incontrare il papa in udienza e per rinnovare, nell’anniversario del presepe di Greccio, la bella tradizione del presepe vivente. Il Papa ci ha chiesto di esserne protagonisti e noi volgiamo rispondere con la nostra presenza. Buon cammino.

 

 

+ Giovanni Paccosi