Omelia nella Azione Liturgica della Passione del Signore

Al termine della processione di Gesù morto
06-04-2012

Non si può che restare sbalorditi e impietriti di fronte alla crocifissione di Cristo. Di fronte alla Crocifissione e a tutto quello che l’ha preceduta: la cattura nell’orto degli ulivi, la farsa del processo davanti a Caifa e a Pilato, gli sputi, le beffe, le prese di giro, gli schiaffi, la durissima flagellazione, la coronazione di spine, il viaggio al calvario con la croce sulle spalle, i chiodi che si piantano nella carne, l’atroce agonia sulla croce coi polmoni che non riescono più a respirare e il tetano che contrae i muscoli…



Una cosa terribile. Terribile ed inaccettabile anche per un assassino condannato a morte; massimamente inaccettabile per un innocente come Gesù. Che non fece mai del male a nessuno, aiutò tutti coloro che incontrò nella sua strada ed insegnò solo l’amore, il perdono, la misericordia.


Restiamo sbigottiti davanti a tanto orrore.



Perchè? Perchè tutto questo? Perchè?


E’ Gesù stesso a dircelo, secondo le parole dell’apostolo Giovanni: ‘La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate’ (Gv 3, 19-20). ‘Hanno visto le mie opere e hanno odiato me e il Padre mio che mi ha mandato’ (Gv 15, 18-23). ‘Il mondo…. odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive’ (Gv 7,7).  E’ l’odio per il bene, dunque la causa di tanto scempio. La rabbia della cattiveria contro la bontà; la prepotenza e la tracotanza che gode nello schiacciare i deboli; la violenta reazione di chi si sente smascherato nella sua ingiustizia da chi invece è giusto. E’ lo stesso odio che ha portato a creare i campi di sterminio nazisti, i lager della Siberia; che ha portato al terrorismo o alla criminalità organizzata delle mafie e dei potentati economici; che ha portato ad uccidere per es. Aldo Moro, Giovanni Bachelet, Falcone, Borsellino, il giudice Rosario Livatino, don Pino Puglisi o, recentemente, il ministro per le minoranze del Pakistan Shahbaz Bhatti, solo per citare qualche vittima di una lista che è lunga a non finire. […]


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