Omelia della notte di Natale 2016

San Miniato, chiesa Cattedrale
24-12-2016
“Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme”; “Mentre si trovava in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio”.
 
Betlemme è il luogo della nascita di Gesù e vivere il Natale significa andare tutti a Betlemme, non quella geografica, nella Terra santa, ma là dove nasce Gesù.
Betlemme è ogni luogo dove il bimbo è deposto nella mangiatoia…, perché non c’era posto per lui.
Betlemme è il luogo ove, come ci ricorda Isaia, il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; è il luogo dove, ricorda san Paolo, “è apparsa la grazia di Dio”; e ancora il vangelo racconta che è la terra dove l’angelo annuncia una grande gioia e dice che là è nato un bimbo e la vita di quei pastori si mette in cammino, cambia, si scopre illuminata.
Betlemme è dipinta dalla Scrittura come il luogo dove la luce, la gioia, la vita (quella di un bimbo) invadono uno spazio ove c’è buio, male, violenza, rifiuto, mancanza di vera ospitalità.
 
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