Riflessioni

Percorsi di mistica al femminile: Teresa d’Avila

di Giulia Taddei

La scrittrice genialissima e feconda, maestra di vita spirituale, contemplativa incomparabile», la definì san Paolo VI il 27 settembre 1970, giorno in cui la proclamò Dottore della Chiesa (prima donna a ricevere il titolo). Santa Teresa di Gesù, o, dal nome del luogo di nascita, Teresa d’Avila è stata una gigante di santità, protagonista della Riforma cattolica grazie a intuizioni e opere che nei secoli non hanno smesso di dare i loro frutti. «Teresa senza la grazia di Dio è una povera donna, con la grazia di Dio una forza, con la grazia di Dio e molti denari una potenza», diceva di sé la fondatrice dei Carmelitani Scalzi e di tanti nuovi monasteri. Era capace di coniugare la sua ricchissima spiritualità con il senso pratico, virtù che si rivelarono entrambe necessarie per compiere la missione a cui Dio la chiamò.

Teresa Sánchez de Cepeda Dávila y Ahumada, nota storicamente come Santa Teresa d’Avila, nasce il 28 marzo del 1515 a Gotarrendura, nei pressi di Avila, in Spagna, figlia di Beatriz e Alonso, discendente di una famiglia di ebrei convertiti. Persa la mamma in giovane età, viene inviata a sedici anni in collegio dalle Agostiniane, dove sceglie la vita religiosa, nel 1536 Teresa decide di entrare in monastero presso le carmelitane dell’Incarnazione di Avila e sceglie di chiamarsi Teresa di Gesù. Presto si ammala gravemente ed è costretta a tornare alla casa paterna. Nel 1539 rientra al monastero, ma la sua salute migliora solo dopo tre anni. Teresa attribuisce la sua guarigione all’opera miracolosa di san Giuseppe ed inizia a sperimentare stati di estasi mistica. Tra il 1554 e il 1555 nel monastero vede un’immagine raffigurante Gesù coperto di piaghe e prova un così grande dolore nel ritenersi ingrata, che in lacrime si getta ai suoi piedi chiedendo la forza per non offenderlo più. Lei stessa definisce questa esperienza come la sua seconda conversione e comincia a dedicarsi più intensamente alla preghiera. Teresa matura poi la volontà di riformare il Carmelo secondo lo spirito originario dell’Ordine. I carmelitani della prima riforma saranno successivamente definiti «calzati», e quelli introdotti da Teresa «scalzi». Nel 1567 le viene concessa la facoltà di fondare altri monasteri di scalze nella provincia di Castiglia. Durante un colloquio col priore dei carmelitani calzati di Medina, padre Antonio de Heredia (Antonio di Gesù), la riforma carmelitana si estende anche al ramo maschile e cominciano a sorgere i primi eremi di carmelitani scalzi. Per dirimere i forti dissapori fra i carmelitani «calzati» e gli «scalzi».

Papa Gregorio XIII , il 27 giugno 1580, sancisce la formazione di una nuova provincia separata, quella degli scalzi, secondo il desiderio di Teresa e dei suoi compagni. Muore il 15 ottobre 1582 al monastero di Alba de Tormes fra le consorelle. Il suo corpo riposa ancora oggi nella chiesa dell’Annunciazione in Alba de Tormes. La maggior parte di quello che sappiamo di lei, l’abbiamo appreso per la sua testimonianza nelle opere, in particolare nel «Libro della Vita» e nel libro del «Castello Interiore». Ella vede l’uomo come un Castello il cui tesoro si trova all’interno: la presenza in lui di Dio, suo Creatore, suo Maestro e suo Re. E giustamente, la chiave per aprire la porta del castello e raggiungervi l’Ospite è l’orazione.

Che grande maestra di orazione è Teresa! La sua orazione è vita, non speculazione. Santa Teresa ha insegnato loro che la preghiera altro non è che uno stare alla presenza di Dio, sapendo che Egli ci ama e vuole solo il nostro bene. Ha scritto una bellissima poesia, da secoli usata come preghiera: «Niente ti turbi, niente ti spaventi. Tutto passa, Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio ha tutto. Dio solo basta».