San Miniato, chiesa Cattedrale

Omelia del Vescovo nella Notte di Natale

+ Giovanni Paccosi

I pastori vegliavano nella notte. «L’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”».

Vegliare, attendere: sono stati i verbi di quest’Avvento che si conclude in questa notte santa. L’attesa non finisce ma ora abbiamo dove guardare, nella nebbia del presente, invasa dal fumo triste della guerra e dell’ingiustizia che non si dirada: «un bambino».

Ma può essere il debole bambino di Betlemme la nostra gioia, la nostra speranza? Non è troppo poco? I pittori antichi, nelle immagini di Gesù bambino, pongono sempre qualche dettaglio che rimanda alla croce. La debolezza, la povertà, la sconfitta, sono segno dell’amore con cui Gesù ci guarda, svelandoci il cuore di Dio pieno di misericordia infinita.

Ecco il paradosso di questa notte santa: mentre tutto il mondo intorno a noi sembra cadere in rovina, la debolezza di Gesù, che non venne e non viene al mondo per trionfare, ma per offrire sé stesso, è la vera, grande speranza.

Come i bambini lasciamoci vincere dallo stupore e preghiamo davanti al bambino Gesù, offriamogli i nostri poveri doni, mettiamo davanti a lui la bufera del mondo, la povera gente di Betlemme, di Israele, di Gaza, dell’Ucraina e di tutte le periferie dolorose di oggi, i nostri giovani in cerca di un ideale a cui offrire la vita, le persone che patiscono e muoiono negli ospedali e in ogni dove.

Soprattutto però accettiamo il Suo dono. Nella notte illuminata dalla Sua Nascita, come i pastori, adorando Gesù bambino, vediamo ricomporsi il mondo: al centro l’amore di Dio, Gesù nelle braccia di Maria, nella povertà e attorno a Lui tutto ritrova il suo senso, il suo ordine. Invece del potere che continua a calpestare i deboli, irrompe la debole potenza di quel bambino che è Dio tra noi.

Accogliamo la Sua Presenza, e diventiamo anche noi suoi testimoni, strumenti vivi, perché in questo mondo senza certezze possa risplendere di nuovo la Vita, la comunione invece dell’odio, la carità al posto dell’indifferenza, l’accoglienza invece del timore dell’altro, la gioia anziché la disperazione. Germogli di vita nel deserto che avanza.

Mettiamoci in gioco, mettiamoci in cammino insieme, per dare carne alla perenne novità del vangelo. La novità che fiorisce dallo stupore perché Lui è qui, oggi come duemila anni fa.

Celebriamo adesso il battesimo di questa bambina: nel suo essere presa dall’avvenimento presente di Gesù, ci viene mostrato tutto questo in un segno bellissimo.

Bambino Gesù donale di crescere nella tua amicizia e che la sua famiglia possa essere come la sacra famiglia per Gesù il luogo della pace e dell’amore vissuto.

 

+ Giovanni Paccosi