Nell’itinerario delle domeniche di Quaresima, siamo all’ultimo passo prima della Domenica delle Palme, che inaugura la settimana Santa, la settimana che è modello e paradigma di ogni settimana, nella liturgia, nella devozione e nella vita cristiana. Ogni giovedì e ogni venerdì, ogni domenica, saranno per tutto l’anno segnati dalla memoria della passione, morte e resurrezione di Gesù. In questa domenica perciò la liturgia ci dona l’ultimo richiamo necessario per entrare nel modo giusto nella memoria degli avvenimenti fondamentali della nostra fede.
Lo fa ripresentandoci il grande miracolo della resurrezione di Lazzaro. Gesù è la vita e dona la vita, fa risorgere chi lo incontra, che viene liberato dalle tenebre della morte spirituale e fisica, della disperazione e dell’abbandono. Come profetizza Ezechiele: «Vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete».
Si respira in questo episodio già tutta la tensione che poi giorni dopo esploderà a Gerusalemme e porterà alla condanna alla morte risurrezione di Gesù. Gesù decide di andare a Betania sapendo che quello sarà il suo ultimo viaggio, perché a Gerusalemme si compirà il suo destino. E gli apostoli si rendono conto di quello che sta accadendo: «Andiamo anche noi a morire con lui!», dice Tommaso. Ma ripercorriamo quello che abbiamo appena ascoltato. Marta corre incontro a Gesù e si rivolge a Lui con le parole che poi anche Maria dirà: «Maestro se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!» Lei è certa dell’amico Gesù, ma non può comprendere chi è davvero Cristo. Il dialogo fra Gesù e Marta sfida anche ognuno di noi, che vogliamo bene a Gesù, ma forse rimaniamo sulla soglia del suo mistero senza affidare totalmente a lui la nostra vita.
«Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”. Gli rispose Marta: “So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?”. Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”».
«Credi tu questo?» Crediamo noi questo, nelle situazioni di guerra, di violenza, di divisioni nelle famiglie e tra i popoli, davanti all’ingiustizia che porta tanti fratelli a soffrire, fuggire, affogare, morire? Crediamo noi questo, chiusi come siamo tante volte nell’illusione di poterci dare da soli la vita, la vita vera, che spesso invece sostituiamo con dei surrogati incapaci di saziare il nostro cuore, nei divertimenti, nella spensieratezza, nella distrazione?
La conversione che dobbiamo compiere per entrare nella Settimana Santa, consiste in ciò che la parola stessa significa: cum-vertere: cambiare con forza la direzione del nostro sguardo, rivolgerci verso Gesù, consapevoli del bisogno che abbiamo, che siamo, di essere redenti, rialzati, risuscitati. «Credi questo?» Diciamo con Marta: «Io credo» e facciamo nostre le parole del salmo 129 che abbiamo ascoltato: «Dal profondo a te grido, o Signore… L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora. Perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione».
E ciò che Marta dice alla sorella Maria, lo dice anche a noi: «Il Maestro è qui e ti chiama». È tutta per me, per ognuno di noi, la sfida di questo vangelo. Il Signore ci chiama a riconoscere che Lui è qui, ora, e può compiere ora per noi il miracolo della risurrezione.
Commosso per l’amico, come per la nostra debolezza, Gesù scoppia in pianto. «Guarda come lo amava!». «Togliete la pietra!» «Lazzaro, vieni fuori!» «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
A Lui, a Gesù che è il nostro redentore, cioè colui che ci libera dal peccato e dalla morte, del nostro tendere al nulla, e ci dona il suo Spirito di vita, in questi ultimi giorni prima della Settimana Santa siamo chiamati a volgere lo sguardo, il cuore, la preghiera. «Colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi… Lo Spirito è vita per la giustizia… Voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito».
Promessa di vita, di vita nuova di una primavera dentro di noi e tra noi, una vita nuova da annunciare e testimoniare al mondo.
«Credettero in lui». Crediamo in te Gesù.