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La terza catechesi del Vescovo sul cammino sinodale: «Dio è l’Infinito»

di Antonio Baroncini

Mercoledì 18 gennaio, nella sala ben accogliente della parrocchia di Le Melorie, il vescovo Giovanni ha svolto la terza catechesi sul significato del Cammino sinodale delle Chiese in Italia e sulle conseguenze che ne derivano.

La parola senza le relative azioni non produce l’effetto desiderato: resta solamente un “bel” discorso accademico, pur indirizzato all’aspetto spirituale e religioso dell’uomo. «Dio è l’Infinito!» è stato il principio su cui si è basata tutta la catechesi del vescovo. Ogni nostro giudizio non può essere mai conclusivo in relazione alla infinità divina. Qui è racchiuso il vero significato di questo Sinodo, promosso da papa Francesco. Le nostre ispirazioni spirituali entrano in relazione con i tempi che cambiano, comportando nuove modalità di vivere la fede, senza però annullare i valori fondamentali del cristianesimo. A cambiare sono i modi di pensare dell’uomo in rapporto alla Parola, cioè all’insegnamento di Gesù. La Chiesa nel tempo si è sviluppata, organizzata in una comunità gerarchicamente ordinata attraverso una stesura di regole derivanti dai Concili, dai Sinodi, rispondendo alle esigenze del tempo attraverso l’applicazione della Parola, offrendo una guida spirituale, religiosa e di conseguenza anche umana, per affrontare le problematiche emergenti.

La Parola è sempre stata la radice di ogni interpretazione e lo Spirito il lume dell’intelligenza. Papa Francesco ha capito, illuminato dallo Spirito, che in questo momento la Chiesa ha bisogno di uno slancio, di una riflessione sul cammino dei cristiani, chiedendo a tutti il proprio pensiero, partendo dalla base, ascoltando tutti e riflettendo, senza pregiudizi, in pura onestà intellettuale. La partenza è avvenuta “dal basso” dalle persone che nella vita si impegnano nella comunità cristiana e da quelli che non si trovano su un cammino lontano da quello che Gesù ha tracciato.

Ecco la sinodalità: l’Ecclesia! Un interrogativo di fondo ci guida: quali passi lo Spirito ci invita a camminare per crescere come Chiesa Sinodale. Due anni fa siamo partiti con la prima fase narrativa, ascoltando senza pregiudizi, senza predisporsi al contrasto con nostri personalismi, per giungere a individuare alcune priorità. Nella seconda fase sapienziale ascoltiamo ciò che lo Spirito dice alle Chiese attraverso il senso di fede del popolo di Dio. Passeremo quindi alla fase profetica, che si concluderà con un evento assembleare nazionale. In tutto questo, la voce di Dio non si impone, è discreta, rispettosa, umile.

Per capire bene e nel far emergere conclusioni feconde dal Cammino sinodale si è posto l’accento su una tematica specifica: la formazione alla fede ed alla vita. L’impegno più grande che ci viene richiesto è quello del discernimento ecclesiale: «Ascolta Dio, Lui ti dirà cosa dovrai fare. Apri il cuore a Dio!». È proprio in questa specificità che sentiamo, mediante lo Spirito, l’infinità di Dio presente in ogni aspetto della nostra vita. Il Sinodo suggerirà la strada di un cammino da fare insieme, uniti nella fede, nella speranza, nella grazia, che ci porti a contemplare, nella nostra umanità, l’infinità di Dio, sentendo la Chiesa come Madre e guida, retta e illuminata dallo Spirito, che ci conduce a “incontrare il Risorto” come Gesù si rivelò a Cleofa e al suo compagno: «Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero» (Lc 24-31).

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