Vento e Fuoco

La Pentecoste di Gustav Mahler

di don Francesco Ricciarelli

Come esprimere in musica l’irruzione dello Spirito, il vento e il fuoco che trasformano la storia, l’annuncio di salvezza che si fa comprensibile a tutti? È questa la sfida che Gustav Mahler (1860-1911) affrontò nella Sinfonia n. 8, conosciuta anche come la Sinfonia dei Mille, in cui l’inno Veni Creator Spiritus viene trasfigurato in una dimensione sinfonica mai udita prima. Per questa sua opera Mahler mobilitò un organico immenso – orchestra, organo, otto solisti, due cori misti, coro di voci bianche – e riservò all’invocazione dello Spirito la prima parte di un immenso dittico.

La sinfonia si apre con un’esplosione sonora, che immediatamente richiama l’irrompere del vento della Pentecoste. L’attacco simultaneo di tutte le voci e degli strumenti, sostenuto dall’organo, crea un effetto di energia travolgente, che si mantiene per tutto il primo movimento, con rinnovati slanci e passaggi in cui la musica sembra letteralmente “soffiare” attraverso le masse corali e orchestrali. L’immagine delle lingue di fuoco è resa dai timbri luminosi e dai passaggi ascendenti che danno l’impressione di fiamme che si accendono e si propagano, fino a un climax in cui le voci si inseguono e si intrecciano in impressionanti scale ascendenti. Nella seconda parte del dittico, Mahler accosta in maniera inedita all’inno latino della tradizione gregoriana uno dei capolavori della letteratura romantica tedesca, il Faust di Goethe. Nello specifico si tratta delle pagine finali del dramma in cui l’anima di Faust viene salvata dalla Grazia. L’Eterno Femminino che ci attira verso l’alto (Das Ewig-Weibliche zieht uns hinan), simbolo della tensione verso l’Assoluto, diventa la condizione di possibilità, il luogo privilegiato in cui lo Spirito Creatore viene accolto. Fra i tanti spunti preziosi che Mahler raccoglie dal testo di Goethe e che amplifica con grande intensità c’è l’invocazione che il Doctor Marianus rivolge alla «Giovane donna, pura nel senso più bello» (Jungfrau, rein im schönsten Sinne). La Vergine Maria, che ha atteso con gli apostoli la discesa dello Spirito Santo, è ora la dispensatrice della Grazia che ci salva e che ci eleva.

Il tema del Veni creator ritorna ciclicamente anche in questa seconda parte, come un vento che percorre tutta la sinfonia, un filo conduttore musicale che rappresenta la continuità dell’azione dello Spirito, che non si esaurisce nell’evento iniziale ma continua a soffiare e a incendiare i cuori umani lungo il cammino della storia. Potremmo vedere nella fusione tra sacro e profano, tra latino e tedesco, tra liturgia e poesia, un’allusione alla libertà dello Spirito che «soffia dove vuole». Il coro mistico che medita sulla fugacità del mondo, «Tutto ciò che è transitorio è solo un simbolo» (Alles Vergängliche ist nur ein Gleichnis), sfocia in un canto di lode e di ringraziamento in cui coro e orchestra si fondono in un’unica voce. L’ultimo ritorno trionfale del leitmotiv del Veni Creator Spiritus, conclude questa «epifania in musica» del vento e del fuoco divini. Con la sua originale sintesi tra testo biblico e cultura del suo tempo, Mahler offre ancora un’esperienza in cui spiritualità cristiana e umanesimo moderno si incontrano e si esaltano a vicenda.

Questa fusione esprime un duplice aspetto dell’azione dello Spirito: la sua presenza santificante che agisce nella liturgia e la sua forza creativa che ispira l’arte umana. Da una parte il testo liturgico fornisce la struttura e il contenuto teologico dell’invocazione allo Spirito Santo, dall’altra il testo letterario amplifica e trasforma questo contenuto, dandone una nuova rappresentazione complessa e coinvolgente. Un’ulteriore dimostrazione che l’espressione artistica, non solo liturgica, quando è autentica, è sempre una pentecoste: vento che scuote, fuoco che illumina, parola che unisce. Nei momenti più alti, non è una semplice rappresentazione, ma una partecipazione al Mistero; non decorazione, ma rivelazione. Quando si lascia attraversare dal vento e dal fuoco dello Spirito, l’arte diventa capace di tradurre l’invisibile, di parlare tutte le lingue e di accendere ancora i cuori.