Il Dicastero dei Laici ha approvato venerdì scorso il nuovo statuto dell’Associazione, nata negli anni Settanta nell’ambito del Rinnovamento carismatico cattolico.
Giornata storica quella di venerdì 19 gennaio per la Comunità Magnificat: alle ore 11 in punto, a Roma, il cardinal Kevin Farrel, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ha infatti consegnato ai suoi rappresentanti il decreto di riconoscimento come «comunità internazionale di fedeli», sancendo contestualmente l’approvazione del nuovo statuto “ad experimentum” (come si dice in gergo canonico) per cinque anni.
La Comunità Magnificat conosce una sua significativa presenza anche nella nostra diocesi grazie alla Fraternità di Marti, che era presente alla cerimonia di Roma con una piccola delegazione guidata dal suo “moderatore” Alessio Piampiani. A Marti la Fraternità Magnificat nasce ufficialmente nel 2008 e conta ad oggi 20 “alleati” (così sono detti i suoi membri effettivi), oltre a una quarantina di fratelli e sorelle che fanno un cammino stabile all’interno della fraternità.
Per ricostruire invece la storia più ampia della Comunità Magnificat occorre tornare indietro alla metà degli anni settanta, all’epoca del sorgere nella Chiesa del Rinnovamento Carismatico Cattolico, i cui rappresentanti G furono ricevuti per la prima volta in Vaticano da Paolo VI il 19 maggio 1975. Da lì in poi, attraverso varie vicissitudini e soprattutto grazie all’accompagnamento sapiente di alcuni pastori della Chiesa, la Comunità è cresciuta, diffondendosi in tutta Italia e anche all’estero. La sua nascita ufficiale viene attestata al 7 dicembre 1978, a Perugia, grazie all’impegno di un gruppo di giovani animati dall’instancabile Tarcisio Mezzetti. Pur non essendo il “fondatore” della Comunità in senso stretto, Mezzetti ne è stato a lungo il membro più conosciuto e attivo, sia per i ruoli ricoperti in Comunità e nel Rinnovamento nello Spirito, che – soprattutto – per la sua inesausta attività di evangelizzatore, di promotore della vita comunitaria e, in particolare, per l’esperienza dei seminari di guarigione che conduceva personalmente in vari luoghi d’Italia. A lui il Signore aveva affidato le profezie che hanno poi dato origine alla vocazione comunitaria: da «Con Gesù, su Gesù, costruisci!» (parole arrivate a Mezzetti in preghiera), alle «Quattro promesse» (parole donate dal Signore in contemporanea a persone diverse, durante un campeggio estivo comunitario). La Comunità, infatti, è aiutata a vivere l’esperienza carismatica da quattro promesse, che gli alleati rinnovano ogni anno: povertà, perdono permanente, costruzione dell’amore e servizio. Negli anni la Comunità aveva ricevuto vari riconoscimenti ecclesiali, come ad esempio quello di Associazione privata di fedeli, arrivato nel 1995 dall’allora arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, cardinale Antonelli. La Comunità, che riconosce come suoi principali carismi l’evangelizzazione, la promozione della vita comunitaria e della vita eucaristica, conta oggi decine di fraternità in Italia, Romania, Turchia, Argentina e inizia a mettere radici importanti anche in Africa e Asia.
In Toscana la Comunità arriva nei primi anni ottanta, a Cortona per la precisione, e in occasione del grande giubileo del 2000 giunge anche in diocesi di San Miniato, a Marti appunto, dove si realizza l’unione due gruppi, il primo formato prevalentemente da giovani, che sin dal 1993 si riuniva nella piccola parrocchia del montopolese, e il secondo costituito da adulti provenienti dall’esperienza del Rinnovamento nello Spirito Santo di Bientina, tra i quali figurava il giovane Fabrizio Orsini, poi ordinato sacerdote nel 1998 e destinato dal vescovo Ricci come parroco proprio a Marti. Faceva parte di questo gruppo anche Sabatino Bagnoli, diventato in seguito diacono permanente.
Gli alleati, i fratelli e le sorelle che vivono il carisma della Comunità a Marti, offrono oggi un importante servizio alla nostra diocesi, soprattutto nell’ambito della Pastorale giovanile (la responsabile – Linda Latella – viene proprio dall’esperienza del «Magnificat»), nel Consiglio pastorale diocesano, nella Consulta delle aggregazioni laicali e nel Consultorio familiare «Alberto Giani».