In occasione del messaggio del Papa agli operatori della comunicazione

Il vescovo incontra i giornalisti

di Antonio Baroncini

Ogni anno l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi rievoca la figura di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, convocando gli operatori della comunicazione dei nostri territori per un incontro col vescovo. Dopo una cena conviviale, il vescovo illustra il messaggio che il Papa rivolge annualmente a questa categoria. La sede scelta è sempre lo spazio del ex convento della Nunziatina in San Miniato, una realtà che armonizza, per il suo trascorso monastico e la configurazione strutturale, questo evento che potremmo definire “sapienziale”. L’intelligenza artificiale è il tema principale che papa Francesco ha affrontato nel suo messaggio. Le sue straordinarie potenzialità vanno considerate come mezzo e non come fine, in relazione alla creatività dell’uomo per lo sviluppo delle informazioni e delle conoscenze su grande scala.

L’intreccio di algoritmi, di formule matematiche, di confronto dati, non sono una vera e completa risposta, poiché la risposta non è scritta, ma dipende da noi. Sarà l’uomo a decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si può giungere alla sapienza. «La necessità di chi si occupa di informazione e di chi legifera – ha commentato il vescovo Giovanni – è quella di salvaguardare l’umano. L’intelligenza artificiale deve essere al servizio dell’umano, altrimenti non fa che acuire la differenza tra chi ha questi strumenti a disposizione e chi no».

Una tematica complessa e avvincente che guarda al futuro, inserita in una crescita e sviluppo «in umanità e come umanità» per determinare «un salto di qualità per essere all’altezza di una società complessa, multietnica, pluralista, multi-religiosa e multiculturale». Sono questi i O punti salienti che il vescovo Giovanni ha messo in evidenza a partire dal messaggio del Santo Padre. Proseguendo poi nell’accogliere e rispondere alle domande che gli sono state rivolte dai giornalisti. Dopo un anno dal suo insediamento come vescovo di San Miniato, monsignor Paccosi ha espresso – stimolato dai giornalisti – anche i suoi sentimenti: «Sono colpito dalle molteplici esperienze di vita, di fede, di solidarietà verso l’emarginazione e la povertà» presenti in diocesi, soprattutto con esperienze d’impegno e volontariato ammirevoli.

 Come sappiamo monsignor Paccosi ricopre un incarico significativo anche fuori dal suolo italiano; dal 2022 è infatti responsabile per l’America Latina della Fraternità di Comunione e Liberazione. Evidenziando, in questa veste, le problematiche sociali e religiose di questa sua esperienza, vissuta direttamente per 14 anni in Perù, a Lima, come parroco di una parrocchia con 60 mila persone, ha parlato di alcune possibili trasformazioni nell’organizzazione delle nostre parrocchie, con l’attenzione alle strutture materiali delle chiese e soprattutto a una nuova visione missionaria: trasformare le tradizioni in atti moderni e viverli da cristiani autentici nella fedeltà al magistero della Chiesa: «Che non pesi a nessuno fare qualche chilometro in più per andare a Messa», è stata una delle sue osservazioni. Si tratta di trasformazioni che richiederanno tempo e che incideranno un po’ nella tradizionale partecipazione alla vita della Chiesa. Molto è stato già fatto, nell’instaurare le unità pastorali, ma si andrà verso ulteriori concentrazioni di forze e di risorse per vivere nuove forme di comunità cristiana.

Una priorità per il vescovo Giovanni è la riuscita del cammino sinodale, come punto di partenza per una Chiesa che cambia nella sua generale struttura organizzativa in risposta alle esigenze della società, senza intaccare il Vangelo. Ha annunciato poi che nel 2025, in autunno, è previsto un grande pellegrinaggio di tutte le diocesi toscane in occasione dell’Anno Santo: una notizia inaspettata e accolta con entusiasmo. Sarà un momento di ringraziamento e nello stesso tempo una dimostrazione di impegno, di coraggio e di fede. Scrive papa Francesco nel suo messaggio: «Per non smarrire la nostra umanità, ricerchiamo la sapienza che è prima di ogni cosa, che passando attraverso i cuori puri prepara amici di Dio e profeti: ci aiuterà ad allineare anche i sistemi dell’intelligenza artificiale a una comunicazione pienamente umana».