Caritas

Il vescovo a Gello ha incontrato i ragazzi delle «4 del pomeriggio»

di don Armando Zappolini

La sera di lunedì 18 settembre, il vescovo Giovanni ha incontrato negli spazi della parrocchia di Gello i giovani che hanno partecipato ai campi delle «4 del pomeriggio», promossi durante l’estate da Caritas San Miniato e dalla Pastorale giovanile diocesana. L’incontro è stato preceduto da una cena che ha favorito la restituzione e il racconto delle esperienze vissute. Subito dopo la cena sono state proiettate le immagini a cui è seguita la condivisione delle emozioni che ciascuno ha provato nel corso di queste esperienze.

La prima meta raggiunta, in ordine di tempo, è stata quella al carcere minorile «Beccaria» di Milano, presso la comunità Kayros, dove Tommaso Giani, accompagnato da un gruppo di ragazzi della diocesi e da alcuni suoi studenti di scuola, ha condiviso la vita di questa comunità particolare, dove 40 giovani scontano la pena detentiva in modo alternativo al carcere. Sono emerse tante complessità, tante fatiche rimaste impresse nei cuori di coloro che vi hanno partecipato; e il racconto del modo in cui alcuni dei ragazzi del Kayros si sono aperti con i nostri giovani ha toccato corde molto profonde in chi ascoltava. Lo scopo di questo progetto è infatti permettere a ragazzi dei nostri territori di entrare in mondi e situazioni di cui non conoscevano l’esistenza, se non in modo raccontato.

 Stessa intensità anche per i giovani che con don Tommaso Botti sono andati nell’Agro Pontino. I Padri Scalabriniani organizzano lì, ogni anno, dei campi di sostegno e di conforto per i ragazzi indiani sikh che vengono sfruttati nel lavoro dei campi. L’aver provato anche solo per un giorno l’esperienza del lavoro nelle serre, con il caldo e la fatica atroci, ha fornito ai nostri giovani la consapevolezza di cosa si nasconde dietro tanti prodotti che arrivano sulle nostre tavole a prezzi scontati.

Anche l’esperienza del gruppo recatosi a Scampia con don Udoji e Mimma Scigliano è stata di notevole intensità perché, oltre a vivere l’esperienza di attivismo sociale, molto ricco in quel quartiere, c’è stata anche la possibilità di condividere il campo con altri giovani provenienti da altre parti d’Italia e di conoscere la storia di Ciro Corona e di altre persone che hanno deciso di non piegarsi davanti alla malavita. Sono esperienze che restano chiaramente nel cuore.

Così come per l’esperienza forse più significativa (quanto meno per l’impegno logistico che ha richiesto), quella della Palestina, guidata da don Luca Carloni. Un mix che da alcuni anni si sperimenta con «Le 4 del pomeriggio», con la visita ai luoghi santi e il volontariato, che quest’anno in Terra Santa si è concentrato su un orfanotrofio per bambini e ragazzi con disabilità psichica che hanno stupito i nostri ragazzi per l’affetto e l’empatia con la quale li hanno accolti. Da questo incontro nascerà probabilmente un progetto che sotto Natale la Caritas presenterà a tutta la diocesi, oltre a altre forme di collaborazione per sostenere questa opera che a Betlemme raccoglie diverse decine di bambini, giovani e uomini sfortunati.

Il vescovo Giovanni nel saluto a conclusione dell’incontro ha sottolineato che quella delle “4 del pomeriggio” è una realtà molto bella della nostra diocesi: dove c’è sofferenza, dove c’è solitudine, là c’è la Chiesa con i suoi sacerdoti, con le suore, con i volontari, con tutte queste opere che vengono promosse per amore di Gesù. È il modo in cui noi cristiani andiamo incontro agli altri, proprio perché negli altri vediamo Il Signore. Monsignor Paccosi ha aggiunto inoltre che il nome del progetto, “Le 4 del pomeriggio”, è molto bello e significativo. Gli apostoli, anche in età avanzata, quando hanno scritto i vangeli, ricordavano ancora e perfettamente l’ora dell’incontro con Gesù, l’ora che ha cambiato la loro vita. L’augurio finale che il vescovo ha fatto ai nostri giovani è che davvero questa esperienza possa essere come quella di quelle “ore 16” di venti secoli fa, quando un giorno qualunque è diventato per loro il giorno dell’incontro col Signore.

Il progetto continua, e conoscerà per l’anno prossimo nuove prospettive: c’è la Turchia che sta per entrare in gemellaggio con le Chiese toscane, l’Albania e ancora i campi nei luoghi dove l’impegno per la legalità e la giustizia, genera ancora testimonianze coraggiose e preziose forme di cittadinanza attiva che è necessario custodire e promuovere come tesoro per la nostra vita cristiana e per la nostra vita sociale.