La settimana appena trascorsa è stata ricca di spunti culturali per tutti gli appassionati delle vicende ecclesiastiche e civili del nostro territorio. Sono stati infatti presentati, nell’ambito degli eventi per il Giubileo diocesano dei quattrocento anni, due volumi che ripercorrono momenti e luoghi della storia di San Miniato a testimonianza della fede cristiana di queste terre. Entrambi gli eventi, svoltisi alla presenza del vescovo Paccosi, delle autorità civili e militari, e con un folto pubblico proveniente da tutte le parti del territorio diocesano, sono stati ospitati nella storica biblioteca del Seminario.
Nel primo, che si è tenuto il 19 settembre, memoria del Beato Pio Alberto Del Corona, è stato reso noto il lavoro archivistico iniziato molti anni fa dal compianto Graziano Concioni. Concioni aveva trascritto, sotto l’impulso del vescovo Tardelli, tutti i documenti appartenenti a un prezioso fascicolo conservato nell’archivio diocesano dal titolo «Processo relativo all’erezione della diocesi 1622». Grazie alla disponibilità della figlia Francesca questo lavoro è stato recuperato e curato nei minimi dettagli per dargli veste editoriale. Si tratta di un insieme di documenti di importanza unica, copiati fedelmente nel 1766 dagli originali depositati nell’archivio privato Inghirami di Volterra. Era stato il vescovo Poltri (1755-1778), che già si era distinto per la salvaguardia di alcuni antichissimi reperti archeologici portati a San Miniato per sottrarli al rischio di dispersione e custodirli in curia, a commissionare la copia di questo fascicolo. Sfogliando il volume appena uscito dai torchi di stampa grazie alla sinergia di Diocesi e Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, si può notare immediatamente la mole di informazioni inedite che raccoglie. Ad impreziosire ulteriormente la pubblicazione di questa fonte storica l’introduzione di Gaetano Greco, docente di storia moderna presso l’Università di Siena e relatore d’onore nella serata del 19 settembre.
Come ha sottolineato Greco, «la nascita della diocesi, con la promozione al rango di città della terra di San Miniato, non fu priva di ostacoli. Da un lato l’antico arcivescovado di Lucca, che perdeva ampie porzioni del suo territorio originario, dall’altro il Granducato di Toscana che mirava ad espandere il suo dominio politico nel bacino dell’Arno e nelle colline pisane». In questo contesto di intrecci politici ed equilibri tra affari curiali e rapporti con Roma, si innesta la vicenda dell’erezione della Diocesi, voluta già da Cosimo II (morto nel 1621) e proseguita dalle due granduchesse Cristina di Lorena, madre del defunto, e Maria Maddalena d’Austria, madre di Ferdinando II, futuro granduca. Le nobili Tutrici ebbero quindi un ruolo decisivo nell’istituzione della nuova sede episcopale che portava con sé molte conseguenze ancora oggi tangibili. Si pensi alla presenza stabile del vescovo in aree anche molto lontane da Lucca, con la possibilità per il nuovo presule di conoscere e curare più capillarmente i rapporti con il popolo di Dio, e che quindi, nello sfondo delle mire politico-ecclesiastiche dei Medici, portava con sé indubbi benefici alla vita religiosa. Il vescovo Paccosi, da fine appassionato di arte sacra, ha proprio fatto notare questo aspetto nella sua prolusione all’incontro: «la creazione della Diocesi di San Miniato portò certamente una spinta e una ventata di aria nuova in ambito artistico, se si pensa all’incremento di opere d’arte nelle chiese, negli oratori e nelle cappelle, che si verificò con il nascere del nuovo istituto ecclesiastico (1622), dopo secoli di minore crescita artistica».
Di ben altro tono il volume sul Palazzo vescovile di San Miniato, presentato al pubblico nel pomeriggio di venerdì 22. Il libro è l’edizione di una tesi di laurea discussa dagli architetti Daria Bimbi ed Emanuela Vigneri circa venti anni fa, sotto la guida del professor Gurrieri, storico docente di restauro alla Facoltà di architettura di Firenze, e la co-tutela dell’archeologo Vanni Desideri e della germanista Laura Fancelli. Tra gli ospiti della serata, coordinata da Luca Macchi dell’Accademia degli Euteleti – ente che ha voluto fortemente il simposio di presentazione – anche il Soprintendente per le province di Pisa e Livorno architetto Tesi. Daremo conto della presentazione, e dei contenuti di questo testo, nel prossimo numero del settimanale diocesano.