Giubileo degli adolescenti

Da San Miniato a Roma: giovani in cammino tra fede, speranza e memoria

di Francesco Fisoni

Durante i giorni segnati dal funerale di papa Francesco, 150 giovani della diocesi di San Miniato hanno partecipato al Giubileo degli adolescenti nella Capitale. Tra preghiera, incontri e commozione, i ragazzi hanno vissuto un’esperienza intensa, simbolo di una Chiesa viva e in dialogo con le nuove generazioni.

Erano in settanta i giovanissimi provenienti da quindici parrocchie della diocesi che sono partiti venerdì mattina, 25 aprile, da Ponsacco e San Miniato alla volta di Roma per vivere il Giubileo degli adolescenti. Un numero che sale a 150 ragazzi se aggiungiamo anche i reparti scout che si sono mossi in autonomia da Casciana Terme, Castelfranco di Sotto e Ponsacco. Un numero significativo che ha rappresentato la Chiesa di San Miniato nei tre giorni forse più intensi di tutto il Giubileo, coincisi con le esequie di papa Francesco e la presenza nella Capitale dei capi di Stato di tutto il mondo.

«Abbiamo avuto tante difficoltà a livello logistico per partecipare agli eventi giubilari programmati prima della partenza», ha confidato don Luca Carloni che guidava i 70 giovani dalle parrocchie. «Devo però dire – ha aggiunto – che queste difficoltà sono state superate grazie all’entusiasmo e alla voglia dei nostri ragazzi di conoscersi e stare insieme. Hanno vissuto anche con grande consapevolezza il funerale del Papa: un momento di profonda tristezza, ma anche di grande speranza per la Chiesa. Una speranza che si è fatta concreta proprio in questi ragazzi, che hanno scelto con convinzione di esserci per il Papa, alzandosi molto presto la mattina di sabato. Sono stati tre giorni faticosi, ma con tanta gioia nel cuore da portare a casa. Per quanto mi riguarda sono contento di come ci siamo adattati e mossi: questi adolescenti sono stati una vera testimonianza di speranza. La speranza deve restare un punto focale della nostra Chiesa in questo momento. Da prete giovane continuo a credere che la Chiesa debba lavorare ancora per entrare in relazione con questa fascia d’età, con il suo linguaggio. Ma quando troviamo un varco e un punto d’incontro, allora nasce davvero l’incontro autentico con Cristo. E tutto quello che abbiamo vissuto a Roma lo testimonia. Questi adolescenti che sono il futuro anche della nostra Chiesa diocesana».

E allora ascoltiamoli questi giovani.

Emma Livia, 14 anni di Cenaia, racconta: «Volevo fare questa esperienza con gli amici della parrocchia, essere insieme a tanti ragazzi provenienti da tutte le diocesi italiane e da tutto il mondo. Abbiamo vissuto tanti momenti di preghiera che ci hanno aiutato a crescere nella fede. Il funerale del Papa, che non era previsto prima della partenza, mi ha molto colpita: è stato un momento forte ed emozionante».

Andrea, 17 anni, della parrocchia di Ponsacco: «Il Giubileo si celebra ogni 25 anni, al prossimo avrò più di 40 anni. Viverlo adesso, da adolescente, è stato molto bello. Condividere questa esperienza con gli amici e i ragazzi della diocesi è stato come viverla con una grande famiglia. Pregare in questi luoghi regala un’esperienza nuova e diversa. Eravamo tutti uniti dalla stessa fede, stretti attorno a questa grande piazza, che altrimenti conosceremmo solo dai libri di storia dell’arte o dalle foto».

David, 15 anni, dalla parrocchia di La Rotta: «Sono qui grazie ai miei genitori che mi hanno stimolato a partecipare. Queste esperienze aiutano a crescere nella fede. La cosa più bella è stata poter vivere concretamente cose di cui avevo solo sentito parlare: il Giubileo, la Porta Santa, ecc… Mi ha colpito la possibilità di conoscere e dialogare con tante persone diverse e di trasmettere gioia agli altri».

Agata, 16 anni, di Capannoli, riflette: «Sapere che un Giubileo avviene solo ogni venticinque anni mi ha fatto capire quanto sia stato importante viverlo ora. L’esperienza a Roma mi ha aiutata a crescere, e mi ha colpito vedere quante persone da tutto il mondo erano presenti. Questo mi ha fatto comprendere meglio il valore universale della religione cattolica».

Chiudiamo con la testimonianza di Elena di Ponsacco, 19 anni, un’accompagnatrice del gruppo: «Ho deciso di partecipare per regalare a questi ragazzi un’esperienza unica che ricorderanno per sempre. Mi ha colpito vedere la loro gioia, la capacità di stare insieme, la speranza che hanno portato con sé, e il forte desiderio di esserci. Vedere migliaia di giovani da tutto il mondo mi fa dire che sì, c’è ancora speranza e amore per il futuro».