Riflessioni

«Cristo è risorto e ha cambiato la direzione della storia»

+ Giovanni Paccosi

«Dove è la vita che abbiamo perduto vivendo?» diceva T. S. Eliot nei “Cori della Rocca”. Gli antichi vedevano la storia e la vita di ognuno come una ruota, che torna su sé stessa e che piano piano allontana da quel bene che il cuore vorrebbe, e aspetta. E questa vita che passa sembra sia una continua perdita.
Ma nessuno vuole perdere. Basta guardare come si accaniscono i Padroni spietati delle guerre in corso, come ci si accapiglia nella politica, come anche nella quotidianità del lavoro o dei rapporti siamo sempre in competizione.
Eppure non solo chi arriva secondo perde, ma anche chi sembra vincere, vede sgretolarsi la sua vittoria, perché ogni cima raggiunta ne svela un’altra più in là, e non toglie il senso di questa perdita continua, di questa strana entropia che disperde e che lacera.
La bandiera che sventola sulla torre di Federico a San Miniato e che vedo dalla mia finestra, ogni poco dev’essere cambiata, perché il vento la lacera giorno a giorno, come il tempo straccia noi.
Eppure è nato Gesù. È morto Gesù. Ma è risorto Gesù. La Sua Pasqua rompe questo giro interminabile di perdite. «Ecco allora – dice papa Francesco – che cosa fa la Pasqua del Signore: ci spinge ad andare avanti, a uscire dal senso di sconfitta, a rotolare via la pietra dei sepolcri in cui spesso confiniamo la speranza, a guardare con fiducia al futuro, perché Cristo è risorto e ha cambiato la direzione della storia».
Possiamo guardare le guerre, i drammi quotidiani, i capelli che imbiancano e cadono, le sconfitte o le imperfezioni che abbiamo, senza timore, senza ansia. I sepolcri del limite sono rotti, la vita è possibile, la pace è possibile, la fratellanza promessa. Come in quest’inizio di primavera, in Cristo risorto tutto fiorisce, ed è un inizio senza perdita, che rende il cammino sempre più intenso e pieno.
Ciò che ci sembra di perdere vivendo è allora come il marmo che scolpiva Michelangelo: ogni scaglia che cade svela la bellezza che c’è dentro, e il nostro io amato da Dio e destinato alla vita emerge sempre più. Perché Lui, Gesù morto e risorto, è presente ogni giorno fino alla fine.
E noi che siamo stati chiamati a custodirne la presenza nella nostra povera umanità, lo possiamo annunciare al mondo, con la nostra letizia.
(Pubblicata su «La Domenica/Toscan Oggi» del 31 marzo 2024)