Omelia per la Solennità dell’Ascensione del Signore

Col rito di Istituzione degli accoliti Cattedrale di San Miniato, 20 maggio 2012
20-05-2012

Quaranta giorni dopo la Pasqua, dice il testo sacro, Gesù, dopo essere più volte apparso ai suoi, aver loro parlato mostrando le ferite della crocifissione; dopo aver mangiato con loro e ravvivato la loro fede, salì al cielo. Terminò la sua vicenda terrena, sparì alla loro vista e, dicono ancora i sacri testi, si assise alla destra del Padre nella gloria, da dove tornerà alla fine dei tempi per giudicare i vivi e i morti.


È il mistero dell’ascensione. Ciò che oggi noi celebriamo e viviamo. Attraverso l’ascensione di Gesù al cielo, la nostra stessa natura umana, unita indissolubilmente a quella divina di Gesù, è salita al cielo acquistando una dignità regale straordinaria. Alla destra del Padre nella gloria è così assisa in Cristo la nostra stessa umanità che vediamo esaltata e valorizzata in modo inimmaginabile. Gesù Cristo è asceso al cielo come il primogenito di una moltitudine di fratelli. Anche a nome nostro, dunque. [‘]


» Scarica il testo completo al link sottostante