Omelia per la Solennità del Corpus Domini

Cattedrale, 26 maggio 2016
26-05-2016

L’antica tradizione della solennità del Corpus Domini, nata per ispirazione della beata Giuliana di Retine, priora del monastero del Monte Cornelio, presso Liegi in Belgio nel XIII secolo e istituita per la chiesa universale da papa Urbano VI l’8 settembre 1264, si è sempre più diffusa e affermata.

Questa sera ci collochiamo nel solco di questa storia che raccoglie celebrazione di fede e devozione popolare e diventa rinnovato annuncio della Pasqua, del Signore Risorto e Vivente, presente in mezzo a noi.

Le letture proclamate ci raccontano la ricchezza dell’Eucaristia celebrata, custodita, annunciata.

La prima lettura dal libro della Genesi ci suggerisce di comprendere questa solennità alla luce di un incontro di Abramo, l’incontro con il sacerdote Melchisedek. Questo sacerdote recita una benedizione su Abramo e sulle sue imprese. Abramo, da parte sua, riconoscendo il dono, consegna la decima.

La benedizione del sacerdote è segno e richiamo della presenza e dell’opera di Dio, ricorda e annuncia che Lui è all’origine di tutto.

Abramo scopre, sperimenta così che la sua vita dipende da Dio, è affidata a Lui, è suscitata da Lui. Nasce la consapevolezza che da Dio tutto proviene e che di Lui ci si può fidare. Abramo è consegnato alla promessa di Dio

» Scarica e leggi il testo completo al link sottostante