Omelia per il Giubileo dei sacerdoti

Chiesa Cattedrale, 6 Ottobre 2016
06-10-2016
Carissimi,
stiamo celebrano il nostro Giubileo, quello dei presbiteri, insieme al Vescovo: il giubileo del clero.
E’ evento opportuno questo per noi che più frequentemente siamo portatori per altri dell’annuncio di Grazia che il Signore salva. Oggi siamo qui perché l’annuncio viene rivolto a noi. La misericordia, l’annuncio bello del Giubileo sono oggi parola buona per noi.
 
La prima lettura ci consegna una parola di Paolo che nota come gente della comunità che aveva accolto il dono della Parola, del Vangelo ora non viva più per il Signore, ma per “le opere della Legge”.
Questa pagina ci rivolge un primo invito: torna alla vocazione, alla memoria bella e grata della tua chiamata. Ci sono le tappe della nostra vocazione e dei “si” che abbiamo pronunciato.  Si tratta di fare memoria del nostro incontro con Gesù. Lui c’è stato! E attraverso la memoria dell’incontro avuto possiamo scoprire che Lui è presente ancora oggi e ci accompagna.
 
Il vangelo ci ricorda che il Signore ascolta. Questa è una parola rivolta anche a noi: Il Signore ti conosce, ti ascolta, puoi raccontarti a Lui. Chiedi al Signore…, perché Lui ascolta. Lo sai davvero che Lui ascolta? Il vangelo ci dice così: parla con Lui, con il Signore, digli quello che porti in cuore, progetti e magari delusioni… Lui, di certo, ti ascolta.
Il vangelo ci invita a domandare lo Spirito: si tratta di chiedere a Lui le “cose” dello Spirito. E questo vuole dire avere fiducia, fede che lo Spirito agisce.
 
Il Giubileo oggi ci invita allora a narrare la nostra storia di prete: essa svela la vicenda di una storia amata, benedetta da Dio. Il Giubileo ci invita ad essere nella comunità segno di un Dio che ascolta.
Nel contesto del Giubileo ho fatto memoria del 5 ottobre 2015, un anno fa, quando è stata resa nota la mia nomina di vescovo di San Miniato. Da lì potrei raccontare l’abbondanza dell’azione dello Spirito e la pazienza della misericordia di Dio.