Omelia della V Domenica di Quaresima – S.Messa in streaming

San Miniato, cappella vescovile
29-03-2020

 

Carissime sorelle, fratelli,

la quaresima con i testi della liturgia e della Parola di Dio ci sta facendo vivere un itinerario di fede, un itinerario battesimale, di scoperta e vivificazione del nostro Battesimo.

Abbiamo visto come dal Vangelo delle tentazioni di Gesù e poi la Trasfigurazione, per incontrare la samaritana al pozzo e poi la guarigione del cieco nato siamo stati condotti a interrogarci su Gesù. Chi è Lui? Chi è per noi? Di Lui il Padre ci ha detto “ascoltatelo”; la samaritana l’ha riconosciuto come il Cristo, il Messia atteso; il cieco fin dalla nascita e guarito riconosce in Lui il Figlio dell’uomo ed emette la sua professione di fede: “Credo Signore”.

E oggi la resurrezione di Lazzaro, ancora una tappa di questo cammino quaresimale e battesimale.

E’ Gesù a presentarsi alle sorelle di Betania: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?”. E rispose Marta: “Si, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”. Una professione di fede espressa anche da Maria, con i gesti: “Quando Maria giunse… appena lo vide si gettò ai suoi piedi, dicendogli: “Signore, se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto”.

E’ anche il nostro itinerario di fede… Noi siamo accompagnati a dire al Signore: “Tu sei il Cristo” e ancora noi, soprattutto in questi giorni, lo preghiamo dicendo: “Signore, se tu fossi stati qui…”. E della gente dice l’evangelista: “Molti dei giudei… credettero in lui”.

Itinerario quaresimale e battesimale, come la liturgia ci regala di vivere. Itinerario di quarantena quest’anno che tocca tutti noi, tante famiglie anche con il lutto e la malattia, tanti anziani e non solo. E’ il cammino della nostra vita, quella anche dell’umanità intera e insieme di noi come Chiesa. E’ un cammino che ci sta segnando profondamente. E in questo inedito e ancora oscuro percorso c’è la nostra preghiera al Signore, il nostro grido di aiuto e insieme c’è la fede che ci racconta la cura e la sicura vicinanza di Dio. A tutti noi, a chi è nella paura, per chi è solo, a coloro che sono malati di coronavirus e anche per gli altri malati, alle famiglie, ai medici, agli infermieri, al personale sanitario, ai volontari, alle autorità che devono prendere decisioni, a chi ancora fa il “sacrificio” di andare a lavorare perché necessario, per chi è nel lutto e per le tante, troppe persone che sono morte Gesù dice oggi, ripete con forza: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”.

E’ una parola che oggi vorrei risuonasse con particolare eco per i preti, quelli della nostra diocesi, i preti che ascoltano, quelli che conosco: “Io sono la risurrezione e la vita…”. E’ la parola consegnata a noi preti perché ne possiamo diventare annunciatori e testimoni. In mezzo alla gente, come è possibile oggi. Eppure ancora portatori di una notizia e di gesti di vita. E dobbiamo esprimere il nostro grazie ai tanti preti che con generosità si stanno dedicando per stare in mezzo al popolo di Dio. Quanti, purtroppo, sono morti.

In Lui, in te Signore, Gesù, Cristo, Figlio dell’uomo e Figlio di Dio noi crediamo, noi ci affidiamo, te noi invochiamo. Fai presto Signore a liberarci, a dire come a Lazzaro rivivificato: “Liberatelo e lasciatelo andare”. Vieni, Signore a salvarci, vieni a liberarci, vieni a farci riprendere il cammino.

La Parola di Dio oggi, soprattutto il vangelo, ci fanno incontrare gli orizzonti che tanto ci accompagnano in questi giorni di pandemia e di disorientamento, anche di timore.

Si parla di morte, è la morte di Lazzaro, è il pianto che accompagna questa situazione, il pianto delle due sorelle, quello della gente, quello di Gesù addirittura: “Gesù scoppiò in pianto”.

E poi si parla di vita: il rivelarsi del Signore come Risurrezione e vita, come colui che fa vivere, che dona una vita per sempre: “chi crede in me, anche se muore, vivrà”. E a Lazzaro dirà: Vieni fuori.

E infine si parla di amore: Gesù è l’amico che ama. A Gesù dicono: “Signore, ecco colui che tu ami è malato”. E poi: “Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro”. E di amore parla il pianto di Gesù: “Gesù si commosse profondamente, e molto turbato…” e si aggiunge: “Gesù scoppiò in pianto”. E i Giudei dissero: “Guarda come lo amava”.

Ecco le parole, i sentimenti, i timori, le esperienze che ci accompagnano in questi giorni: la morte e la malattia, l’attesa e la speranza della vita, i gesti e i sentimenti di amore, di carità, di solidarietà. In queste coordinate che è la nostra vita in questi giorni la Parola di Dio oggi ci porta annuncio di risurrezione e di ripresa.

E come avviene questo? Mi sembra di ritrovarlo in due dinamismi di preghiera che emergono nel brano: la preghiera della comunità e la preghiera del Signore.

La preghiera della comunità.

E’ una preghiera che nasce dalla famiglia, dai conoscenti… e dice: “Signore colui che tu ami è malato”. E’ la preghiera che oggi noi eleviamo al Signore in questa situazione: “Signore, ma guarda ai malati, guarda a chi è nella sofferenza…”.

Signore se tu fossi stato qui: è la preghiera di Marta e poi di Maria. La preghiera della comunità nasce dalla fiducia nel Signore, è autentica perché sa di rivolgersi a chi ci assicura l’amore. Siamo invitati a pregare con insistenza, senza stancarci… perché sappiamo che Gesù ci ama, gli interessiamo, gli stiamo a cuore. E’ una preghiera sostenuta dalla fede: “So che qualunque cosa chiederai a Dio egli te la concederà”.

“Signore vieni a vedere”: è la preghiera di chi porta Gesù al sepolcro, chiuso già da quattro giorni, sigillato, abitato ormai dalla morte. La preghiera porta Gesù nella nostra vita. E’ la preghiera che chiede di portarlo oggi negli ospedali, nei reparti di terapia intensiva, nelle famiglie nel lutto o ferite per la malattia, e anche per le preoccupazioni sul futuro, anche lavorativo, nelle parrocchie.

La preghiera del Signore.

C’è una iniziativa di Gesù per Lazzaro, non subito, prima sceglie di fermarsi dove si trovava, non interviene subito, ma poi dice: “Andiamo da Lui”. Di fronte al malato, a Lazzaro morto, Gesù si mette in cammino, va verso di Lui, si fa carico della difficile situazione.

Gesù poi conferma la fede di queste due sorelle, conferma la fede parlandoci del trionfo della vita: “Tuo fratello risorgerà”. Gesù in questo tempo di pandemia è colui che sostiene la nostra fede.

E’ preghiera di Gesù anche il suo pianto: è la preghiera di chi si carica dei nostri dolori, di chi partecipa; è anticipo del crocifisso.

Gesù si recò al sepolcro e disse togliete la pietra. La preghiera del Signore vince i confini della morte, le chiusure dei sepolcri e raggiunge proprio i luoghi della sofferenza, del limite, della morte.

Gesù alzò gli occhi e disse: “Padre ti rendo grazie”: la preghiera al Padre che annuncia che Lui, il Padre ascolta, ascolta la preghiera del Figlio. Ascolta la preghiera del Figlio Gesù, ascolta la nostra preghiera di figli.

Gesù allora gridò a gran voce: “Lazzaro vieni fuori”. La preghiera del Signore è parola di creazione, è portatrice di vita. Anche per noi in questi giorni. Gesù prega, Gesù grida per noi.

Gesù disse loro: “Liberatelo e lasciatelo andare”. E preghiera che racconta l’inizio di una vita nuova, il riprendere a camminare. Quella che noi chiediamo, quella che noi speriamo.

E c’è la comunità che non capisce le sue scelte, cosa stia accadendo, il dolore per questa morte. Sono i discepoli che non comprendono le mosse di Gesù. E anche altri che dicono: “Lui, che ha aperto gli occhi al cielo, non poteva anche far sì che costui non morisse?”. Siamo noi… Noi non capiamo cosa stia facendo il Signore. Un po’ come ci aiutava a pregare ieri il papa nella suggestiva e commovente celebrazione in piazza San Pietro: sembra che Gesù stia dormendo sulla barca… Eppure Lui è risurrezione e vita e libera dai sepolcri, dalla morte, dalla sofferenza. Noi forse oggi non capiamo, siamo messi nella prova, ma Lui il Signore è con noi come risurrezione e vita. E nella nostra fatica a credere e nelle nostre paure e sofferenze di oggi ci dice: “Credi tu questo?”.