Abbiamo voluto fermare in alcuni ideali fotogrammi le impressioni di quattro giovani e di un sacerdote della nostra diocesi, esattamente al momento della loro partenza per Lisbona. Con sincerità e immediatezza, i nostri ragazzi ci raccontano le loro aspettative e quali desideri del profondo li hanno determinati ad essere dal 1° al 6 agosto in Portogallo per questa esperienza.
Silvia Degl’Innocenti ha 24 anni, viene dalla parrocchia di Castelfranco, ci dice con entusiasmo che è la prima Ggm a cui partecipa: «Ne ho sempre sentito parlare dai miei amici, che avevano preso parte alle precedenti edizioni. Per quanto mi riguarda, vista da una persona che ci si approccia per la prima volta, questo evento rappresenta un po’ un percorso di fede e un po’ un’avventura». Risponde poi divertita sul perché ha deciso di esserci: «Ho deciso di andare perché sono matta! No scherzo… cioè forse un po’ sì, sono anche matta, però in primis perché avevo bisogno di vivere esperienze più autentiche e formative. Il periodo Covid, da un punto di vista psicologico ed emotivo, per me è stato molto duro. L’idea di poter vivere, in questo preciso momento della mia vita, un’esperienza del genere mi elettrizzava molto. Le mie aspettative?! Semplici: stare insieme a belle persone, capire qualcosa di più su cosa significa essere cristiani e… divertirmi». Su cosa pensa di portarsi a casa da questa esperienza, torna a scherzare: «Sicuramente tanto sonno – ride -. Battute a parte, vorrei tornare a casa più arricchita rispetto a come sono partita. Con qualche consapevolezza in più e con molte meno ansie e paure».
Elena Marchi, 17 anni di Ponsacco, ci racconta invece che per lei la Gmg rappresenta una possibilità straordinaria d’incontro e scambio Q con tantissimi giovani da tutto il mondo: «Ho deciso di venire a Lisbona per conoscere le storie di questi giovani e conoscere il vero volto di Cristo attraverso il loro volto. Le aspettative sono quelle di riuscire a capire come altre culture nel mondo vivono la fede cristiana nella consapevolezza del loro passato e delle loro tradizioni, ma soprattutto riuscire a conoscere davvero il volto di Gesù e il vangelo, attraverso la gioia e la voglia di stare insieme di questi giovani. Penso che mi porterò a casa un grande bagaglio di crescita spirituale ed emotiva, perché il pregare insieme, lo stare insieme e il vivere un qualcosa di così grande insieme, può far soltanto crescere».
Mirko Mariottini, 21 anni di Capanne, racconta che per lui la Gmg rappresenta un momento unico, eccezionale, di vivere in profondità la fede, in quanto si tratta di una situazione assolutamente diversa rispetto alle ordinarie attività che si sperimentano in parrocchia: «Sono rimasto affascinato da come mi è stata presentata… un evento che lega, mediante l’unica fede, tutto il mondo. È per questo che ho deciso di partecipare. Rispetto al programma, mi dà molta gioia l’idea di visitare, durante il viaggio, anche i santuari di Lourdes e Fatima o città come Lisbona e – al ritorno – Barcellona. Le aspettative sono tante… una su tutte: l’idea di fare una veglia notturna insieme al Papa è qualcosa che per me ha dell’indescrivibile. Saranno esperienze da vivere in pienezza… Solo dopo averle vissute riuscirò, credo, a raccontare cosa hanno significato per me. Da San Miniato siamo un bel gruppo, eterogeneo per età; questo credo faciliterà una bella e ricca condivisione tra noi, così come sarà bello entrare in comunione con altri giovani di tutto il mondo. Cercherò di fissare più ricordi possibili di questa esperienza, perché sono persuaso che sarà un’esperienza irripetibili».
Tommaso Stefanelli, 17 anni anche lui come Silvia di Castelfranco, vive la Gmg come un viaggio fatto insieme ad altri giovani in cui poter condividere tratti personali di fede e spiritualità. Nelle parole che ci regala, scarnifica e va al sodo: «Ho deciso di partire per Lisbona perché voglio conoscere meglio qual è il mio rapporto con Dio. Penso che una volta che sarò ritornato a casa avrò portato con me più consapevolezza, appunto, di cosa Dio è per me. Insomma, si tratta di un’esperienza nella quale desidero davvero approfondire la mia fede».
Chiudiamo questa rassega di testimonianze con le parole di don Tommaso Botti, cui è chiesto di coordinare la nostra comitiva diocesana – insieme a don Luca Carloni, Giulia Bellofatto e Virginia Sicuranza. «Le mie aspettative – dice don Botti – sono molto proiettate sui ragazzi che accompagniamo in questa bella esperienza. Non posso che augurarmi che tutto si svolga nel miglior modo possibile; che possiamo trovare in Portogallo una buona organizzazione e che i ragazzi vivano a pieno questa possibilità che è data loro. Oltre a ciò, chiaramente, noi andremo a Lisbona anche per stare insieme tra noi e con i giovani di tutto il mondo e credo proprio, da questo punto di vista, che il Signore ci riserverà degli incontri speciali con Lui. Insomma, si tratta di una esperienza bella da vivere e condividere, anche per chi come me va essenzialmente per coordinare e gestire la situazione».