Santa Maria a Monte

Una storia di carità

di Agnese Morelli

A Santa Maria a Monte la Caritas parrocchiale nasce ufficialmente nel 2009. Occorre però dire che già da tempo sussisteva in parrocchia un’attenzione particolare alle situazioni di difficoltà. Con la costituzione ufficiale del Centro di ascolto e del Centro distribuzione alimenti e abiti abbiamo fatto il nostro salto di qualità, venendoci di fatto a configurare come struttura permanente, strettamente collegata alla Caritas diocesana.

Sin dall’inizio la nostra Caritas parrocchiale si è imperniata sul servizio offerto da volontari gravitanti a vario titolo attorno alla parrocchia. I volontari sono catechisti, membri del terz’ordine francescano, ministri straordinari dell’eucaristia, volontari della misericordia e donatori di sangue, ma anche educatori professionali che pur non facendo vita parrocchiale hanno compreso il messaggio educativo, solidale della Caritas, e hanno prestato volentieri il loro aiuto e le loro competenze. Il Centro d’ascolto è aperto il sabato mattina dalle ore 9,30 alle 12,30 presso i locali della Misericordia. Le volontarie sono tre. Impagabile, in questo servizio, l’apporto e il supporto di Nadia Magni della Caritas diocesana che, fin dall’inizio della nostra storia, ci ha preso e condotto per mano, aiutandoci nella difficile arte dell’ascolto delle storie spesso sofferte che ci si presentano. La distribuzione, che può contare sulla presenza di quattro volontari, avviene invece nei locali parrocchiali il mercoledì mattina dalle 9,30 alle 11.

A questo proposito, una stanza della Casa del catechismo è stata adibita alla distribuzione degli abiti e dei pacchi alimentari (la nostra Caritas aderisce al progetto diocesano del Buon Samaritano). L’esperienza di questi anni ci ha fatto comprendere che la carità non è una mansione da addetti ai lavori, ma è uno dei volti della vita della comunità cristiana. Infatti, la scelta della Casa del catechismo come luogo della distribuzione, così vicina ai nostri ragazzi, ha reso visibile a tutta la comunità i segni più semplici dell’accoglienza verso i più poveri: dar da mangiare agli affamati e vestire gli ignudi. Per questo la collaborazione con i catechisti è stata ed è importante. Bisogna rimarcare poi i rapporti di stretta collaborazione con l’attuale parroco don Bruno Meini, che ci sostiene soprattutto con il suo conforto spirituale. Un rapporto di collaborazione che si estende anche agli altri sacerdoti dell’Unità pastorale. Ma c’è di più: un volontario Caritas è anche membro di diritto del consiglio pastorale.

La confraternita della Misericordia oltre a fornire i locali offre anche il sostegno dei volontari per alcuni servizi, i donatori di sangue contribuiscono ogni anno con donazioni, così come tutti i parrocchiani agli snodi importanti della vita, (sacramenti, nascite, dipartite) non mancano mai di avere un pensiero per le persone in difficoltà. Per questo è facile dire che occuparsi degli ultimi è stato, ed è tuttora, una delle principali forme di accrescimento di tutta la comunità cristiana oltre che una speciale attività pastorale. Abbiamo ascoltato storie difficili, di povertà estreme, materiali ma anche e soprattutto spirituali. Abbiamo accompagnato amici che poi ce l’hanno fatta a continuare da soli, e altri che continuano a frequentarci, confidando nel nostro aiuto. Abbiamo parlato tutti i dialetti della nostra Penisola e moltissime lingue straniere, conosciuto mondi e umanità lontane dalla nostra esperienza. Ma il volto dell’umanità sofferente è sempre lo stesso: è il volto di Gesù che ogni giorno ci invita a riconoscerlo, anche a Santa Maria a Monte, nei suoi fratelli più piccoli.