Emergenza Immigrazione

Prima concreta risposta all’appello all’accoglienza lanciato dal Vescovo

di Francesco Fisoni

Nelle settimane scorse monsignor Paccosi, dopo essere stato interpellato dal prefetto di Pisa, aveva invitato tutta la diocesi a una fattiva accoglienza verso i profughi in arrivo nel nostro paese. Giunge adesso una prima risposta da parte di Caritas che, grazie alla cooperativa «Il Cammino», ospiterà 12 mamme migranti con bambini nell’ex scuola materna di Selvatelle, di proprietà della parrocchia.

 

«Sono molto contento di poter offrire come Chiesa di San Miniato, attraverso la Caritas diocesana e le cooperative ad essa collegate, una piccola ma significativa risposta alla richiesta delle prefetture per l’accoglienza dei migranti, in questo momento di grave necessità e urgenza».

È palpabile la gioia e la soddisfazione del vescovo Giovanni nel commentare la notizia fatta trapelare nei giorni scorsi da Caritas San Miniato, sulla prossima accoglienza nei locali della ex scuola materna di Selvatelle, nel comune di Terricciola, di alcune donne profughe con bambini.

Si tratta di una prima concreta risposta all’appello che monsignor Paccosi aveva lanciato il 18 luglio scorso, tramite i nostri canali di comunicazione, a tutti gli uomini di buona volontà, perché anche nella nostra diocesi si realizzasse una fattiva accoglienza dei tanti disperati che bussano alle nostre porte in fuga dalle loro terre.

«La casa – ha aggiunto il vescovo nel suo commento – che a Selvatelle avevamo pensato fin dall’inizio di destinare all’accoglienza di giovani mamme in difficoltà, adesso è a disposizione per ospitare appunto donne migranti con i loro figli, in una struttura bella e confortevole, con personale specializzato che offrirà assistenza. All’appello che avevo rivolto alle nostre comunità, dopo la richiesta arrivata dal prefetto di Pisa, hanno risposto diverse famiglie, offrendo totale disponibilità per l’accoglienza. Anche se la richiesta specifica non era tanto quella di accogliere all’interno di un nucleo familiare – questo perché i migranti che arrivano hanno bisogno, per legge, di strutture specifiche – non di meno resto colpito nel vedere la generosità di tante persone della nostra Chiesa e di realtà che si stanno dando davvero un gran da fare in tal senso. Penso in particolare alle associazioni, ai movimenti e alle cooperative che insieme a Caritas stanno accogliendo quasi cinquecento persone».

«È un grosso impegno – ha concluso monsignor Paccosi – con cui cerchiamo di sostenere lo sforzo che tutta la società civile nazionale si trova ad affrontare in questo momento delicato. E anche se non possiamo certo sostituirci a quella che è la responsabilità dello Stato e delle sue strutture preposte, noi comunque ci siamo! La Chiesa è presente e la carità – che non è solo dare un alloggio, ma anche guardare negli occhi con amore e stringere nell’abbraccio fraterno chi arriva – noi la mettiamo al servizio di tutti».

La vicenda dell’accoglienza a Selvatelle è positiva anche in un altro senso e registra un deciso cambio di passo nell’allestimento e gestione della struttura. A causa, infatti, di traversie burocratiche, il progetto originario di realizzare – anche grazie ai fondi dell’8 per mille – una casa per accogliere madri in difficoltà nei locali dell’ex scuola materna di via dell’Immacolata, si stava arenando, e tutto risultava in stallo da quasi due anni. La situazione si è finalmente disincagliata nelle settimane scorse e adesso gli ambienti, ristrutturati e rimessi a nuovo, sono pronti ad assumere la nuova destinazione pensata per loro. La struttura, che sarà gestita dalla cooperativa sociale “Il Cammino”, in linea con lo scopo originario del progetto, aprirà le porte esclusivamente a donne con figli minori, purtroppo sempre più numerose tra la popolazione migrante che sta arrivando nel nostro Paese.

«In questo anno e mezzo di imprevisti burocratici – precisa il direttore della Caritas diocesana don Armando Zappolini – non abbiamo mai abbandonato la speranza di realizzare un progetto in cui avevamo creduto molto e che era diretto a creare un luogo di accoglienza per donne che si trovano a vivere un disagio sociale, economico e psicologico. Purtroppo le lungaggini temporali, non dipese dalla nostra volontà, ci hanno costretto alla fine anche a rinunciare a ulteriori finanziamenti da parte della Cei, per scadenza dei termini progettuali. Con lo sblocco dei giorni scorsi siamo però adesso in grado di scrivere una nuova pagina nella storia di questo asilo, cui mi lega anche un particolare affetto, avendolo frequentato da studente e seminarista e poi da giovane diacono». La ristrutturazione dell’edificio ha adibito uno dei grandi saloni al piano terra a luogo di socializzazione, fruibile anche come situazione per effettuare corsi di avviamento al lavoro o corsi di lingua italiana.

Un altro salone provvisto di bagni sarà invece utilizzato dalla parrocchia come sala parrocchiale. Ricordiamo infatti che la proprietà della ex scuola è della parrocchia di Selvatelle, e che la Caritas ha preso in gestione l’immobile, affidando appunto il servizio di accoglienza alla cooperativa “Il Cammino”. «È bello pensare – ha commentato ancora don Zappolini – che proprio la parrocchia sia luogo che aiuta il territorio ad accogliere persone che sono nel bisogno, facendole sentire a casa». La struttura, che ha cucine, camere e un montacarichi per disabili, potrà accogliere fino a dodici persone.