Riflessioni

Libertà di pensiero antidoto alle ideologie

di Donatella Daini

Giorni fa in una libreria una signora disse: «È un libro interessante, ma non posso sceglierlo, perché devo fare un regalo a chi ha idee politiche opposte».

Mi sono chiesta, cosa succederebbe se chi è di sinistra leggesse saggi o quotidiani di destra o chi è di destra leggesse pubblicazioni di sinistra? Nella peggiore delle ipotesi, niente, nella migliore, potrebbero acquisire un maggior spirito critico e imparare ad avere una maggiore libertà di pensiero. Viviamo in tempi in cui sembra sia necessario incasellare le persone in base alle divisioni politiche ed ogni schieramento considera ovviamente cattivi gli altri e buoni i suoi.

Spesso accade che la stessa identica cosa se viene espressa dalla propria parte politica è considerata giusta, se invece diventa espressione di un altro partito, improvvisamente diventa sbagliata. Questa è una forma di demagogia che si oppone alla libertà e autonomia di pensiero. Così un Montanelli che era di destra, era considerato fascista, anche se non lo era più, successivamente dopo che litigò con Berlusconi fu considerato di sinistra anche se non lo era mai stato. Oriana Fallaci, che era stata una partigiana, quindi di sinistra, solo perché fu molto critica nei confronti dell’Islam, improvvisamente fu catalogata come conservatrice di destra e razzista. In realtà questi due grandi giornalisti erano delle menti libere, al di sopra di ogni schieramento e questo lo affermo senza entrare nel merito della giustezza o meno delle loro convinzioni.

Ma è veramente inammissibile che una persona legata a qualsiasi partito, possa non essere d’accordo su uno o più argomenti? Solo per questo verrà considerata un nemico? Francamente lo trovo illogico, ma soprattutto ingiusto. In molte occasioni alcune persone dicono di non essere d’accordo con quello che afferma un politico e quando domando il motivo di ciò, mi sento rispondere perché è fascista oppure perché è comunista e nella maggior parte dei casi non conoscono nemmeno le posizioni di tal politico. Argomentare oggettive motivazioni del loro disaccordo, evidentemente, non è importante. Dal 1945 ad oggi è mancato un vero percorso umano e politico di riconciliazione fra destra e sinistra e le conseguenze le stiamo pagando ancora. Inoltre la differenza fra destra e sinistra va piano piano scomparendo, per questo sarebbe ancora più necessario capire e interpretare i programmi di ogni partito per poter liberamente scegliere con cognizione di causa, anche perché come diceva Giorgio Gaber, alle parole espresse dai vari schieramenti non corrispondono reali differenze. Infine dovremmo sempre tener presente la risposta che Giorgio la Pira dette a un collega del suo partito che lo criticava perché aveva chiesto un parere a un consigliere del Pci: «Quello non è un nemico – disse – è solo un uomo che ha un punto di vista diverso dal mio».