In occasione del Giubileo diocesano, inaugurato lo scorso 4 dicembre, a 400 anni dall’istituzione della nostra diocesi, si è svolto da venerdì 21 a martedì 25 aprile un pellegrinaggio diocesano a Lourdes, guidato dal vescovo Giovanni. Don Fabrizio Orsini, che partecipava insieme ai sacerdoti don Testi, don Falchi e don Pacini, ha rivolto, dinnanzi alla grotta delle apparizioni, alcune domande a monsignor Paccosi riguardo al significato e al portato spirituale di questa esperienza che una rappresentanza dell’intera comunità diocesana (55 persone da tutti i vicariati) ha vissuto nel santuario mariano ai piedi dei Pirenei.
Eccellenza, cosa significa per la nostra diocesi questo pellegrinaggio in questo tempo?
«Arrivando in diocesi sono stato molto contento di trovare questo pellegrinaggio già programmato come gesto del Giubileo. Credo che per ravvivare la nostra fede e la vita della nostra comunità occorra andare alle sorgenti, e una sorgente grande per la fede e per la vita di tutta la Chiesa è proprio qui a Lourdes. Quello che è successo qui, con l’apparizione a Bernadette, ha lasciato come un fiume di grazia che continua a scorrere. In questi giorni è facile percepire l’universalità della Chiesa… il fatto che siano qui presenti, contemporaneamente a noi, 15 mila giovani da tutta la Francia, fa vedere come quello che è iniziato duemila anni fa in Palestina, da questa ragazza che ha detto il suo sì all’annuncio I dell’angelo, continua ancora oggi, e continua anche attraverso il sì che possiamo dire noi e la comunione che creiamo. È proprio un cammino, come in questo tempo di cammino sinodale ci è richiamato. È un cammino insieme, seguendo le orme di Gesù, di Maria, e soprattutto riconoscendo Gesù presente fra di noi; chiedendo a Maria che ce lo faccia accogliere e amare come Lui ci ama».
Che cosa lei personalmente – visto che è da poco come vescovo nella nostra diocesi – ha portato ai piedi di Maria in questi giorni?
«Ancora non ho finito di portare tutto… C’è la coscienza che solo affidando al Signore le cose che iniziano, queste possono poi portare frutto. Per cui, sia il mio ministero, ma anche tutte le necessità, i bisogni della diocesi, anche di tanti amici sparsi per tutto il mondo… non si può stare un minuto qui senza affidare alla Madonna la vita di tante persone che credono, oppure che hanno difficoltà a credere, che vivono momenti di malattia, di sofferenza. Questo è proprio un luogo dove si capisce che la sofferenza è un luogo privilegiato della testimonianza e della possibilità d’incontrare il Signore».
Vuole rivolgere un saluto a tutti i nostri fratelli e sorelle della diocesi che sono rimasti a casa?
«Si, mi sarebbe piaciuto che avessero potuto partecipare tutti, ma appunto li portiamo nel cuore… Uno dei segni belli di Lourdes è l’acqua… quest’acqua miracolosa che ci richiama all’acqua del battesimo. In quell’acqua battesimale tutti siamo salvati. Quindi riandando proprio alla radice della nostra fede, ogni situazione, anche la più difficile ritrova speranza. E quello di Lourdes è proprio un appello alla fede; un affidarsi totalmente al Signore certi del suo amore; spendere le nostre energie per annunciare, per testimoniare; perché poi ognuno incontra il Signore, ed è il Signore che rinnova la vita. Ma c’è bisogno di chi, con la testimonianza della vita, possa far riconoscere che lui davvero è capace di sanare il cuore e di sanare anche il corpo dalle sofferenze. Farci vivere quella pienezza che ci è promessa e che può iniziare qui sulla terra per essere poi piena con lui nell’eternità. Un saluto davvero a tutti e una preghiera per tutti!».
Sotto alcune foto dei momenti significativi del pellegrinaggio.