Prendiamo in esame la vicenda delle 7 (+una) campane della “Torre di Matilde”, il campanile della nostra cattedrale. Una storia affascinante che si snoda per otto secoli tra danni di guerra e continue rifusioni.
La torre campanaria del Duomo di San Miniato è uno degli edifici più suggestivi della città. L’altezza di oltre 30 metri, fa del campanile l’edificio più alto della città.
La torre può aver funzionato da campanile almeno dalla seconda metà del XIII secolo, cioè dal periodo in cui l’antica chiesa di Santa Maria del Castello di San Miniato divenne la Pieve dei Ss. Maria e Genesio, conseguentemente alla distruzione della chiesa e del borgo di San Genesio nel 1248. Infatti, le due campane più antiche, dedicate rispettivamente a Sant’Anselmo vescovo di Lucca e a Santa Maria Assunta riportano quale data di prima fusione l’anno 1279. Dalle iscrizioni presenti sulle altre campane, queste sembrerebbero risultare più recenti, tuttavia non è possibile stabilirlo con certezza. Infatti, pur riportando datazioni successive (due del 1488 e l’altra del 1619), non possiamo escludere che queste originariamente fossero più antiche e che il loro ipotetico rifacimento abbia cancellato eventuali iscrizioni contenenti informazioni della primigenia fusione.
L’apparato delle sei campane della Cattedrale di San Miniato è rimasto pressoché inalterato dal 1842, anno in cui vennero tutte completamente rifuse da Giovanni Battista Stefani di Fontanaluccia (Modena) e sotto la supervisione dei canonici Silvio Risi (1807- 1860) e Carlo Pescini (1808-1880). L’inaugurazione, il primo “doppio”, avvenne in occasione del Natale dell’anno 1842. Circostanza riportata anche in un resoconto pubblicato nella Gazzetta di Firenze del 12 gennaio 1843. Risale a pochissimi anni prima dell’erezione della diocesi, la campana dedicata a San Fortunato martire, indicato nell’iscrizione come patrono principale della città di San Miniato. L’elemento originario risalirebbe al 1619. Poi la campana fu rifusa, come le altre, nel 1842. La campana dedicata a Sant’Anselmo, risalirebbe invece al 1279. Quinta in ordine di grandezza, con un diametro di circa 85 cm è, insieme a quella dedicata a Santa Maria Assunta, una delle due campane più antiche documentate.
Con il passaggio del fronte bellico, la mattina del 22 luglio 1944, la torre campanaria fu colpita gravemente da diversi colpi d’artiglieria da parte dell’esercito Alleato. Un proiettile colpì la struttura fra la prima e la seconda campana, danneggiandole entrambe. Tuttavia, mentre la campana di San Fortunato martire poté essere facilmente riparata, la campana di Sant’Anselmo risultò praticamente inservibile, con il suono irrimediabilmente compromesso e, per questo motivo fu rifusa per la terza volta. Il riposizionamento avvenne nel 1960, alla presenza del vescovo Felice Beccaro, in occasione del secondo Convegno eucaristico. La nuova campana fu realizzata dalla Ditta Francesco Broili di Udine che la rifuse direttamente in Piazza del duomo, utilizzando il metallo di quella danneggiata. La campana dei Ss. Carlo Borromeo e Rocco Pellegrino è la più piccola fra quelle collocate all’interno della cella campanaria, con un diametro che supera di poco i 60 cm. Si trova nell’unica apertura sul lato settentrionale della torre ed è stata fusa, o rifusa, assieme alle altre nel 1842 per iniziativa della comunità sanminiatese. La campana più grande è dedicata ai Ss. Maria Beata Vergine e Genesio martire, patroni maggiori della città e della diocesi di San Miniato. Dotata di un diametro di oltre 140 cm, i sanminiatesi la chiamano affettuosamente “il campanone”.
L’elemento originario risalirebbe al 1488, anno in cui la chiesa fu riaperta al culto dopo l’interdizione del 1378. In quel periodo furono effettuati lavori di risistemazione e adeguamento, da un punto di vista architettonico, decorativo e liturgico, che probabilmente interessarono anche l’apparato campanario. Questa campana è collocata all’interno dell’apertura di sinistra sul fronte orientale del campanile. Seconda in ordine di grandezza, con i suoi 130 cm di diametro, è la campana dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta in Cielo, a cui è intitolata la Cattedrale. Si trova nell’apertura destra del fronte orientale della torre e, secondo l’iscrizione contenuta nel toro, la campana originaria risalirebbe all’anno 1279. Infine, la campana del Coro è dedicata a San Miniato martire. L’elemento originario risalirebbe al 1488, assieme a quella dedicata ai Ss. Maria Assunta e Genesio. La campana è collocata nell’unica apertura del lato meridionale. Posizionata nel campanile a vela, che si erge dal terrazzo alla sommità della torre, è collocata la campana delle Ore, collegata all’orologio, realizzato nel 1438. Fu rifatta assieme alle altre nel 1842, al tempo in cui fu gonfaloniere del comune di San Miniato Vincenzo Migliorati.
Oltre alle sette campane collocate sulla torre, era presente anche un’ottava campana collocata sul campanilino a vela situato sui tetti delle sacrestie settentrionali, dove adesso c’è il Museo Diocesano. Non conosciamo la sua dedicazione, ma era detta anche la campana del Coro perché serviva a richiamare i canonici della cattedrale, quando dovevano entrare nelle apposite sedute collocate dietro l’altar maggiore. Quando tutti i canonici erano pronti all’interno della sacrestia, suonavano una campanella più piccola, che era il segnale per il sagrestano che poteva smettere di suonare la campana, dal momento che tutti erano pronti per la preghiera.