Suggestivo il colpo d’occhio offerto questa mattina dalla cattedrale di San Miniato, in occasione della Messa Crismale del Giovedì santo; celebrazione in cui vengono benedetti gli olii che durante l’anno liturgico serviranno per ungere gli infermi, confermare i cresimandi, celebrare i battesimi e segnare i candidati agli ordini sacri, oltreché per consacrare gli edifici di culto.
Un rito dalla simbologia antica, in cui il Vescovo, ad un dato momento, dopo aver versato il balsamo profumato nelle anfore colme di olio, vi soffia dentro, a significare l’azione benedicente, vivificante e consacrante dello Spirito.
Nell’omelia della celebrazione monsignor Paccosi ha invitato i presenti a rinnovare la gratitudine verso il Signore, venuto nel mondo per manifestare l’amore del Padre: «Questa è una cosa cui non ci si può mai stancare di meravigliarci – ha detto il vescovo -. Gesù è entrato nella vita di ognuno di noi tramite il battesimo».
Poi rivolgendosi più direttamente ai sacerdoti giunti da tutta la diocesi per concelebrare, ha proseguito: «Che annuncio grande dobbiamo dare! Raccontare con la nostra vita e la nostra esperienza che esiste un punto in cui tutto assume un significato; che la vita non è fatta di frammenti; che il mondo non è un caso senza senso. Se non ci fosse quel punto in cui tutto il nostro desiderio di pace, di unità, di bellezza, di amore si concentra sarebbe davvero molto triste… In Lui c’è tutto…, è il principio e la fine. Veniamo da Lui e andiamo verso di Lui, e il segreto dell’esistenza è riconoscere di essere voluti e amati e desiderare di rispondere a questo amore».
«Oggi è la prima volta che vivo questo momento da vescovo. Insieme a voi benedico gli olii che sostengono la vita del popolo cristiano. Spero di riuscire ogni giorno a volervi sempre più bene, spero di riuscire a servire ognuno di voi e questo meraviglioso popolo della diocesi di San Miniato. E spero anche di riuscire a vedere insieme a voi crescere la testimonianza di Cristo in questo pezzo di mondo che ci è affidato. Aiutiamoci a riconoscere i germogli di vita nuova che lo Spirito suscita, senza soffocare nelle strutture la vita che sorge».
«Dobbiamo chiedere, implorare, mendicare che Cristo ci sostenga e faccia rifiorire in noi un “sì” lieto e totale». «Mentre riaffermiamo questo “sì”, preghiamo per la nostra gente: per i poveri, i malati, gli anziani, i più fragili, gli immigrati, i giovani, i bambini, le famiglie, specialmente quelle in difficoltà… So che mentre elenco questa lista di persone a voi vengono in mente volti concreti di persone che conoscete e per cui vi prodigate… ebbene, preghiamo per loro e anche per coloro che ancora non siamo ancora arrivati a conoscere e a cui non sappiamo ancora come voler bene. Preghiamo lo Spirito che agisce nella Chiesa, nei sacramenti e che suscita ogni respiro di bene… che possa prendere il poco che noi siamo e il poco che possiamo fare e lo usi per generare incessantemente il Regno di Dio in questo mondo piagato. “Gesù, che in questi giorni davanti a noi rinnovi la tua offerta sulla croce, donaci di non aver paura di offrire noi stessi con te e donaci di farlo con letizia. Così sia”».
Parlando poi ai tanti ragazzi che ogni anno, come da tradizione, partecipano a questa Messa li ha invitati a non lasciarsi ingannare «da chi dice che la vita è solo fare progetti e realizzarli, apparire, avere successo…. Tutto questo lascia sempre un vuoto. Invece ciò che dà una risposta nella vita è riconoscere di essere voluti e amati, e quindi dare la nostra vita nell’amore». E proprio in conclusione di celebrazione, sempre parlando ai ragazzi: «Gli olii che abbiamo consacrato segnano il nostro corpo, ma lo Spirito Santo ci segna fino in fondo… Le cose che non si vedono sembra che non ci siano, ma – come diceva Saint-Exupéry nel Piccolo principe – l’essenziale è invisibile agli occhi. Ossia, le cose più belle e più grandi non sono quelle che appaiono ma quelle che abbiamo dentro. Ognuno di voi chieda che questo dono dello Spirito possa trasformarci tutti di più a immagine di Gesù».