La festa della Madre dei Bimbi ha richiamato come ogni anno molti fedeli venuti in pellegrinaggio da tutta la diocesi. È stato inaugurato anche il quadro di Benedetto Veli restituito al santuario.
Il 21 luglio a Cigoli» è divenuto ormai un detto proverbiale per indicare un appuntamento imperdibile, che tutti riconoscono come importante. Anche quest’anno la tradizione dei pellegrinaggi e dei festeggiamenti dedicati alla Madre dei Bimbi non ha deluso le aspettative. La festa più “lunga” della diocesi, ben nove giorni, dal 13 al 21 luglio, si è aperta – come da tradizione – con la giornata dedicata i più piccoli: la celebrazione mariana con la benedizione dei bambini e a seguire l’atteso spettacolo di burattini del gruppo Scout che quest’anno ha avuto come protagonista Peter Pan.
Si sono poi avvicendati, nei giorni seguenti, i pellegrinaggi di diverse parrocchie e associazioni, a partire dai fedeli della parrocchia della Valdegola e del Movimento della Madonna Pellegrina di Schoenstatt che hanno raggiunto il colle di Cigoli la sera del 14 luglio. Poi è stata la volta delle unità pastorali di Santa Croce sull’Arno, Ponte a Elsa, San Miniato e San Miniato Basso, Fucecchio, Treggiaia e Forcoli, Santa Maria a Monte e la mattina del 21, le vicine parrocchie di Ponte a Egola e Stibbio.
Anche i fedeli di Cigoli hanno avuto il loro momento di pellegrinaggio comunitario, la mattina di domenica 16 luglio. I parroci e gli altri sacerdoti che hanno accompagnato i fedeli hanno celebrato la Messa nel Santuario e hanno pregato davanti all’immagine della Madre dei Bimbi, che dalla nicchia che di solito la ospita è stata portata sull’altare e adornata della corona. Ha prestato servizio all’organo il maestro Carlo Fermalvento.
La Messa solenne del 21 luglio è stata presieduta dal vescovo Giovanni (pubblichiamo a lato l’omelia). Al termine della celebrazione è stato scoperto il quadro cinquecentesco di Benedetto Veli, raffigurante la Madonna del Rosario tra santi, che è stata recentemente acquistata a un’asta a Stoccolma, in Svezia, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. La Fondazione ha poi concesso in comodato il dipinto al santuario di Cigoli, da cui l’opera proveniva.
Alla Messa e all’inaugurazione ha presenziato il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, commendator Antonio Guicciardini Salini, che nel suo saluto ha ricordato la serie di eventi, apparentemente fortuiti, che hanno permesso di riacquistare il quadro e di riportarlo nel suo territorio di origine. Sono intervenuti anche la vicesindaco di San Miniato Elisa Montanelli e il consigliere comunale Marco Greco. Nel pomeriggio si è svolta la tradizionale processione per le vie del borgo, che ha visto la partecipazione dei bimbi più piccoli vestiti da angioletti, che spargevano fiori lungo il percorso, e dei bambini della Prima Comunione nelle loro vesti bianche. Ha accompagnato la processione la Filarmonica «Angiolo Del Bravo» di La Scala.
Al rientro in santuario, un caloroso applauso è stato tributato a don Giampiero Taddei, parroco di Cigoli per 50 anni, che ha voluto essere presente e che ha salutato i fedeli, rievocando i fatti di cui è stato testimone, negli anni Ottanta, riguardanti il furto e la restituzione dell’immagine della Madre dei Bimbi.
A conclusione della festa, dopo cena, il concerto di Povia sulla piazza del Santuario ha richiamato una grande folla di spettatori (una breve cronaca dello spettacolo nel box a lato). Se quest’anno la festa è stata molto partecipata e ricca di iniziative, nel 2024 si preannuncia ancora più solenne: ricorre infatti un anniversario importante: i 100 anni dall’incoronazione dell’immagine della Madonna di Cigoli, avvenuta il 13 luglio 1924 per mano del cardinale di Pisa, Pietro Maffi. L’appuntamento è quindi per l’anno prossimo a Cigoli, per una festa ancora più bella e più ricca di eventi.
Dall’omelia del vescovo Giovanni alla Messa del 21 luglio
«Oggi nella celebrazione di questa festa della Madonna dei Bimbi avviene qualcosa di particolare: il quadro di Benedetto Veli che tra poco scopriremo, grazie a tante circostanze di quella casualità che sembra invece proprio volontà del Signore – perché la casualità non esiste –, ritorna a casa. Grazie all’interessamento della Fondazione Cassa di risparmio di San Miniato, che ha reso possibile riportare qui questo quadro, che era originariamente in questa chiesa. Probabilmente prima della ristrutturazione degli anni ’30 ci dovevano essere due altari laterali, in uno c’era il quadro con la Madonna dello scapolare (che oggi si trova all’ingresso della navata destra – ndr) e in quell’altro altare c’era l’opera del Veli. Quest’opera poi – dopo la ristrutturazione – aveva preso altre strade e adesso ritorna qui portando con sé la storia di questo luogo.
Ci sono rappresentati i santi dell’ordine degli Umiliati, che tennero il santuario per un periodo e poi ci fu aggiunta l’immagine di San Domenico e dei misteri del Rosario. E così questa Madonna che originariamente era una «Madonna del latte», ossia una Madonna che allatta il bambino Gesù, diventò la Madonna del Rosario. È bello pensare che ora di fronte alla Madonna dei Bimbi ci sia anche quest’altra immagine, in cui da una parte ci viene ricordato che Gesù si è voluto davvero fare uomo, fino a crescere prendendo il latte della sua mamma -carne della stessa carne, uomo fino in fondo, come ognuno di noi – ma anche pensare alle tante mamme che sono venute nei secoli a pregare davanti a Maria e che vedevano questa immagine di Maria che dava il latte al suo bambino, sentendola sicuramente così vicina.
“Una madre come me”, avranno detto quando le chiedevano la grazia di un figlio, la grazia della guarigione o tutto ciò che ciascuna poteva portare davanti a lei. L’aggiunta dei misteri del Rosario ci fa pensare anche a questo modo semplice con cui ognuno di noi, quando viene davanti a Maria, prega senza dover inventare nulla, con le parole del Rosario che sono parole che vengono dalla Parola di Dio e che ci fanno meditare sui misteri della vita di Cristo. Così quando noi veniamo davanti alla Madonna, in fondo veniamo a mostrargli il nostro volto, a metterci davanti a lei e a dirle: “Guardami!”. Perché più che le parole, più che quello che noi possiamo immaginare, corrisponde al nostro desiderio l’affidarci, l’affidarci a te Maria e dirti: “Tu lo sai ciò di cui ho bisogno davvero, portalo a Gesù. Lui sa!”. Il Signore sa… mi ha dato la vita, me la dà in ogni istante. Sa quello di cui ho bisogno. E così nella semplicità con cui generazioni e generazioni di persone della nostra zona, e non solo, sono venute davanti a Maria, con la stessa semplicità noi oggi mettiamo nelle sue mani i nostri bisogni e la gratitudine per tutti i doni che ci sono stati fatti.
Mettiamo anche i bisogni del mondo, in particolare non possiamo che mettere nelle sue mani la pace nel mondo, lei che è Regina della pace, perché ci dona Cristo Principe della pace, Colui che ha la capacità di cambiare i cuori degli uomini. Che possa l’azione del suo Spirito cambiare i cuori di chi ha le responsabilità, in questi momenti così difficili di guerra e segnati da una logica in cui sembra che prevalgano tante cose meno che l’unica importante, ossia la persona umana, la singola persona per cui Dio ha voluto farsi piccolo nelle braccia di Maria e stendere poi quelle braccia sue sulla croce, per abbracciare nel sacrificio che Lui ha consumato tutta la nostra umanità»