Caritas Diocesana e Pax Christi

«La guerra non è la risposta»: incontro con Raniero La Valle

di Leopoldo Campinotti

Si è tenuto a Ponsacco, lo scorso 16 giugno, un incontro col giornalista e politico: la sua lucida analisi sulla realtà degli attuali conflitti e la proposta per un itinerario di pace.

Organizzata da Caritas Diocesana, Pax Christi, la Tavola della Pace e l’associazione Laudato Si’, venerdì 16 giugno al teatro Meliani di Ponsacco c’è stata la presentazione del libro «Leviatani, dov’è la vittoria?» da parte dell’autore: Raniero La Valle. Il tema sicuramente centrale per le sensibilità del momento, ha visto una attenta partecipazione di molte persone del territorio della Valdera ma anche delle città limitrofe. L’autore poi, nonostante l’età (92 anni) ha appassionato in due ore di riflessioni e dibattito. Ha colpito molto la pacata e lucida chiarezza nella presentazione della sua teoria: la guerra è contro la natura umana, infatti l’uomo si deve addestrare alla guerra, non alla pace. Chi sceglie la guerra per risolvere le questioni tra i popoli è contro natura. È perdente già di per sé. Grande attenzione è stata riservata agli scritti del papa Francesco che con l’enciclica «Fratelli tutti» ha inteso ridefinire una visione del mondo sinora troppo monopolizzata dalla cultura O occidentale. Rileggendo la storia dell’ultimo secolo, Raniero La Valle ha quindi dimostrato come gli uomini e le donne uscite dai grandi conflitti dello scorso secolo hanno facilmente concepito un mondo di pace. Un mondo dove i veri valori dell’umanità, del creato e delle sue peculiari distinzioni, hanno saputo generare per anni ambienti di pace, pensieri di pace, documenti “costitutivi” di pace: la carta dei Diritti dell’Onu o la nostra Costituzione, per esempio. E per anni questa memoria dei disastri provocati dalla guerra ha fatto da guida all’educazione di intere generazioni. Quando venti di guerra riprendevano forza, le reciproche minacce venivano placate come nel caso del richiamo forte del magistero della chiesa (Enciclica «Pacem in terris» di Giovanni XXIII). La paura del ritorno della parola alle armi è stato per anni un forte elemento di dissuasione per gran parte del mondo occidentale. Ma chi vende armi non ha bisogno di pace: quindi lo scatenarsi continuo di focolai di guerra pareva fosse frutto di dissidi locali.

Poi la fine del “comunismo” con la caduta del muro, ma soprattutto la caduta delle motivazioni di contrapposizione. Da qui un susseguirsi di guerre con la necessità di giustificarle alla coscienza occidentale col pretesto della ricerca di un ordine superiore predestinato a fungere da guida (i Leviatani appunto); guerre però che non hanno mai risolto nessun tipo di controversia ma solo aperto nuove ferite e nuovi conflitti. Ed oggi il conflitto è più potente e virulento che in passato, con il rischio di degenerare in conflitto nucleare, per la presunzione di sopraffazione di qualcuno su qualcun altro. La ricetta di Raniero La Valle è «Costituzione Terra». In linea con le encicliche papali, La Valle teorizza la costituzione di un ordine mondiale dove le differenze di razze e culture, espressioni e idiomi non rendono la Babilonia una maledizione, ma una benedizione divina. Dio ha voluto la Babilonia delle genti perché non vi fossero supremazie di qualcuno sugli altri, ma perchè l’umanità intera si aiutasse a realizzarsi. È stata una forte emozione vedere un uomo di 92 anni che ha un sogno positivo del mondo e lo porta avanti con tutte le sue forze. È arrivato sul palco del teatro accompagnato dagli amici della Tavola della Pace ed avevamo posto le sedie ed un tavolino con un microfono a giraffa affinchè potesse parlare, con la sua flebile voce, da seduto. Invece appena ha avuto modo di iniziare a parlare si è alzato in piedi, ha aggiustato con veemenza il microfono ed il tono della sua voce è diventato forte e definito, mentre i contenuti venivano dipanati con stupefacente chiarezza. Ecco che a noi ha ricordato l’invito di don Tonino Bello all’Arena di Verona nel febbraio del 1986: «In piedi, costruttori di pace!». Oggi, per ogni uomo, più che mai, la guerra non è la risposta.