Domenica scorsa, nelle parrocchie della diocesi di San Miniato, si è pregato per i migranti morti nel Mediterraneo e per tutti coloro che stanno vivendo il dramma dell’emigrazione. La Caritas diocesana e l’Ufficio Migrantes, d’intesa col vescovo Andrea, hanno promosso questa iniziativa di preghiera in seguito alla tragedia del naufragio dello scorso 20-22 aprile.
Partiti dalla Libia su tre barconi, 130 migranti si sono trovati in difficoltà per le condizioni atmosferiche avverse e, per due giorni interi, hanno lanciato richieste d’aiuto sempre più drammatiche. Nessuno però li ha soccorsi e soltanto alcuni dei loro corpi sono stati recuperati. Questi tragici fatti sembravano non aver attirato più di tanto l’attenzione dell’opinione pubblica, concentrata sulle conseguenze della pandemia da Covid-19. Papa Francesco invece ne ha parlato con forza all’Angelus di domenica scorsa. E anche monsignor Migliavacca, sabato 24 aprile, ha provveduto a mandare un messaggio a tutti i suoi parroci invitandoli a recitare, al termine di ogni Messa del giorno successivo, la preghiera che il Santo Padre pronunciò nel 2016 in occasione della visita al campo profughi dell’isola di Lesbo. Una preghiera che è anche una meditazione sulla sorte di tanti nostri fratelli in umanità.
Riportiamo integralmente il testo della preghiera:
«Dio di misericordia, Ti preghiamo per tutti gli uomini, le donne e i bambini, che sono morti dopo aver lasciato le loro terre in cerca di una vita migliore.
Benché molte delle loro tombe non abbiano nome, da Te ognuno è conosciuto, amato e prediletto. Che mai siano da noi dimenticati, ma che possiamo onorare il loro sacrificio con le opere più che con le parole.
Ti affidiamo tutti coloro che hanno compiuto questo viaggio, sopportando paura, incertezza e umiliazione, al fine di raggiungere un luogo di sicurezza e di speranza.
Come Tu non hai abbandonato il tuo Figlio quando fu condotto in un luogo sicuro da Maria e Giuseppe, così ora sii vicino a questi tuoi figli e figlie attraverso la nostra tenerezza e protezione.
Fa’ che, prendendoci cura di loro, possiamo promuovere un mondo dove nessuno sia costretto a lasciare la propria casa e dove tutti possano vivere in libertà, dignità e pace.
Dio di misericordia e Padre di tutti, destaci dal sonno dell’indifferenza, apri i nostri occhi alle loro sofferenze e liberaci dall’insensibilità, frutto del benessere mondano e del ripiegamento su sé stessi.
Ispira tutti noi, nazioni, comunità e singoli individui, a riconoscere che quanti raggiungono le nostre coste sono nostri fratelli e sorelle.
Aiutaci a condividere con loro le benedizioni che abbiamo ricevuto dalle tue mani e riconoscere che insieme, come un’unica famiglia umana, siamo tutti migranti, viaggiatori di speranza verso di Te, che sei la nostra vera casa, là dove ogni lacrima sarà tersa, dove saremo nella pace, al sicuro nel tuo abbraccio. Amen».