Cammino sinodale

La Chiesa di San Miniato in ascolto dei giovani

di Francesco Fisoni

Suggestivo il colpo d’occhio per chi entrava in cattedrale sabato 12 febbraio… ne abbiamo avuto conferma osservando l’espressione stupita di qualche turista attardatosi nella visita all’edificio: tanti giovani, arrivati da tutte le parrocchie della diocesi, si erano infatti dati appuntamento nella Chiesa madre per l’avvio del loro cammino sinodale.

Ha partecipato anche il vescovo Andrea, che ha guidato una parte dell’incontro, insieme ai sacerdoti che assistono l’equipe di Pastorale giovanile, organizzatrice dell’evento. Dopo un primo momento introduttivo, il vescovo ha letto e commentato un brano dalla Prima lettera di San Giovanni: «Scrivo a voi, figlioli, perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome… Ho scritto a voi, figlioli, perché avete conosciuto il Padre. Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti, e la parola di Dio dimora in voi e avete vinto il maligno» (Gv 1 Gv 2, 12.14). Un brano – come ha detto monsignor Migliavacca – scritto da «un giovane amico di Gesù – Giovanni appunto – per altri giovani, che ci racconta cosa ha significato per lui e per la sua comunità la presenza dei giovani». «È come se Giovanni ci dicesse: “Guardando a voi giovani, vedo che Dio è amore e vi ama, vedo che la vita è bella”». Il vescovo ha poi messo in luce una seconda considerazione. «Non bisogna trascurare il fatto che l’apostolo in questo brano parla dei giovani in rapporto ai padri: “giovani ricordatevi che la vita è un regalo che avete ricevuto. Ve lo hanno dato i vostri padri e le vostre madri”. Allora il vostro modo di stare qui oggi, di vivere la comunità e l’amicizia tra voi è l’atteggiamento di chi non finisce mai di stupirsi che la propria vita è un dono bellissimo da accogliere e vivere sempre». «Ma questa lettura ci dice ancora una terza cosa – ha proseguito il vescovo -. Quando Giovanni scrive che “voi giovani siete forti e la Parola di Dio rimane in voi e avete vinto il maligno”, è come se ci attestasse che i giovani quando credono in qualcosa, ci credono sul serio. Ci sono tanti ideali che vanno dalla pace, alla giustizia, all’accoglienza degli altri, che quando un giovane li professa, ci crede autenticamente. È con questo vostro “crederci” che voi ragazzi costruite un mondo migliore e più bello».

Il vescovo ha chiuso il suo intervento richiamando alcuni insegnamenti che gli sono arrivati stando proprio a contatto con i giovani: «Per noi adulti, per noi comunità Chiesa, è importante ascoltarvi. È che noi più grandi a volte siamo sordi… Ci chiedete coerenza e quante volte noi adulti abbiamo invece come delle maschere, siamo teatranti. Voi invece chiedete verità… anche alla Chiesa. Poi penso al fatto che alla vostra età avete molta più facilità nell’andare incontro all’unicità di ogni persona, andare incontro a chi è diverso. E siete voi a farci respirare il mondo che verrà… nella tecnologia, nell’uso dei social, nel modo di comunicare… ci raccontate insomma il mondo in cui viviamo ma che guarda avanti. Un ultimo esempio che voglio portarvi riguarda la sensibilità verso l’ambiente: se c’è qualcuno che oggi in modo autentico parla di ambiente, di cura della casa comune e di attenzione alla creazione, questi siete proprio voi giovani. Ci ha dato un magnifico esempio di questa attenzione l’ultima Settimana sociale dei cattolici a Taranto, nell’ottobre scorso, a cui alcuni di voi hanno anche partecipato».

I ragazzi, dopo le parole del vescovo si sono sparpagliati su tutta l’area della cattedrale, tra le navate e i transetti, creando dei cerchi di ascolto e trasformando il duomo in un suggestivo spazio di condivisione e confronto. Due sono stati gli stimoli che hanno guidato le discussioni: «Racconta una tua esperienza del camminare insieme (non necessariamente in ambito ecclesiale)» e: «Richiama una esperienza del camminare insieme nella Chiesa e con la Chiesa».

In finale i ragazzi sono stati invitati a produrre dei brevi slogan che sintetizzassero al meglio il motivo dell’incontro.