Riflessioni

L’8×1000 della Chiesa Cattolica per i figli di nessuno

di Alessandro Lapi

Ogni sera si presentano al Centro d’Ospitalità notturna di Santa Croce Sull’Arno, in cerca di un posto letto, al caldo e coperto, sono i figli di nessuno. Perché nessuno li cerca e tantomeno li reclama, anzi, molto meglio se si mantengono nel silenzio e si mimetizzano nell’ambiente, se diventano invisibili, non cittadini, non elettori, non presenti. Sono 56 le persone accolte per la notte durante il 2018, provenienti da 15 nazioni diverse.

Il centro può erogare 7300 notti, sono 6607 quelle distribuite, in poche parole dei 20 posti disponibili ogni notte dei 365 giorni del 2018, 18 erano occupati e quest’anno per la prima volta, gli italiani sono stati la maggioranza, conferma di una tendenza di questo periodo. La nostra società ha allontana queste persone, la loro inadeguatezza li ha relegati in un angolo. Ma chi sono questi cattivi? Per gli Italiani si tratta di persone allontanate dai familiari, dagli amici, oggi con dipendenze, alcol, gioco, sostanze (in quest’ordine), o con problemi psichiatrici che inevitabilmente si sono trasformati in problemi di comportamento. Sono brutti e cattivi e magari puzzano, nessuno li vuole come figli, eppure molti di loro in passato hanno avuto una vita normale, una famiglia, un lavoro, eventi della vita inattesi o comportamenti scorretti e incauti li hanno portati verso i margini.

Ci sono gli stranieri che invece utilizzano il Centro d’Ospitalità Notturna come punto di partenza, per migliorare la loro posizione, un lavoro e poi una casa, anche fra di loro però in questi ultimi anni si trovano persone non adeguate e difficilmente collocabili nella ns società. Anche l’età differenzia gli Italiani dagli stranieri, questi ultimi più giovani, gli altri più anziani tutti in uno spazio fra i 40 e 50 anni, in questo ultimo anno è arrivato anche qualche pensionato. Nella nostra società gli uomini soli con più di 40 anni e con meno di 65, non hanno tutele particolari, chi cade non ha difesa.

Grazie ad una convenzione con i Comuni raccolti nella SDS del Valdarno, al contributo che arriva dall’8 per mille della Chiesa Cattolica attraverso la nostra Diocesi, e ai contributi di alcuni privati, possiamo dare, un letto per la notte, un bagno caldo, la lavatrice per lavare i propri effetti, un aiuto per chi accetta di tentare quel recupero che delle volte arriva. Abbiamo scoperto che nessuno è immune dalla caduta verso il basso, basta molto poco, sono passati dal centro laureati, operai, bancari, ma anche figli, padri e fratelli. Abbandonati da padri, figli e fratelli. Ci domandiamo se sia necessario fare quest’ogni sera e se forse i centri come il nostro non siano altro la normale continuità di una società che allontana, emargina, scarta, e che tramite noi tacita la sua coscienza. Poi guardiamo chi si presenta la sera, ascoltiamo le loro storie, e capiamo che forse questo incontro fa più bene a noi che a loro. E così continuiamo nella speranza che un giorno, il Centro e tutti gli altri centri come il nostro chiudano perché non ci sono più figli di nessuno.