L’associazione «Le Querce di Mamre» che gestisce il Centro di Ospitalità Notturna e due appartamenti in cohousing a Santa Croce e a Fucecchio ha invitato il vescovo Giovanni a fare visita agli ospiti accolti in queste strutture. Il vescovo ha accettato l’invito e venerdì 9 giugno è arrivato a Santa Croce dove è stato accolto da don Romano Maltinti (presidente de «Le Querce di Mamre») e da alcuni rappresentanti dell’associazione stessa.
Dopo una breve visita alla chiesa di Sant’ Andrea, è stato accompagnato alla Casa della Carità «Carlo Andreini» inaugurata nel 2013 e a Fucecchio alla Casa «Alberto Giani» aperta nel 2019 e inaugurata nel 2021. Le persone accolte nelle due abitazioni arrivano da trascorsi di marginalità sociale e affiancate da operatori e volontari dell’associazione, in collaborazione coi servizi sociali di zona, camminano con fatica in percorsi di reinserimento nella nostra comunità. Negli anni alcuni non sono riusciti a completare questi percorsi ma altri sì, così che sono tornati a riabbracciare familiari coi quali avevano interrotto i rapporti o hanno trovato nuove soluzioni abitative o di lavoro, altri ancora hanno “stabilizzato” la propria condizione di salute o hanno accettato l’aiuto necessario alla gestione delle loro fragilità.
In un clima informale il vescovo, rotto subito il timore reverenziale nei suoi confronti con qualche battuta e sorrisi non di circostanza, si è trattenuto a chiacchierare amichevolmente con loro, che lo hanno poi salutato e ringraziato calorosamente per l’onore della visita ricevuta. Alla compagnia si è aggiunto anche il diacono Tommaso Giani che supporta gli operatori nel servizio di aiuto agli ospiti. Così il vescovo è arrivato al Centro Notturno di via don Puglisi dove si è incontrato con don Donato Agostinelli, col sindaco di Santa Croce Giulia Deidda e con l’assessore alle Politiche sociali Nada Braccini che hanno ripercorso alcune belle storie di accoglienza degli ultimi anni sul nostro territorio e gli hanno raccontato gli aspetti principali del progetto Sai che ospita migranti in varie strutture, di cui una adiacente al Centro Notturno stesso. Tra domande curiose, calorose strette di mano con gli ospiti e con gli “esterni” che la sera frequentano il Centro per fare una doccia o una lavatrice o per chiedere qualcosa da mangiare, il vescovo ha condiviso a tavola con gli altri una cena con pizza, in una serata un po’ particolare.
Un ospite, viste le tante personalità, ha chiesto un attimo di silenzio e, alzatosi in piedi, ha improvvisato un discorso di ringraziamento precisando che nella sua vita non ha mai fatto male a nessuno, un altro si è presentato con infradito e canottiera e col foulard azzurro, quello buono, che indossa solo per le occasioni importanti, qualcun altro si è riempito in segreto le tasche di noccioline tostate forse pensando: «e quando le rimangio!». Molti gli utenti esterni che si sono aggiunti alla compagnia. La serata è volata via velocemente e in convivialità e ha donato un piccolo momento di distrazione a chi nella comunità vive ai margini e in solitudine e sa quanto sia difficile rompere la monotonia del quotidiano, quando ogni giorno che passa sembra uguale al precedente.