Viaggio umanitario in Ucraina

Il vescovo Andrea in Ucraina e Polonia con il Movimento Shalom

di Francesco Fisoni

Una delegazione del Movimento Shalom, di cui faceva parte il nostro vescovo Andrea, si è recata nei luoghi di accoglienza profughi di Przemysl in Polonia e Leopoli in Ucraina, consegnando aiuti umanitari, con una particolare attenzione ai bisogni dei bambini. Il viaggio è stata anche l’occasione per incontrare le chiese di Polonia e Ucraina, e per porre insieme a loro un segno di pace e riconciliazione attraverso il dialogo e la preghiera.

 

Don Andrea Cristiani lo aveva scritto già a inizio luglio, diramando il suo tradizionale messaggio mensile: «Dopo aver promosso e partecipato ad una serie di iniziative per rompere l’indifferenza di fronte all’assurda guerra in atto, Shalom prende la decisione di fare un viaggio nel paese aggredito allo scopo di sostenere la difficile vita della popolazione» colpita dalla guerra. E così una delegazione del Movimento Shalom, composta da 12 persone, è partita alle primissime luci dell’alba di lunedì 11 luglio, alla volta di Polonia e Ucraina; un viaggio di 18 ore, attraversando Slovenia, Austria, Slovacchia, per un totale di circa 1700 Km, per portare un segno concreto di solidarietà alle popolazioni in fuga dalla guerra e per porre idealmente un piccolo segno di riconciliazione e di pace attraverso l’incontro, il dialogo e la preghiera.

Della delegazione, guidata dal generale di brigata Antonino Zarcone, coordinatore di Shalom per la città di Firenze, faceva parte anche il nostro vescovo Andrea che abbiamo intervistato per Toscana Oggi (pagina 3 del fascicolo regionale, ndr). Il viaggio era stato illustrato nel dettaglio alla stampa lo scorso 7 luglio nella sede di Shalom a San Miniato. In quella occasione proprio il generale Zarcone aveva sottolineato come nella tipologia di aiuti trasportati, con tre furgoni, fosse stata conferita particolare attenzione ai bisogni dei bambini, da sempre la parte più fragile e esposta ai rovesci delle guerre.

La delegazione ha visitato a Przemysl, città polacca al confine con l’Ucraina, i luoghi di accoglienza profughi e le strutture dove vengono distribuiti gli aiuti umanitari e ha incontrato il vescovo della città, l’ex presidente della Conferenza episcopale polacca e i vescovi greco-cattolici ucraini in trasferta in Polonia per il loro sinodo. Anche a Leopoli – dove nella cattedrale, come a Przemsyl, è stata celebrata una Messa per la pace – sono stati visitati alcuni istituti che ospitano profughi provenienti dai territori orientali dell’Ucraina e anche qui sono stati consegnati gli aiuti raccolti nella nostra diocesi. Il desiderio era proprio quello di essere e stare insieme a chi è in fuga dalla guerra, per far sentire la vicinanza della Chiesa d San Miniato e di Shalom in particolare.

Grazie ai contributi e alle donazioni di privati, dei soci Shalom (da segnalare l’iniziativa “Rock & Peace for Ucraina” che si è tenuta a Forcoli lo scorso 11 giugno, con oltre 7 mila euro di utili raccolti), grazie alle donazioni dell’Azienda speciale Farmacie di San Miniato, dell’azienda Real Silva e di Crédit Agricole, sono stati messi insieme complessivamente 20 mila euro. Don Andrea Cristiani prima di partire aveva consegnato in conferenza stampa il suo pensiero su questa iniziativa: «Andare nei paesi dilaniati dai conflitti rientra nella dinamica del nostro Movimento. Potrei ricordare qui: Irak, Kurdistan, Burkina Faso, e ancora il Sud Sudan, dove ricordo un atterraggio drammatico proprio nel mezzo di un conflitto, o Sarajevo dove andammo quando ancora i cecchini sparavano… Sono solo alcuni dei luoghi visitati da Shalom, dove abbiamo portato il nostro linguaggio simbolico di dissidenza contro gli orrori e le ingiustizie della guerra, per depositare semi fecondi di un mondo di pace». «Gran parte del nostro impegno poi – ha proseguito don Cristiani – è sempre stato finalizzato per i bambini, che sono i primi a essere oltraggiati e feriti dalle guerre. Adesso con il conflitto in Ucraina ci troviamo di fronte, se possibile, ad uno dei fallimenti più grandi della storia recente. Tutti i trattati e le relazioni internazionali vengono improvvisamente destituiti di credibilità. Questa guerra fratricida è un’autentica catastrofe… Dove sono le diplomazie? Dov’è la volontà di dialogo? Siamo di fronte a un conflitto che nasce tra l’altro in un continente che aveva la pretesa di essere la culla della pace e dei valori di rispetto e tolleranza dopo le tragedie dei conflitti mondiali del ‘900. In questa guerra non ci sono e non ci saranno vincitori… è una beffa sostenerlo. Quando si massacrano bambini siamo tutti sconfitti. E allora noi di Shalom andiamo laggiù proprio da “sconfitti”, perché noi continuiamo a credere nella persona umana, nei valori positivi che l’uomo porta in sé e crediamo anche nella storia come maestra. Certo… siamo affranti e delusi, battuti sui sentieri della fratellanza incompresa, ma ci riconosciamo anche pieni di speranza. Ci accompagna il nostro vescovo Andrea, che direi essere attualmente uno dei migliori interpreti della volontà e dello stile di pace di papa Francesco». «La nostra – ha concluso il fondatore di Shalom – è allora un’azione di resistenza passiva alle mostruosità di tutte le guerre, dato che la diplomazia ufficiale non sta funzionando, vogliamo mobilitare un altro tipo di diplomazia, che è quella fatta dal basso, dalle associazioni, dai comuni cittadini, che ci dicono di non voler essere responsabili di questa catastrofe. Questo viaggio ha inoltre anche un valore esplorativo: tra i profughi ucraini che abbiamo accolto e aiutato, ce ne sono diversi che ci chiedono di poter esportare i valori del nostro Movimento in Ucraina stessa, di condividerli anche con gli amici e i parenti che vivono in Russia. Queste persone non hanno voglia di divisione ma di fraternità».

Della delegazione facevano parte anche i sacerdoti don Donato Agostinelli e don Luca Massari (quest’ultimo della diocesi di Pavia), il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli, il presidente di Shalom Vieri Martini, la giornalista Romina Gobbo e i volontari Nicola Monti, Giovanni Giannoni, Antonio Morelli e Carlo Coppola. La sera del 24 luglio, allo Chalet di San Miniato, sì terrà una sorta di debriefing del viaggio con la restituzione alla cittadinanza di questa esperienza e verrà anche illustrata la nuova missione umanitaria di Shalom in Costa d’Avorio che partirà il prossimo 1° agosto.