Reso noto lo stemma scelto dal nostro Vescovo Eletto

I simboli dello stemma del vescovo Giovanni

La Redazione

Secondo la tradizione araldica della Chiesa cattolica, lo stemma di un Vescovo è tradizionalmente composto da:

  • uno scudo, che può avere varie forme (sempre riconducibile a fattezze di scudo araldico) e contiene dei simbolismi tratti da idealità personali, da particolari devozioni o da tradizioni familiari, oppure da riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita, o ad altre particolarità;
  • una croce astile, in oro, posta in palo, ovvero verticalmente dietro lo scudo;
  • un cappello prelatizio (galero), con cordoni a dodici fiocchi, pendenti, sei per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso, in 1.2.3), il tutto di colore verde;
  • un cartiglio inferiore recante il motto scritto abitualmente in nero.

In questo caso è stato adottato uno scudo di foggia “bucranica”, in stile rinascimentale, usato frequentemente in araldica ecclesiastica, mentre la croce astile d’oro è “trifogliata”, con cinque gemme rosse a simboleggiare le Cinque Piaghe di Cristo.

Il motto:  VENITE ET VIDETE (Gv 1,39)

Per il proprio motto episcopale il Vescovo Paccosi ha scelto queste parole tratte dal vangelo di Giovanni che descrivono in sintesi il metodo del Cristianesimo: essendosi Dio fatto uomo, l’esperienza della sua Presenza è un avvenimento che si può comunicare e incontrare.

Interpretazione

Il “capo” dello scudo è “partito”, diviso cioè in due parti uguali da una linea verticale; a destra (si noti che in araldica le direzioni destra e sinistra sono invertite rispetto all’osservatore perché riferite alla destra e alla sinistra dell’ipotetico portatore dello scudo) troviamo la Croce di San Giovanni Battista che, storicamente, oltre ad essere la bandiera della Repubblica Fiorentina dal 1115 al 1532, fu vessillo ghibellino, e per questo fa riferimento alla storia imperiale di San Miniato; inoltre, costituisce richiamo al nome del Vescovo, Giovanni. A sinistra, su di un campo azzurro, campeggia una stella a otto punte, simbolo della Beata Vergine Maria ma anche del Battesimo, della Chiesa e delle otto Beatitudini. L’azzurro è il colore simbolo della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta l’anelito umano rivolto all’Infinito, a Dio.

Nel centro dello scudo si staglia il monogramma di Cristo, il Chi Rho, conosciuto anche come Chrismon: esso è in rosso, colore che simboleggia l’amore assoluto del Padre che invia il Figlio, e colore del sangue versato dal Figlio per la nostra redenzione; campeggia sull’oro, il primo tra i metalli nobili, simbolo quindi della prima delle Virtù: la Fede. In essa possiamo accogliere il mistero di salvezza recato a noi da Cristo, dal suo farsi povero per la nostra liberazione.

Ai lati del Chrismon troviamo una rondine, che rappresenta il viaggio e il ritorno, esperienze vissute da don Giovanni come missionario. La rondine è legata anche al ricordo del Venerabile Giorgio La Pira, il quale affermava che “I giovani sono come le rondini: volano verso la primavera!”. Rappresenta perciò il desiderio e la speranza della giovinezza, che in Cristo trova la sua piena realizzazione.

All’altro lato vi è il Giglio, simbolo della città e della Chiesa Metropolitana di Firenze, comunità di nascita e della vocazione cristiana del Vescovo.

In basso, nella punta dello scudo, appare un grafico. È lo stesso che il Servo di Dio don Luigi Giussani utilizzava per rappresentare il mistero dell’Incarnazione. La freccia orizzontale raffigura la linea mobile della storia umana; la X in alto rappresenta il Mistero, Dio, che gli uomini in tutte le epoche hanno cercato di conoscere e definire: di questa ricerca incessante e mai risolta sono simbolo le frecce ascendentila freccia che scende dalla X verso la storia umana è l’immagine dell’Incarnazione: Dio ha deciso di manifestarsi dentro la nostra storia, affinché lo possiamo incontrare nella realtà umana di Cristo, qui e ora, nella Chiesa. “Venite e vedete”.

 

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