All’ombra del campanile» è il nome con cui i parrocchiani di Galleno, Querce e Pinete hanno battezzato il loro oratorio; una realtà che nel tempo, grazie alle iniziative proposte, è divenuta una significativa esperienza di aggregazione comunitaria, con il connotato di riuscire a coinvolgere anche persone abitualmente distanti dagli ambienti ecclesiali. Fiore all’occhiello di questo oratorio, e motivo centrale del nostro interesse – nell’ottica di segnalare alla luce del cammino sinodale, esperienze formative che possano risultare proficue anche per altre parrocchie, movimenti e gruppi – è il cosiddetto laboratorio teatrale, o se vogliamo, i laboratori teatrali; si perché ce ne sono due ed entrambi portati avanti negli spazi parrocchiali: quello estivo per ragazzi e giovani dagli 11 ai 21 anni, e quello per gli adulti che si spalma, grosso modo, sui mesi invernali. Questa fruttuosa “incursione” nelle arti teatrali ebbe inizio undici anni fa, nel 2013, quando lo Sporting Galleno Csi, realtà di promozione sportiva che dava vita in paese ad attività ludico-culturali, organizzò un campo estivo per ragazzi all’interno del quale veniva offerta anche la possibilità di cimentarsi con l’arte dell’attore, elaborando un testo e producendo uno spettacolo finale. L’esperienza ebbe successo e piano piano, di anno in anno, il modulo teatrale prese sempre più piede all’interno del campo, fino ad occupare per intero la sua durata. Quando poi lo Sporting passò il testimone, fu la parrocchia con il suo oratorio a prendersi in carico questa fruttuosa esperienza che è proseguita, seguitando a crescere fino ad oggi.
Alcuni dei ragazzi che parteciparono alla prima edizione – potremmo chiamarla la prima “leva teatrale” – sono rimasti talmente affezionati all’esperienza che continuano a frequentarla «A anche adesso che sono giovani adulti. Il confronto e l’interazione che ne scaturisce con ragazzini sensibilmente più piccoli – che sono alle soglie dell’adolescenza – ha prodotto nel tempo risultati degni di nota anche in termini di relazioni e saldatura generazionale.
Questo appuntamento è reso possibile ogni anno grazie al prezioso aiuto che giunge da alcuni professionisti dello spettacolo. Un sostegno importante a tutto il percorso lo dà, ad esempio, l’attrice fiorentina Sara Fallani, che partecipa anche al saggio di chiusura. In questo lavoro è coadiuvata dal regista e drammaturgo Giacomo Paoletti e dalla scenografa Francesca Lanzarini, fondatori del collettivo teatrale «Lovett e il lupo», che da tempo affianca la parrocchia in questo progetto. L’allestimento finale poi coinvolge anche il tecnico delle luci Matteo Botrini. Lo spettacolo dell’ultima edizione, portato in scena a fine luglio al termine del campo estivo, s’intitolava «Mosche» ed era liberamente ispirato a «Il signore delle mosche» di William Golding. Un lavoro di successo che è stato presentato anche alla rassegna di teatro sociale «Zero in condotta» di Ferrara.
È degno di nota poi menzionare la location – di grande suggestione – dove il laboratorio ogni anno si svolge: si tratta del campo d’erba parrocchiale «Alessandro Castiro», situato lungo il percorso storico della Via Francigena; un sito fortemente evocativo, immerso nel verde e circondato da alberi di grande fascino. In pratica un teatro a cielo aperto, che aumenta considerevolmente la bellezza dell’esperienza. A questo percorso è abbinato anche un laboratorio d’arte, guidato da Francesca Lanzarini, che parte sempre a metà giugno, con un po’ di anticipo rispetto al lavoro degli attori, allo scopo di realizzare tutte le scenografie e gli oggetti di scena per lo spettacolo stesso. Generalmente i testi portati in scena esplorano, secondo i desideri e le scelte dei giovani partecipanti, temi drammatici, talvolta dalle sfumature gotiche. E nell’anno di Dante, il 2021, è stato dato spazio anche alla Commedia. A questo proposito, ossia riguardo alle tematiche trattate, si registra una significativa differenza rispetto al laboratorio degli adulti, orientato prevalentemente verso la commedia, il divertimento e il musical. Il laboratorio adulti, che si tiene il martedì sera nei locali della parrocchia, quest’anno è letteralmente esploso, registrando ben 20 iscrizioni. Anche in questo caso gli spettacoli sono molto curati e complessi nell’allestimento. Negli anni le ispirazioni sono arrivate, ad esempio, da “Canto di Natale” di Dickens, da “La bisbetica domata” di Shakespeare o “Piccole donne” della Alcott del 2019, uno degli allestimenti più belli tra quelli realizzati.
Quello che stupisce in queste esperienze è la capacità di attrazione che si realizza verso giovani e adulti che non necessariamente frequentano la parrocchia. In prevalenza si tratta di gallenesi, ma è significativa la partecipazione anche da Villa Campanile, Spianate, Altopascio… Anche il parroco don Anthony Padassery è convinto che sia importante dare linfa a questa capacità di aggregazione attorno al campanile e ai locali della parrocchia. Ciò è perfettamente in linea con le indicazioni emerse dal cammino sinodale e, facendo un passettino più in là, con l’auspicio tanto caro a papa Francesco della «Chiesa in uscita». E se possibile questa esperienza realizza nel tempo anche altre cose di un certo significato: per esempio l’educazione al gesto, l’amore per la parola e l’attenzione alla sua espressività. Tutti aspetti non indifferenti, ad esempio, alla dimensione liturgica.
«All’ombra del campanile» poi è una realtà di apertura che collabora anche con altre realtà, come ad esempio il Gruppo donatori di sangue Fratres di Galleno-Pinete, che spesso fa da sponsor aiutando nell’acquisto del necessario alle rappresentazioni, oppure la locale Pro-loco, che offre la grande tensostruttura per lo spettacolo invernale degli adulti, per il quale viene chiesto anche il patrocinio dei comuni di Fucecchio e Castelfranco di Sotto. Abbiamo fin qui parlato di teatro, mettendo la sordina ad altre attività degne di nota che la parrocchia propone, sempre avvalendosi di personale qualificato: la scuola di scacchi ad esempio, o il laboratorio d’inglese, o ancora la «Gallencigena» che invita a riscoprire i tratti di Francigena del territorio, senza tacere poi della collaborazione con la Scuola di musica “F. Geminiani” di Altopascio che porterà, tra l’altro, nel mese di marzo dodici giovani chitarristi classici a tenere un concerto nel santuario mariano delle Querce. Siamo insomma in presenza di un importante fermento, nel quale la parrocchia coinvolge realtà extra ecclesiali offrendo i suoi spazi per “fare comunità”. Un’esperienza che può senz’altro crescere ancora e che potrebbe fare da paradigma ad altre parrocchie della nostra diocesi.