Una vita spesa per l’annuncio del Vangelo. Si potrebbe riassumere così, la vita di don Idilio Lazzeri, Arciprete emerito di Fucecchio, già Vicario Generale della Diocesi di San Miniato. Una chiamata forte quella di Dio che irrompe nel cuore del giovane Idilio, una chiamata che gli ha fatto vibrare qualcosa dentro e che ancora oggi è fermento di amore che si dona a tutti.
Una risposta affermativa e incondizionata, la sua, che ci riporta direttamente ai Sacri testi. L’esempio di Abramo ma anche della Vergine Maria, ci insegnano che il loro completo abbandono alla volontà di Dio ha contribuito al disegno preparato da sempre della storia della Salvezza. Anche la Scrittura della XIII Domenica del Tempo Ordinario è sembrata una “pittura” per questa ricorrenza specialissima. Ci parlava di chiamate, di Unzioni e di completo abbandono alla volontà del Cielo. Chiamate che si sono rese feconde perché il Signore si è mostrato deciso e ha parlato senza mezzi termini: «Seguimi», una parola per una vita intera! Possiamo porci, a riguardo, alcune domande. Come mai Dio sceglie una persona invece di un’altra? Quali sono gli “ingredienti” che un uomo deve possedere per essere un sacerdote vero? Si potrebbe dire così. Se annunciare il Vangelo vuol dire prima di tutto viverlo, bene, don Idilio Lazzeri incarna proprio questo prototipo di Dio: servitore umile e mite, disdegnoso alle etichette e ai riconoscimenti superflui, schivo agli elogio o gratificazione ma profondo uomo di fede ed estimatore dell’Essenziale perché ritenuto da lui la sola vera fonte della vita di un cristiano. Essere servitore di Dio e del suo popolo significa farsi carico di tutto, delle gioie e dei dolori, delle lodi ma spesso anche delle tante critiche. Significa essere sempre a disposizione per chi necessita di una parola, di un gesto, di un Sacramento o per “rincorrere” una pecorella che si è persa fuori dall’ovile. Ecco don Idilio, ecco il semplice prete, senza titoli e sopratitoli ma solo dedito alla fedeltà della sua piena risposta alla chiamata di Dio per essere Suo servitore.
Chissà quanti ricordi nella sua memoria, 66 anni di Ministero sono tanti, nato a santa Maria a Monte il 5 Gennaio 1931 è stato ordinato all’età di 22 anni il 28 Giugno 1953. Fucecchio lo ha avuto arciprete per ben 35 anni e ha voluto che tornasse per questo “compleanno” per vivere insieme una giornata piena di affetto e di preghiera ma anche di spontanea convivialità fraterna. Credo che la forza del ministero di don Idilio abbia trovato compimento anche per la valenza e la collaborazione di infiniti confratelli sacerdoti che lo hanno affiancato in questo lungo cammino. Uno su tutti, comunque, deve essere ricordato, il compianto e storico “cappellano” don Mario Santucci.
E chi meglio di don Lazzeri stesso può farlo? L’amore, l’affetto e la gratitudine che don Idilio provava verso don Mario è palese in queste poche righe per la nomina di don Mario alla guida di S. Maria delle Vedute: «Lasci la comunità ove da sempre hai esercitato il tuo ministero e nella quale abbiamo lavorato ‘insieme’ per 35 anni [..] Anche se fai solo pochi passi per scendere dal ‘poggio’ […] il distacco dalla Collegiata non ti sarà certo indolore. […] Conosco bene la tua rettitudine, la gioia che tu provi nell’essere prete, la costanza e il senso di responsabilità con cui vivi il tuo sacerdozio a tempo pieno senza riservarti spazi per te, la capacità e la voglia che hai di annunciare con vigore la “buona notizia” e questo mi fa pensare che la tua testimonianza sarà la risposta più bella alle attese dei tuoi nuovi fedeli. Ti accompagnerà la gratitudine di quanti come me hanno trovato in te per tanti anni un sostegno, un amico, sempre presente nelle gioie e nei momenti difficili e questo ti aprirà alla speranza che quanto hai seminato di bene fino ad ora saprai anche a piene mani far germogliare nel nuovo vasto campo di lavoro»
Domenica 30 Giugno, don Idilio ha presieduto la Celebrazione Eucaristica in Collegiata per ringraziare il Signore di questo straordinario traguardo.