Cattedrale, 1° Novembre 2023

Festa di tutti i Santi

L'omelia del Vescovo Giovanni

«Rallegratevi ed esultate». Gaudete et exultate, che è il titolo che Papa Francesco volle dare alla sua Esortazione apostolica sulla santità del 2018 che inizia proprio così: «“Rallegratevi ed esultate” (Mt 5,12), dice Gesù a coloro che sono perseguitati o umiliati per causa sua. Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente». (Papa Francesco, Gaudete et Exultate, n. 1)

Ci è promessa la gioia, anzi essa comincia già ora, nelle tristezze delle circostanze quotidiane, negli scenari di guerra e di disumanità che ci circondano. La santità è il dono che è fatto a chi risponde eccomi a Gesù che chiede tutto, tutta il nostro cuore, forza, mente, nell’amore a Dio e al prossimo.

L’abbiamo ascoltato nel vangelo di domenica scorsa. «Gesù – commenta il Papa in un’altra occasione – non ci consegna due formule o due precetti in più. Ci consegna due volti, o meglio, uno solo, quello di Dio che si riflette in molti. Perché in ogni fratello, specialmente nel più piccolo, fragile, indifeso e bisognoso, è presente l’immagine stessa di Dio». (Papa Francesco, Omelia nella Messa in occasione del Giubileo delle persone socialmente escluse, 13 novembre 2016).

Vuole che impariamo che la vita è questa offerta di sé al Padre che porta dentro l’amore per ogni fratello uomo, per ogni sorella donna. Non è uno sforzo che ci è chiesto, ma una disponibilità a lasciarci modellare da Gesù. Disse una volta Papa Benedetto XVI: «La misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua». (Benedetto XVI, Udienza generale, 13 aprile 2011).

Lasciarci modellare e cambiare dal suo Spirito. Si tratta allor di chiedere, di lasciarci illuminare e ravvivare dal Suo amore perché nella gratitudine diventi nostro. Sempre nella Gaudete et Exultate, Papa Francesco richiama la necessità di una intima unione con Dio. «Mi permetto di chiederti: ci sono momenti in cui ti poni alla sua presenza in silenzio, rimani con Lui senza fretta, e ti lasci guardare da Lui? Lasci che il suo fuoco infiammi il tuo cuore? Se non permetti che Lui alimenti in esso il calore dell’amore e della tenerezza, non avrai fuoco, e così come potrai infiammare il cuore degli altri con la tua testimonianza e le tue parole?» (Papa Francesco, Gaudete et Exultate, n. 151)

Allora scopriamo che le beatitudini non sono una regola, davanti alla quale ci sentiremmo incapaci e ci sembrerebbe impossibile che questa prospettiva ci possa rendere beati, ma una promessa. La promessa che Gesù ci trasformi dal di dentro e ci renda immagini vive di Lui. La Festa di oggi ci mostra questa meta di beatitudine, di pienezza di vita – «noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» che ci attende, ma ci rincuora anche facendoci contemplare «Una moltitudine immensa di ogni popolo e nazione con le vesti candide lavate nel sangue dell’Agnello», che ci dice che è possibile anche a te, anche a me il cammino della Santità. Infatti è dire sì a Lui, il cammino, non uno sforzo. Questo è il segreto scoperto dai santi, che non si sono fatti grandi ma piccoli, umili, poveri, miti, perché la salvezza di ognuno e del mondo non è opera nostra, ma «la salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».

Una salvezza che comincia nell’unità della Chiesa, in questo popolo di salvati, in cielo (i santi) e in terra (noi, «la generazione che cerca il tuo volto, Signore») segnati da una scelta e chiamati a essere segno nel mondo delle beatitudini. «Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro».

Oggi in particolare sentiamo l’urgenza di essere costruttori di pace, di dar testimonianza che l’odio può essere vinto dal perdono, che la misericordia ha diritto di cittadinanza in questo tempo bui, perché non smetta di risuonare la voce di speranza di Cristo, la luce dell’aurora del mondo nuovo, del mondo vero, che Lui ha portato nel mondo.