Riflessioni

Festa di Pentecoste e il rischio del «riarmo etico»

di Padre Antonio Sergianni

La Parola di Dio proclamata durante il tempo pasquale pone una questione sorta nella comunità dei primi discepoli e poi risolta nel Concilio dì Gerusalemme: «L’uomo si salva per l’osservanza della legge o per la fede?».

Questo interrogativo è molto attuale. Di fronte alle tante tragedie che stanno colpendo l’umanità stiamo assistendo ad un coro più che unanime di proclami e richieste di un maggior impegno su tutti i fronti. I contrasti e le divisioni ci fanno auspicare la via del dialogo dove con maggior buona volontà, si dice, si possono superare i conflitti e le guerre. Di fronte alle continue violazioni dei diritti e della dignità della persona si chiedono e si studiano nuove leggi, più severe secondo alcuni, più liberali secondo altri. Di fronte alla corruzione dilagante si studiano a tutti i livelli leggi più severe e strutture più trasparenti con sanzioni chiare.

Anche in campo religioso ed ecclesiale si ricorre all’invito ad un maggior impegno. Nuovi programmi, nuovi ordinamenti liturgici e pastorali, ma sempre un bombardamento morale che invoca «maggior buona volontà».

 Il risultato è sotto gli occhi di tutti anche se non lo vogliamo ammettere: le cose peggiorano anziché migliorare. Ci consoliamo o ci illudiamo a vicenda dicendo che l’impegno messo in atto fino ad oggi non è stato sufficiente, se ognuno facesse di più le cose andrebbero meglio e si potrebbero evitare tante tragedie, impedire le violazioni, risolvere i problemi, superare le tensioni.

Certo che ognuno è chiamato a fare qualcosa di più di fronte alla situazione in cui ci troviamo oggi. Ma la strada della legge è l’unica via che porta la salvezza dell’uomo? Sono del tutto inutili la parole che Gesù, con una svolta radicale, ha indicato, dicendo dove sta la radice del problema? Azioni malvagie o azioni di salvezza si realizzano nel cuore dell’uomo e dipendono dalla condizione del suo cuore ( Mc 7,14-23 ). Se Gesù avesse sostituito la legge antica con una nuova legge il cristianesimo sarebbe essenzialmente una morale. Ma come osserva Benedetto XVI, nel sui libro «Gesù di Nazareth», (vol. II a pag. 70), questa specie di «riarmo etico» non rende giustizia alla novità del cristianesimo.

La vera novità si intravede nella Parola degli Atti quando Pietro prende posizione di fronte a quanti difendono l’osservanza delle legge: «Dio non ha fatto alcuna discriminazione tra noi e loro purificando i loro cuori con la fede» ( At 15, 5-11). La fede purifica il cuore. Continua Benedetto XVI: «La fede deriva dal volgersi di Dio verso l’uomo. Non è semplicemente una decisione autonoma degli uomini. La fede nasce, perché le persone vengono toccate interiormente dallo Spirito di Dio, che apre il loro cuore e lo purifica». Chi ha ricevuto questo tocco interiore si ritrova nella esperienza di Lidia che all’Annuncio della Buona Notizia fattole da Paolo (At 16,14-15) sentì una nuova vita nascere nel più profondo del suo cuore. Chi ha ricevuto questo dono trova insopportabile e inutile, che anche nella Chiesa, a tutti i livelli, dall’ultimo dei catechisti o dei presbiteri fino alle più alte gerarchie, non si sappia più aprire bocca, e per giunta in nome di Dio, senza ricorrere al «devi, dovete, impegniamoci, il vangelo ci chiede, ci insegna, dobbiamo, dobbiamo…».

Stiamo veramente vivendo un’epoca di «riarmo morale». Lasciarsi guidare dallo Spirito, che compie in noi le antiche promesse di un cuore nuovo (Ez 36) certamente comporta fare tutto con il massimo impegno, fare tutto il possibile nelle situazioni in cui siamo coinvolti, ma essere profondamente convinti che tutto dipende da Lui («senza di me non potete far niente per la vostra salvezza»), che il nostro agire buono viene dopo e come conseguenza della Sua opera nel nostro cuore.

Celebrare la Pentecoste è essere certi che Dio, che opera sempre, anche oggi apre il cuore a tante persone, lo purifica, rende possibile quello che l’uomo non può fare. Celebrare la Pentecoste è celebrare la certezza che nel dono dello Spirito si compie la Nuova Alleanza. Il Risorto realizza la nostra salvezza: donandoci il Suo Spirito, non abolisce la legge ma la porta a compimento.