Dalla Diocesi

Don Federico Cifelli assume la cura pastorale di Ponte a Egola e Stibbio

La Redazione

Le comunità di Ponte a Egola e Stibbio hanno accolto il pomeriggio dello scorso 8 dicembre don Federico Cifelli, al quale il vescovo Andrea ha affidato la cura pastorale delle due parrocchie. Insieme a don Cifelli, le due parrocchie hanno accolto come amministratore parrocchiale don Francesco Ricciarelli, parroco di Cigoli. Nell’unità pastorale proseguiranno il loro servizio don Massimo Meini, come collaboratore pastorale nei fine settimana, e il diacono Pasquale Fuzio.

Alla Messa d’ingresso, celebrata nella chiesa di Ponte a Egola, hanno partecipato un gran numero di fedeli, provenienti anche da Orentano, paese d’origine di don Federico, e dalle varie realtà con le quali il giovane sacerdote ha condiviso il suo cammino: Santa Croce sull’Arno, la Valdegola, le comunità neocatecumenali, l’Unitalsi. Importante la presenza di giovani e di confratelli sacerdoti.

«Tutta la comunità di Ponte a Egola nutre oggi sentimenti di gratitudine e di commozione», ha detto il vescovo nella sua omelia, ricordando anche il servizio svolto per tanti anni da don Giovanni Fiaschi, recentemente andato in pensione. «Viviamo questo solenne inizio del ministero pastorale di don Francesco e di don Federico a Ponte a Egola e Stibbio nella solennità della Immacolata Concezione, – ha sottolineato il vescovo Andrea – quasi ponendo sotto la particolare protezione e custodia di Maria la vita da prete e il cammino della comunità tutta. La festa di oggi ci suggerisce come meditazione e sguardo l’atteggiamento della accoglienza. Maria, di cui ci narra il brano L evangelico della Annunciazione, è chiamata ad accogliere il dono della vita, la gratuità della vita che Dio dona, la venuta del Messia e da quell’Eccomi di quel giorno Maria vivrà una straordinaria avventura di vita nella quale ella rinnoverà il suo sì e sarà il sì di Madre e il sì di discepola del suo Figlio e poi il sì nella sofferenza sotto la croce e il sì del mattino di Pasqua, il sì alla Chiesa nascente nella Pentecoste e il sì nella gloria del Padre. Maria è donna del “sì”, dell’ “eccomi”, dell’accoglienza del progetto di Dio è quindi è la donna del “si” all’amore. Ed è un “si”, un “eccomi” che apre all’esperienza della accoglienza».

Prendendo spunto dal sì di Maria, che lascia operare Dio e si fida di lui, monsignor Migliavacca ha invitato don Francesco e don Federico «a contemplare e consentire l’agire di Dio che è sempre un agire di grazia, di salvezza, di vita. Siete mandati nella comunità – ha proseguito – per accogliere l’iniziativa di Dio per voi e per tutti i fedeli. E così accogliere vorrà dire annunciarla nella Parola, celebrarla nei sacramenti, viverla nella carità».

In rappresentanza del consiglio pastorale, Daniele Bacchi ha rivolto il suo saluto ai sacerdoti nuovi arrivati e, in particolare, si è rivolto a don Federico, che è andato ad abitare nella canonica di Ponte a Egola: «In questo giorno di festa dedicato a Maria Immacolata, cosa auguriamo a don Federico? Una lunga avventura assieme: nuova per lui e per noi ricca di confronto di esperienze. Cercheremo di sostenerlo in tutte le iniziative e proposte con umiltà. Gli chiediamo di aiutarci a pregare e cantare in chiesa insieme. Che ci guidi all’ascolto di tutte le difficoltà soprattutto delle famiglie e dei giovani. Che ci aiuti a intercettare volti nuovi e a coinvolgere altre persone. Che ci aiuti a essere una Chiesa sinodale e annunciatrice del Vangelo. Ci mettiamo a disposizione di questi nuovi sacerdoti – ha proseguito -, lo Spirito Santo fa nuove tutte le cose e noi mettiamo in comune i nostri pochi pani e pochi pesci nella certezza che il Signore provvederà a spezzarli e condividerli con tutti, soprattutto con i più bisognosi. A voi sacerdoti rivolgo il saluto e il grazie per essere qui presenti a condividere con tutti noi questo momento di gioia. A nome di tutti coloro che in qualche modo sono presenti ogni domenica nelle due Parrocchie benvenuti fra noi don Federico, don Massimo, don Francesco, e diacono Pasquale. Che il vostro ministero possa essere esercitato con gioia, gratuità e donazione. Grazie di cuore per la vostra risposta alla chiamata del Signore».