Stamani insieme a tutti i preti e i diaconi della Diocesi abbiamo concelebrato la messa Crismale in cui abbiamo rinnovato le promesse della nostra ordinazione sacerdotale e benedetto gli olii per i sacramenti: il crisma attraverso cui Cristo ci dona il suo Spirito e l’olio dei catecumeni e degli infermi, alla presenza di molti fedeli e di molti ragazzi che nei prossimi mesi riceveranno il dono dello Spirito con l’olio del Crisma nella Confermazione. Adesso con questa celebrazione detta “Nella cena del Signore” entriamo nel cuore del triduo Pasquale, nella fonte stessa della nostra fede cristiana.
Giovanni, introducendo la narrazione di quella cena, dichiara solennemente: «Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine».
Sono due i gesti che segnano quella cena e la nostra celebrazione: la Prima lettera di San Paolo ai Corinti richiama il primo gesto, quello che si rinnova in ogni Eucaristia, da quella sera gloriosa e dolorosa, in ogni domenica e ogni giorno, da allora fino ad oggi: il pane e il vino, simboli essenziali con agnello e erbe amare in quella Cena pasquale, che ricordava agli Ebrei la notte della liberazione dalla schiavitù d’Egitto, diventano per la prima volta il corpo e il sangue di Gesù. Stasera, dopo il rinnovarsi del miracolo della consacrazione, dopo aver ricevuto la comunione, sosteremo in adorazione di questo dono miracoloso, di Gesù che si dona a noi nel pane eucaristico. Quando cantiamo l’Adoro te devote, scritto da San Tommaso d’Aquino, diciamo: O Gesù ti adoro nascosto nell’ostia, tu che stai velato sotto queste specie. Il mio cuore si abbandona tutto in Te, perché contemplando Te, tutto viene meno. Lui si dona a noi e rimane con noi per nutrirci sempre di sé. E noi stasera vogliamo stare con Lui, lasciarci guardare da Lui, come ci ha detto tante volte il Papa. Attorno a quella tavola dell’ultima cena, Gesù consegnava ai suoi amici, alla sua Chiesa, a noi, questa misteriosa offerta di sé, che ci riconcilia con il Padre, e che, attraverso di noi, riconcilia incessantemente il mondo con Dio.
Poi – secondo gesto di stasera – Gesù lavò i piedi agli apostoli, quasi scandalizzandoli, perché lui, il maestro, si era messo al di sotto di tutti, si era fatto servo. Ma Lui mostrava ai suoi amici chi era davvero, il Figlio obbediente che accetta di svuotarsi della sua divinità per amore. Da allora rimane nei nostri occhi quest’immagine, che ripeteremo adesso, per ricordarci che la via cristiana è quella del dono, del servizio, del farsi piccoli. «Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Sera dell’eucaristia, sera della carità, dell’amore. Sera dell’adorazione, sera della Chiesa, della comunione che fiorisce da questa contemplazione di Cristo, mentre va a farsi ostia, donando corpo e sangue sull’altare della croce per amor nostro.
Chiediamo a Maria, Madre di Cristo e Madre della Chiesa, che ci faccia essere una cosa sola con il suo Figlio, perché ricevendo il suo corpo eucaristico, ci trasformiamo nel suo corpo vivo e siamo suoi testimoni nell’amore.
+ Giovanni Paccosi