Il Centro Italiano Femminile di Fucecchio, nato nel 1945, ha avuto fin dall’inizio l’intento di favorire la formazione sociale della donna. Sua sede è la Casa del Fanciullo.
Che Fucecchio sia un luogo dove le donne da sempre esercitano in ruoli che nei secoli sono stati poco femminili, lo si sa da sempre, a proposito ad esempio della cosiddetta Episcopessa, che dal 1300 fino al 1622 (anno di nascita della diocesi di San Miniato), ebbe a tutti gli effetti le funzioni di vescovo, disponendo perfino di mitria e pastorale.
Si ha del resto notizia di un associazionismo femminile per tutto l’800 e in modo più ridotto anche negli anni del fascismo, non c’è insomma da stupirsi se il 14 novembre 1945 si formò a Fucecchio il Centro Italiano Femminile, immediatamente accettato come supporto operativo, nel campo dell’accoglienza e dell’educazione dal CLN locale. Il CIF di Fucecchio nasce a poco più di un anno da quello di Roma, costituito come costola dell’Azione cattolica e come Federazione nazionale delle donne cristiane.
Siamo agli anni post fascismo, con cattolici e laici che danno vita a una serie di organizzazioni più o meno grandi, nate con intenti di ricostruzione di una vita e di una coscienza civile.
Anche il CIF di Fucecchio fa il suo debutto proprio con questo spirito, quello di favorire la formazione sociale della donna, anche in rapporto con le conquiste che si stavano mettendo in atto, soprattutto la carta costituzionale e la scelta essenziale tra Repubblica e Monarchia. Fatti cioè che ebbero le donne in primo piano, anche se proprio in quel preciso momento storico c’era anche da mettere in atto l’accoglienza dei reduci della guerra, ed una serie di servizi a partire dalle stazioni dei treni e degli autobus, con appoggi alle famiglie, più o meno bisognose, in corsi di alfabetizzazione e doposcuola, colonie marine e montane.
Oggi il CIF di Fucecchio, con quasi ottant’anni di vita, rappresenta un caso raro nel panorama italiano, dove difficilmente queste organizzazioni lavorano fuori dai grandi centri urbani. A Fucecchio noi avvertiamo ancora fortemente la presenza femminile su quella collina dove sorge l’attuale sede della Casa del Fanciullo.
Non è certo un caso se il gruppo ha iniziato la sua attività, prendendo in affitto una stanza (l’attuale sede del Circolo Acli), dalle monache di San Salvatore, sul Poggio Salamartano. La Casa del Fanciullo nasce un po’ più in basso, su quello stesso Poggio, verso la piazza XX C settembre, appena una decina di anni dopo, con il Monastero che vigila saldamente sull’attuale edificio.
La Casa è munita di una serie di importanti strutture, come il campo sportivo, la sala cinema e teatro, altre sale per attività varie e per uffici. Insomma una sede importante, dove tante donne, «soprattutto madri di famiglia – come tiene a dire don Idilio Lazzeri, che per tanti anni è stato qualcosa di più che un assistente spirituale – hanno tolto tempo ed energie alla loro vita privata, dedicando tutte loro ad un impegno pubblico, evangelico, nei confronti di tanti ragazzi e ragazze che hanno trovato nel CIF un appoggio importante per la loro crescita».
Queste donne si chiamavano Adelina Soldaini Lenzi, Angiolina Nelli, Giovanna Malvolti, Viola Cardini, Teofila Chiti e ancora Anna Maria Nelli, Giorgia Valori, Valeria Innocenti, Mirta Lami, Norma Maltinti e tante altre. Nomi che oggi sono un po’ entrati nel mito, con i volti di molte di queste bellissime figure di donne che sono semplicemente raccolti su un ripiano dell’Ufficio di dirigenza, dove la gentilissima professoressa Barbara Billeri, oggi responsabile del settore educativo dello stesso CIF, ce ne parla e ce ne racconta impegno e testimonianza. Un racconto pieno di entusiasmo, per un lavoro certo non facile da fare, perché ricco spesso di piccoli gesti e di grandi persone. Che non sono soltanto donne, perché ci sono almeno alcuni “maestri”, come Pasquale Milazzo, detto Pasqualino, e Mario Catastini, che in un opuscolo del 1988, scopro raccontato da un suo allievo di allora, tale Alberto Giani – un altro importante personaggio nel CIF e altrove, purtroppo prematuramente scomparso -: «avevi la sensazione che stesse sempre dalla tua parte, uno che ti metteva dentro, e questa era forse la caratteristica educativa prorompente, il fuoco della continua ricerca, quasi maniacale, della giustizia, anche nelle quisquilie del gioco, che non era affatto considerata come un’attività di serie B».
Un’altra figura interessante è poi quella di don Mario Santucci, un sacerdote amatissimo, soprattutto per le sue qualità umane, che diventavano percorsi educativi, un grande animatore, che poteva giocare a calcio insieme a te e anche segnarti un goal.
L’attività della Casa del Fanciullo è insomma piena di figure emblematiche, ma soprattutto ricco di eventi, come le affollatissime serate di cinema guidate da un altro sacerdote “d’assalto”, come don Giancarlo Ruggini o le serate del circolo del Poggio che avrebbero dato vita alla ultra quarantennale esperienza di Erba d’Arno.
Dietro a tutto questo, ci sono appunto le piccole attività di ogni giorno, i doposcuola, la scuola di ricamo, le partite di calcio, la vita comunitaria, l’impegno di decine di donne straordinarie che hanno mantenuto viva la fiamma della fede e dell’impegno civile, facendo nascere tante iniziative di solidarietà, anche con i popoli e le persone più svantaggiate.
Fucecchio in questo è sempre stata all’avanguardia, e ci sarebbero tanti altri nomi di donne – e di donne cattoliche – da fare, come quello di Maria Pia Campanile Savatteri, Valeria Innocenti; Marcella Mannini, Mirta Lami, Simonetta Giani, Norma Maltinti e via e via.
«Un’esperienza – dice ancora don Idilio – che ha generato vocazioni al sacerdozio, ad una vita coniugale illuminata dalla fede, ad un serio impegno sociale… La Casa è stata ambiente di vita, quasi una seconda famiglia per chi l’ha frequentata e la frequenta». Quando nel 2008 Mirta Lami Sanna fu eletta presidente regionale del CIF della Toscana, quello di Fucecchio diventò addirittura sede del consiglio regionale, un evento di grande prestigio, che si assommava a tanti altri conseguiti nei suoi anni di lavoro.
«La lunga strada – ha detto don Andrea Cristiani, attuale assistente spirituale e animatore di tante serate nelle sale del CIF – è stata contrassegnata da una fecondità tutta al femminile, tanto da divenire un centro propulsore di educazione spirituale e intellettuale».
Ritratti di figure storiche del Centro Italiano Femminile di Fucecchio, nell’ufficio di dirigenza del Cif. Sopra, a sinistra, un gruppo di bambine con Marisa Corsi negli anni ‘60 e, a destra, la nuova presidente nazionale CIF Maria Pia Campanile Savatteri (al centro) con alcune consigliere il 31 marzo del 2011.