Dal 23 al 27 maggio scorsi si è tenuta a Roma la 76a Assemblea generale della Cei. Molti e importanti i temi in discussione: dal cammino sinodale delle chiese in Italia, alla formazione dei seminaristi fino alla redazione di linee guida per la tutela dei minori. È stata anche l’Assemblea che ha sancito l’avvicendamento alla presidenza tra il cardinal Bassetti (che lascia l’incarico dopo 5 anni) e il cardinal Zuppi. Abbiamo rivolto alcune domande al nostro vescovo Andrea che ha partecipato ai lavori.
Quali sono stati i punti salienti affrontati all’Assemblea Cei della settimana scorsa?
«Anzitutto ci siamo occupati del cammino sinodale delle chiese in Italia. Lavorando in gruppi sinodali tra di noi, sulla sintesi del cammino percorso nei mesi scorsi, con la partecipazione anche di laici e religiosi a questa assemblea, siamo arrivati a individuare i punti nodali e le priorità in base alle quali dovrà essere vissuto il secondo anno di ascolto di questo cammino. Sul tavolo di lavoro c’erano anche il tema del regolamento dei Seminari e della formazione dei seminaristi. Grande rilievo ha avuto anche la tematica relativa alla tutela dei minori, e delle iniziative che come Chiesa porteremo avanti per la tutela dei minori. Altre tematiche che hanno interessato l’assise hanno riguardato i programmi futuri, l’incontro col Congresso eucaristico a Matera del prossimo mese di settembre e infine l’approvazione dei bilanci della Cei».
Proprio riguardo al cammino sinodale delle chiese in Italia, quali orientamenti sono emersi per il prosieguo di questo percorso a partire dalla relazione finale elaborata dalle sintesi giunte da ogni diocesi italiana?
«Posso dire che sono emerse alcune linee che il consiglio permanente della Cei dovrà valutare per arrivare a un documento condiviso di lavoro. Probabilmente questo documento verrà diramato nel mese di luglio, e sarà questo a dare le linee guida per continuare il percorso. Quello che intanto mi preme sottolineare è la chiara percezione della positività dell’esperienza di ascolto che si è vissuta nelle diocesi da parte delle varie realtà coinvolte e la convinzione che questo cammino sinodale sta favorendo la corresponsabilità, l’emergere dei carismi e una più intensa partecipazione dei fedeli alla vita della Chiesa. Quindi su questi temi della corresponsabilità nella vita di chiesa sicuramente si andrà avanti».
Si è trattato di un’Assemblea che ha anche sancito il congedo dalla presidenza del cardinal Bassetti… Abbiamo ancora nella memoria quando fu ospite da noi in diocesi nell’ottobre 2018, a San Miniato Basso, per inaugurare l’anno pastorale. Come si è trovato a lavorare con lui in questi anni?
«Io personalmente, e come chiese in Italia, siamo molto grati al cardinale Bassetti per questi anni di presidenza, perché è stato davvero un uomo di comunione, d’incontro, di relazione. È sempre stato presente nelle varie chiese locali, come da noi a San Miniato, portando il segno della presenza e della comunione della Chiesa. È stato un presidente capace di ascolto, di rispetto e condivisione, che ha favorito il cammino condiviso con tutta la Chiesa e con il Papa. Tra le tante iniziative positive portate avanti dalla sua presidenza, oltre al cammino sinodale, ricorderei anche i due incontri del Mediterraneo, il primo a Bari e il secondo a Firenze, oltre a tutti quei momenti di apertura e d’incontro sui temi dell’integrazione, della pace e delle problematiche comuni all’area del Mediterraneo. È stato insomma un quinquennio molto fruttuoso quello della sua presidenza, in cui il cardinal Bassetti non ha risparmiato i suoi carismi».
Anche il cardinale Zuppi, che succede a Bassetti, ha già avuto modo di fare visita alla Chiesa di San Miniato per una due giorni del clero lo scorso anno (14 e 15 giugno 2021). Con quali sentimenti ha accolto la sua elezione?
«Sono molto contento della scelta di Zuppi alla presidenza. Anch’egli persona capace di ascolto, molto attenta, con la volontà di portare avanti e aiutare a traghettare il cammino della chiesa italiana proprio nell’attuazione dell’Evangelii gaudium di papa Francesco. Anche lui ha una grande attenzione ai temi della povertà, della pace e dell’integrazione. Si prospetta quindi, per il prossimo quinquennio, un percorso ricco e proficuo per la chiesa in Italia anche grazie all’impegno del cardinale Zuppi».
Quali sono le sfide principali che attendono in prospettiva il neo eletto presidente?
«Certamente dovrà accompagnare il cammino della Cei e delle nostre chiese nel percorso sinodale, con la valorizzazione delle varie componenti, della dimensione di ascolto all’interno della Chiesa. Si tratterà cioè di accompagnare il cammino di riforma anche delle strutture della conferenza episcopale, portando avanti le dinamiche formative – in questa assemblea come ricordavo si è parlato anche dei Seminari –; ci sarà poi da occuparsi di tutta la tematica relativa all’accesso ai ministeri: catechista, accolitato, lettorato, per gli uomini e per le donne… sono tutti aspetti che riguardano la vita della Chiesa, senza dimenticare la questione ambientale, così come era stata rilanciata anche dalla settimana sociale di Taranto, e poi il cammino degli incontri del Mediterraneo».
Quella di quest’anno era la 76ma edizione dell’Assemblea Cei, un appuntamento che ogni volta aiuta a rinsaldare i legami di comunione delle chiese in Italia e tra voi pastori…
«Si, l’assemblea della Cei è anche una buona opportunità d’incontro tra vescovi, di conoscenza reciproca, di dialogo, di cordialità. La modalità di svolgimento attuale, che ci vede tutti noi vescovi riuniti in un unico luogo, sia per le sessioni di lavoro, sia per l’alloggio, favorisce moltissimo l’esperienza di crescita della comunione anche tra noi pastori e diventa un’occasione di condivisione di chiese. È certamente una esperienza estremamente positiva da questo punto di vista».