Presentato a Ponsacco il libro «Un uomo così»

Incontro con Agnese Moro

di Antonio Baroncini

La figlia di Aldo Moro, ha presentato a Ponsacco il libro «Un uomo così», raccolta di aneddoti, di piccole e piacevoli storie della sua infanzia, dense di ammirazione per l’amore che univa i suoi genitori e racconti di viaggio con suo padre, Ministro degli Esteri e Presidente del Consiglio, il tutto messo a fuoco dalla fede convinta e profonda che suo padre nutriva per Gesù e la sua Chiesa.

L’evento, organizzato dalla Caritas diocesana, si è tenuto venerdì 26 maggio presso l’auditorium «mons. Meliani». Agnese Moro ha scritto un libro di storia familiare vera, autentica, con solo pochi accenni all’attività politica del padre, ma ben particolareggiata nella degli impegni istituzionali che incidevano sul loro stare insieme. La signora Agnese ha cercato di evidenziare l’aspetto di Aldo Moro come padre e marito, restituendolo «uomo vero», privo di quelle macchie di sangue che ne condizionano il ricordo: «Tutto è sangue, afferma Agnese, ma ciò non cancella la vita di mio padre». Il libro non è un romanzo ed ogni pagina impone una pausa di commossa riflessione. È una bambina che parla dell’amore verso suo padre; crescendo, una ragazza che lo accompagna e lo apprezza nel suo ruolo di professore e di statista; infine una donna, una madre colpita nella sua anima e nel suo spirito dall’uccisione del suo amatissimo genitore. «Chi l’ha ucciso?» le viene chiesto. Senza esitazione, risponde: «Quella mano che ha premuto il grilletto». Può essere stata protetta da qualcuno? Viene logicamente pensato. La storia, un giorno, ce lo dirà. Nella stesura del libro riporta tre lettere scritte dal padre durante la prigionia. Al nipote Luca, incoraggiandolo ad affrontare la vita: «E tu vivi e dormi con tutto questo amore che ti circonda. Continua ad essere dolce, buono, ordinato, memore come sei stato. Fai compagnia oltre che a Papà e Mamma, alla tua cara Nonna che ha più che mai bisogno di te». Alla sua sposa Eleonora: «Ora vorrei abbracciarti tanto e dirti tutta la dolcezza che provo, pur mescolata a cose amarissime, per avere avuto il dono di una vita con te, così ricca di amore e di intesa profonda». Ad Agnese: «Ora è probabile che noi siamo lontani o vicini in un altro mondo. Ebbene, credimi che ti sono vicino più che mai, che ti stringo forte a me, che desidero per te pace e felicità».

Tutte e tre le lettere terminano con un abbraccio forte forte e con una benedizione. «I nostri vecchi vestiti danzano insieme, nel vento». Con queste parole piene di ricordi, avvolte in un immenso amore, termina la prima parte del libro, portando il lettore a chiedersi: quanto è indispensabile guardare in profondità, anche quando tutto, intorno a noi, ci scoraggerebbe dal farlo?