Verso il Giubileo

Alberto Giani, instancabile tessitore di relazioni

La Redazione

È stato il primo nome venuto in mente al vescovo Andrea, commentando l’idea di dedicare, sul nostro settimanale, una serie di articoli a figure significative della storia della diocesi, in vista del prossimo Giubileo. Una serie di articoli che non può e non vuole essere esaustiva ma che intende semplicemente accennare alla ricchezza di testimonianze di vita cristiana che ancora vive nella memoria della nostra Chiesa.

Alberto Giani ha dato un luminoso esempio di impegno laicale al servizio della Chiesa in vari campi, dalla carità, alla cultura, alla pastorale dei giovani e delle famiglie, a cui ha dedicato le sue spiccate doti umane e cristiane. Nasce a Fucecchio il 20 luglio 1964. Qui vive fino al 1993 ha partecipando attivamente alla vita della comunità parrocchiale e cittadina. Catechista ed educatore dei gruppi giovanili, investe con passione il tempo libero dagli studi di liceale e poi di studente universitario di Psicologia, a servizio della maturazione alla fede di coloro che si trova ad accompagnare.

Animatore anche culturale: all’inizio degli anni ‘80 fa parte del comitato di redazione di un mensile locale di Fucecchio, che si pone come voce critica nei confronti dei problemi emergenti nel territorio; recupera sempre in quel periodo e poi negli anni ‘90 la funzionalità del cinema parrocchiale, promuovendo la diffusione di film di qualità ma anche per bambini e famiglie. Dalla fine degli anni ‘80 vive l’esperienza della collaborazione diretta con l’Azione Cattolica, facendo parte del Consiglio diocesano e apportando il suo entusiasta contributo nel Settore Giovani. Sono proprio di quegli anni le molteplici iniziative che lo vedono coinvolto come educatore nei campi scuola per giovanissimi e giovani, nelle giornate di spiritualità, negli incontri di formazione.

È instancabile tessitore di relazioni tra i gruppi giovanili diocesani. Nel 1992 si laurea in Psicologia e il 2 ottobre 1993 si sposa con Rita Mancini. Dal loro Matrimonio nascono quattro figli. Anche nel nuovo contesto familiare e nella nuova abitazione di Capanne, mantiene vivo il rapporto con la comunità cristiana parrocchiale e diocesana, non facendo mancare il suo apporto nel settore della generazione alla fede dei giovani e la sua sapiente presenza nei vari organismi della pastorale diocesana.

Nel 1996 diviene direttore della Caritas diocesana. Molti progetti che nascono in quegli anni lo vedono protagonista attivo: la nascita del Centro di Ospitalità Notturna per cittadini immigrati nel comune di Santa Croce sull’Arno, l’apertura della Casa Famiglia per gestanti con figli presso l’Istituto Divino Amore di Montopoli in val d’Arno, la collaborazione prima volontaria e poi professionale con la Casa Famiglia della Caritas a San Miniato. Collabora professionalmente con la Fondazione Stella Maris, operando presso la struttura per ragazze con disabilità psichica della Casa Verde di San Miniato. Avendo intrapreso gli studi teologici, e conseguito il baccalaureato in Scienze Religiose, Alberto si dedica, oltre alla sua professione di psicologo, all’insegnamento della religione cattolica all’Istituto Professionale di Fucecchio, dove tuttora è ricordato come un insegnante che ha lasciato un segno profondo nei ragazzi che ha incontrato. Offre inoltre il suo contributo alla Scuola Diocesana di Teologia, tenendo i corsi sulle lettere paoline.

Gli ultimi suoi anni di vita sono caratterizzati dall’impegno politico, che lo vede muoversi, pure in questo campo, con competenza, trasparenza e soprattutto schietta umanità, raccogliendo la stima anche degli avversari politici. Muore a Capanne il 13 maggio 2007 dopo una malattia che, sopportata con grande dignità, non è riuscita a togliergli la forza morale e la grande umanità. A lui sono intitolati il «Giardino Alberto» di Casa Verde e il Consultorio Familiare Diocesano.