Omelia per la S.Messa di saluto alla Diocesi

San Miniato, chiesa Cattedrale, ore 21.15
28-01-2023

 

“Maestro dove abiti?”.

E’ con queste parole che il 20 dicembre 2015 mi sono presentato a voi… come nuovo pastore, dalla Lombardia in Toscana, mettendomi in cammino dietro la stella per cercare il Signore, per andare dove Lui ci chiama e dove Lui abita.

Leggo allora l’avventura di questi anni nella diocesi di San Miniato come una chiamata ad andare lì dove il Signore ci indica, dove Lui si trova.

E oggi il vangelo sembra quasi darcene una chiara indicazione, quasi a ritrovare dove ci ha condotto il Maestro, cercandolo con cuore aperto.

Anche la prima lettura, del profeta Sofonia, ci richiama a questa domanda: “Cercate il Signore, voi tutti, poveri della terra”.

E ancora parla di noi, di me la seconda lettura dicendoci che “quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti, quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti… quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio”.

E il vangelo

Gesù salì sul monte

E’ il Maestro, colui che promulga la legge dell’amore e ci dona la Parola.

Egli è lì dove c’è la Parola. Ecco l’attenzione alla Parola di Dio, alla lectio, per dire che il Signore desidera parlarci, ha da dirci una parola… ed è parola di bene, di vita, di consolazione e di speranza.

Maestro dove abiti? Ti troviamo nel dono della tua Parola, quella del vangelo e poi quella che nel segreto del cuore e della preghiera e anche nel volto dei fratelli dici a ciascuno di noi. Ed è la parola che ci parla davvero e fa vivere. Maestro dove abiti? E si scopre che nel nostro mondo e nel nostro tempo… e nella diocesi di San Miniato la Parola corre e fa vivere e apre sentieri di speranza e di comunione.

Nelle beatitudini tante situazioni di vita… E’ la vita così come è, la vita concreta, quotidiana, la nostra vita.

E Dio si trova lì. Direi negli incontri della vita quotidiana: amici, bimbi che vengono a giocare in piazza, nei giovani che mi hanno accompagnato (aperitivo), nel sorriso e nella sapienza degli anziani visitati a casa nella visita pastorale e nelle case di riposo, nelle famiglie serene e anche quelle ferite, pur nelle nuove unioni, in chi la pensa diversamente da noi, negli ammalati…

E Dio è lì. Sembra far eco questa parola a matteo 25… L’avete fatto a me.

Ecco… Dove abiti? Nel povero, nell’ammalato, nel vicino di casa, nell’immigrato, nel carcerato, nell’amico, nel familiare, nel collega di lavoro, nel giovane che fatica con te e nell’amico con cui puoi giocare…

Beati

E’ lì dove si costruisce beatitudine, cioè fraternità. Dove si respira e si scopre che la vita è bella, ed è bella da vivere e da condividere.

E’ lì ogni volta che scopriamo che la nostra vita, la tua, la mia… e vita beata. Allora sei con il Signore.

Ed è lì ogni volta che sai costruire, tessere legami di bellezza, di fraternità e di amicizia, fino alla vertigine del perdono. E scopri nella tua vita che c’è il Signore.

Ed ora vorrei dirvi tutta la mia gratitudine e la bellezza del nostro legame di Chiesa e di amicizia.

(Martini 8 settembre 2002)

Mi pare di poter dire come Paolo all’inizio della lettera ai Filippesi che “vi porto nel cuore” e che “Dio mi è testimone del profondo affetto che ho per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù (Fil 1, 7-8) e meglio precisa Martini con una traduzione dal greco più corretta: reciprocamente “voi avete nel cuore me, voi che siete tutti partecipi della grazia che mi è stata concessa” (Fil. 1, 7).

A tutti dico: Amatevi gli uni gli altri, così vivrete nella giustizia, nel perdono e nella pace.  Il nostro maggiore contributo alla pace in un mondo gravido di conflitti e di minacce di nuovi assurdi conflitti  nascerà da un cuore che anzitutto vive in se stesso il perdono e la pace. Servitevi con amore a vicenda facendovi prossimi a tutti, perché chi rende il più piccolo servizio al minimo di tutti i fratelli lo rende non solo al mistero della dignità umana, ma a ciò che la fonda, cioè al mistero di Gesù.

Ancora Martini

Vi affido alla Parola (discorso di Paolo a Mileto) perché la Parola continui a illuminarci, a sostenerci e a salvarci” (Martini, 28 maggio 2002)

E Fabrizio de André (Giugno 73):

“Io mi dico che è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati”…

E aggiungo…: E’ bello esserci incontrati perché poi i legami veri, belli, di amicizia, rimangono vivi e pienamente vissuti e condivisi.

“Maestro dove abiti”…

Seguendo questa domanda abbiamo vissuto una bella avventura…

Oggi siamo chiamati a rimetterci in cammino e a vivere di nuovo la sequela, ad andare dietro a Lui.

Egli, Gesù, risponde: “Venite e vedete” (così viene indicato nel motto del nuovo vescovo Giovanni, a cui va la mia amicizia e tutto il mio augurio di bene).

Dunque in cammino… dietro al Signore Risorto…

“Maestro dove abiti?”. “Venite e vedete”…

E andato con Lui, dietro a Lui, il Signore sarà certamente, per me e per tutti voi “Buona strada”.