Carissimo Nicola, sono giorni di festa questi.
Ieri l’anniversario del tuo matrimonio con Veronica e oggi la tua ordinazione diaconale. Una vicinanza di date che ti ricorda che il diaconato, dono che ti colloca nel servizio della Chiesa, è dono fatto anche alla tua famiglia, nella benedizione, e anche nel vivere il servizio.
Ed è giorno di festa perché celebriamo già la domenica, ma in una data che ci indica come memoria i Santi Angeli custodi. La vicinanza preziosa di questi messaggeri del cielo ti accompagna a vivere il diaconato come il farsi vicino del Signore a te e ti apre ad una nuova fecondità.
Nelle letture troviamo alcune tracce, alcune impronte del cammino del diacono, per te oggi di augurio e di indirizzo di strada.
La pagina dell’Esodo ci parla del farsi vicino degli angeli nella vita, una vicinanza che è mediazione, strumento della vicinanza di Dio, richiede accoglienza e ascolto.
E’ tutto un programma caro Nicola.
Si racconta qui che il Signore non ci fa mancare angeli nella vita, e anche a te Nicola non ha fatto mancare angeli. Insieme all’angelo custode che devi onorare, altri angeli ti hanno accompagnato nella vita e sono qui: i tuoi genitori, tua sorella, e poi Samuele, Lorenzo, Angelica… e poi ancora i tuoi nipotini, e volti di amici. Angeli che ti hanno accompagnato e che ti parlano di un Dio che ti vuole bene, che cerca te, che ti ha riempito di doni, che ti promette amicizia e prossimità… E’ in questa storia e varietà di angeli della tua vita che è così maturata la vocazione al diaconato, a questo servizio umile e prezioso nella Chiesa, primariamente al servizio della carità. La vocazione nasce dallo sguardo di amore di Dio che chiama, un cercarti e volerti bene che i tuoi angeli ti hanno raccontato e portato fino al cuore.
La pagina dell’Esodo aggiunge però l’atteggiamento che ti è chiesto: “Dà ascolto a lui e non ribellarti”.
Si tratta di vivere quell’ascolto che è l’accoglienza della volontà di Dio ed è un progetto che ti raggiunge soprattutto nella Parola di Dio.
E’ l’invito a custodire e coltivare la vita spirituale e mettervi al centro la Parola di Dio da ascoltare, meditare, vivere e poi annunciare.
La Parola è per te, per noi angelo che ci guida e che ci conforta.
Della Parola ascoltata diventerai, da diacono, ministro, annunciatore.
La seconda lettura, la lettera agli Ebrei svela cosa sia il servizio, e quindi il compito prioritario del diacono. E ne rivela non semplicemente la modalità di realizzazione, ma il cuore, il DNA del servizio che è, come per Gesù, il Crocifisso Risorto, il dono della vita.
Caro Nicola non dovrai fare delle cose da diacono, ma servire la Chiesa, i tuoi fratelli e sorelle, donando la vita.
E con una attenzione: ci ha salvati tutti Gesù, lo ha fatto con l’amore, e non ci chiede di essere noi i salvatori. Egli ci chiede di seguirlo e di portare a Lui, nell’orizzonte del suo amore, della Pasqua, i nostri fratelli e sorelle. E questo lo si può fare solo amando, donando la vita, testimoniando Lui, il Crocifisso Risorto.
Diversi potranno essere i servizi da diacono che ti verranno chiesti, sai che il diacono va lì dove lo invia il vescovo, ma il cuore di tutto sarò sempre lo sguardo a Gesù, donare la vita come Lui, amare gli altri per far gustare qualcosa dell’amore di Gesù.
Il vangelo ci propone una domanda provocante: “Chi è più grande nel regno dei cieli?”. Sono i discepoli che hanno posto questa domanda a Gesù, rivelando la loro incapacità a capire, a credere davvero e a capire il Maestro.
Ed oggi è domanda che illumina la celebrazione del diaconato di Nicola. Si riceve un sacramento, un ministero nella Chiesa non per esercitare un potere o godere della facoltà di comandare, ma per imparare dai più piccoli. Ed è uno dei tratti che il cammino sinodale della Chiesa italiana e anche quello universale ci potrà aiutare a scoprire e vivere come esperienza. Il diacono cammino insieme.
Gesù mette al centro della attenzione i bambini: diventare come loro è condizione per entrare nel Regno dei cieli.
Adesso lascio la parola a Nicola che avendo tre figli può certo dire meglio di me cosa voglia dire imparare dai piccoli, dai bambini…
Ma una cosa la posso dire.
Il vangelo ci dice che le cose vere della vita, il senso del nostro cammino, l’orizzonte delle nostre scelte le impariamo stando con i più piccoli, con i semplici, con i poveri, con i bambini appunto. I più piccoli hanno da insegnare a noi.
Nicola ha fatto vari studi teologici prima di diventare diacono, bisogna farli ora. Ma la scuola più grande, efficace credo che ce l’abbia in casa. E per sempre nella vita del diacono, e nostra, i più piccoli, chi è ai margini, chi ha bisogno ci è Maestro, esperto di vita e di umanità.
Da loro, dai piccoli, Nicola, puoi imparare ad essere diacono.
Carissimo diacono Nicola ti accompagnino gli angeli, buoni esperti di discernimento, ti custodisca Maria madre della Chiesa e della famiglia, tutta la nostra comunità cristiana fatta di fratelli e di sorelle e i volti belli della tua famiglia che ti vuole bene e ti accompagna.