Incontro con il Cardinale Bassetti sul Giubileo

«Vivere il Giubileo della speranza»

di Antonio Baroncini

Il cardinal Gualtiero Bassetti, nel tenere il 28 gennaio scorso a Santa Croce la sua esposizione sul tema «Vivere la Riconciliazione e perdono: dimensioni fondamentali del Giubileo», ha fatto cogliere con semplicità e incisività i motivi dominanti di questo Giubileo 2025.

Riconciliazione e perdono sono punti di sintesi delle tre virtù teologali: fede, speranza e carità, tra le quali la speranza sembra la sorella più piccola, ha notato il cardinale citando Péguy: la fede è una sposa fedele, la carità è la madre di tutte le virtù, ma la speranza piccolina ha un vantaggio su di loro e sapete perché? Perché è nata il giorno di Natale. La speranza è discesa nel mondo con Cristo, ha spiegato il cardinale, ed è l’ancora a cui l’uomo si aggrappa nella vita di ogni giorno.

Nell’ascoltare il cardinal Bassetti ciò che più ha colpito è stata la sua serena, pacata, interpretazione dell’evento giubilare, legata alla sua gioia di essere prete, nel donarsi con la speranza cristiana al servizio della Chiesa. Con I estrema semplicità, col sorriso sulle labbra da buon «curato di campagna», ha ricordato un evento personale che può segnare un programma di cammino per tutti, ciascuno secondo la propria vocazione. Fu chiamato a 37 anni dal cardinale Benelli, allora arcivescovo di Firenze, a ricoprire la carica di rettore del seminario maggiore di Firenze. Preoccupato per la responsabilità che tale compito comporta, obiettò al cardinale: «Eminenza, cosa posso insegnare a questi giovani?». «Manifesta loro la gioia di essere prete!», fu la risposta. Invito stupendo che dette avvio a un cammino con questi giovani, tra i quali c’era anche il vescovo Giovanni, allora diciannovenne. Il Giubileo cerca di farci sentire avvinti da questa gioia, percorrendo insieme la strada con questa «piccola sorella»: la speranza.

Il primo giubileo fu indetto da papa Bonifacio VIII nel 1300. Come ha ricordato il cardinale, in quello stesso anno Dante scriveva «La Divina Commedia». L’evento del Giubileo del 1300 segna la memoria del poeta per esperienza diretta o attraverso i racconti e le immagini di quella folla immensa, mai vista in quell’epoca, che discendeva verso Roma lungo le vie del pellegrinaggio. Tanti artisti e letterati si recarono a Roma per il Giubileo. Da allora ogni Giubileo ha sottolineato i segni generali della conversione, del pellegrinaggio, della porta santa. Papa Francesco ha voluto mettere un accento particolare nei due giubilei da lui indetti: quello del 2015 sulla misericordia e questo del 2025 sulla speranza. Ed è la speranza il motore del nostro cammino e della nostra conversione.

È stata una serata avvincente, riflessiva, che ha spinto tutti al «riesame» della nostra vita spirituale, a riscoprire la riconciliazione e il perdono come dimensioni fondamentali di ogni cristiano.

Il Giubileo non è uno spettacolo o un evento turistico, ma impegno, azione, concretizzazione di valori, con fede, carità e soprattutto speranza.