Dopo quattro anni di lavori, il cammino sinodale, che ha coinvolto la nostra diocesi, insieme a tutte le chiese italiane, giunge al momento delle scelte definitive. Dopo il rinvio dello scorso aprile e la rielaborazione della bozza, il prossimo fine settimana – dal 24 al 26 ottobre – i delegati si riuniranno a Roma per la Terza Assemblea Sinodale e voteranno i vari punti del documento finale.
L’appuntamento è carico di aspettative. Nei giorni scorsi l’équipe sinodale diocesana ha esaminato attentamente la nuova bozza, trasmettendo le proprie osservazioni e proposte a livello regionale. La nostra comunità locale potrà approfondire gli esiti del voto romano nell’incontro di formazione per tutti, fissato per il 29 ottobre nella chiesa di Sant’Andrea a Santa Croce sull’Arno. Sarà l’occasione per condividere i risultati di questo importante evento ecclesiale e tracciare le prospettive future. Cosa emerge dall’analisi che l’équipe diocesana ha svolto sulla bozza del documento finale?
Si tratta di un testo ricco e ambizioso, capace di affrontare questioni cruciali per il futuro della Chiesa. Tuttavia si notano ancora delle criticità: una certa ridondanza, con temi ripetuti in sezioni diverse con minime variazioni, e in alcuni passaggi un linguaggio più adatto a un manifesto politico che a un documento della Chiesa. La sfida è quella di trovare un equilibrio tra l’apertura alle istanze del mondo contemporaneo e la specificità del linguaggio di fede.
Tra le numerose questioni sollevate dal cammino sinodale, l’équipe diocesana ha individuato alcuni temi prioritari per la vita della comunità locale. Al primo posto la formazione permanente alla sinodalità e al discernimento, come stile da coltivare nel tempo. Centrale è poi la ricerca di nuove modalità per fare Chiesa, senza mai abbandonare le persone in difficoltà o in situazioni di marginalità. L’accompagnamento diventa la parola chiave per chi voglia rinnovare o iniziare un cammino di fede. In quest’ottica, particolare attenzione merita la pastorale per le famiglie con bambini da 0 a 6 anni e la creazione di percorsi per annunciare il kerygma nelle diverse stagioni della vita. Un altro tema da sottolineare è quello delle tradizioni e i riti della pietà popolare, riconoscendo il loro valore quando costituiscono un’eredità viva e autentica. Sono una risorsa preziosa per l’evangelizzazione, a patto che si evitino derive superstiziose o individualistiche.
Accanto alla tradizione, spazio all’innovazione liturgica: si propongono momenti di preghiera comunitaria diversi dall’Eucaristia, come «allenamento alla liturgia», pensato soprattutto per le nuove generazioni. Un punto fermo è la necessità di costituire un servizio per la formazione integrale e permanente di tutti gli operatori pastorali, in sinergia con istituzioni educative, associazioni e movimenti ecclesiali. Innovativa la proposta di prevedere una remunerazione equa per i ministeri laicali. Dove un unico parroco deve dividersi fra diverse parrocchie, i ministeri laicali retribuiti possono rappresentare un punto di riferimento prezioso, permettendo un impegno a tempo pieno e non relegato ai ritagli del tempo libero. L’équipe sinodale ha sottolineato anche l’urgenza di confrontarsi con i mezzi di comunicazione digitali. I giovani abitano sempre più in un mondo virtuale e la Chiesa deve interrogarsi su come abitarlo, aiutando le nuove generazioni a non farsi alienare da questa nuova e complessa modalità di vita. Non manca il richiamo a uno stile di vita sobrio e all’impegno ecologico, vivendo con coerenza la custodia della casa comune. Il cammino sinodale ha fatto senz’altro emergere una straordinaria varietà di tematiche. Questa ricchezza richiede ora un’attenta opera di selezione e definizione delle priorità. L’appuntamento romano del 24-26 ottobre segnerà una svolta. E poi, il 29 ottobre a Santa Croce sull’Arno, sarà il momento di guardare insieme al futuro della Chiesa diocesana.