Ha riscosso un notevole successo l’iniziativa delle visite guidate alla Biblioteca e ad altri ambienti del Seminario di San Miniato durante i «giorni del tartufo».
Centinaia di visitatori hanno avuto l’opportunità di scoprire le curiosità storicoartistiche di uno dei palazzi più rappresentativi della città. Ideatore dell’evento, il bibliotecario del Seminario Vescovile, Alexander Di Bartolo, che ha curato anche l’allestimento di una mostra temporanea di libri antichi e strumenti scientifici negli ambienti dello storico edificio. Alla realizzazione del progetto hanno collaborato l’Associazione Medici Cattolici di San Miniato, guidata dal dottor Sergio De Cesaris, i giovani dell’Opera Spatha Crux, insieme ad altri volontari che hanno assicurato i servizi di accoglienza, guida e sorveglianza. I visitatori hanno potuto ammirare anzitutto la sala della Biblioteca Antica, da anni inaccessibile al pubblico.
Sorta alla fine del XVII secolo, insieme al Seminario, la Biblioteca raccoglie i lasciti librari del canonico Vincenzo Maccanti, professore di sacri canoni allo Studium pisano, dei vescovi Torello Pierazzi e Pietro Fazzi, del sacerdote Paolo Pippeschi e del preposto Giuseppe Conti. Alcuni volumi di pregio e di particolare interesse storico, tra cui un incunabolo e una cinquecentina, erano esposti per l’occasione in appositi scaffali al centro della sala. Una vetrina è stata dedicata alle opere dei sacerdoti sanminiatesi scrittori. La guida ha illustrato agli intervenuti gli affreschi ottocenteschi del soffitto, che raccontano la storia della biblioteca e di alcuni personaggi illustri della città. Il grande affresco allegorico che orna la parte centrale del soffitto simboleggia la sapienza umana illuminata dalla fede soprannaturale. Nel corridoio, lungo il quale un tempo alloggiavano i seminaristi, erano visibili alcuni strumenti scientifici appartenenti al Gabinetto di Fisica e Storia Naturale realizzato, agli inizi del Novecento, grazie allo zelo del sacerdote scienziato Giuseppe Agnoloni. Sugli espositori, gentilmente forniti dalla Fondazione Montanelli Bassi di Fucecchio, erano collocati anche volumi di argomento scientifico che illustravano gli oggetti in mostra. I visitatori hanno potuto ammirare anche il panorama che dalla terrazza si apre sulla campagna ad ovest di San Miniato: una cartolina unica del paesaggio toscano, con boschi, oliveti e vigne, intervallati da prati per il pascolo e piccoli poderi. Ultima tappa della visita, la cappella costruita all’epoca del vescovo Ugo Giubbi. Sopra la porta di ingresso, una lunga epigrafe latina ricorda come il restauro fu reso possibile dal lascito testamentario fatto dal cardinale Pietro Maffi di Pisa che per un tempo era stato amministratore apostolico della Diocesi, all’abbandono di monsignor Del Corona. Il Giubbi fece realizzare la stanza e la abbellì con gli stemmi del Capitolo della Cattedrale, con le stazioni della Via crucis in stile robbiano (ceramiche invetriate) e con il trittico posto sull’altare: un quadro degli inizi del Novecento realizzato dalla pittrice sanminiatese Ippolita Briccola Gargini, realizzato però sullo stile delle pale d’altare del Trecento. Ad attirare maggiormente l’attenzione all’interno di questo ambiente è stato un grande affresco staccato rappresentante l’Annunciazione, proveniente dalla cappella dell’Ospedale dei Santi Cosma e Damiano, che un tempo si trovava poco distante dalla chiesa di San Domenico, lungo la strada che conduce a San Martino alle carceri. Su questa chiesetta non ci sono studi o pubblicazioni, se non un riferimento nella Guida della città del Piombanti. Sappiamo però che in occasione di restauri avvenuti a metà del Novecento, con la sistemazione e modifica degli spazi interni dell’edificio, gli affreschi furono staccati e portati al Seminario.
Tra i visitatori ha voluto essere presente anche il vescovo monsignor Migliavacca che ha espresso la sua soddisfazione e il compiacimento per questa iniziativa di valorizzazione del patrimonio storico-artistico della Diocesi.